martedì 7 giugno 2022

Il caso Thomas Crown - Norman Jewison

un film alla James Bond senza James Bond, ma con una coppia perfetta, Steve McQueen e Faye Dunaway.

un ladro per il gusto dell'avventura e della rapina perfetta frega la polizia, ma non una investigatrice delle assicurazioni.

ottima regia, con una sceneggiatura a orologeria, un film che non delude, promesso.

buona visione (di rapina) - Ismaele


 

 

QUI si può trovare il film

 

 

… Un discorso a parte merita la scena più famosa dell’intero lotto che per anni ha detenuto il record del bacio più lungo mai filmato, mi riferisco alla partita a scacchi, più che mai simbolica ed erotica tra McQueen e la Dunaway che Jewison ha reso meravigliosa frammentando l’azione con riprese alternate dei contendenti, dei singoli pezzi accarezzati in maniera sensuale, riprendendo il tutto dall’alto o concentrandosi sugli sguardi, dimostrando ancora una volta di essere un regista di classe sopraffina, eccelso in ogni fase del film making: scrittura, direzione e montaggio.

Il talento di Jewison è uno dei punti di forza di “Il caso Thomas Crown”, che venne e viene anche oggi criticato per l’uso intensivo dello split-screen in special modo nella scena chiave della rapina, ma io personalmente non ho avuto mai niente da ridire su questa tecnica troppo frettolosamente accantonata, la ritengo invece molto efficace soprattutto se utilizzata per descrivere come nel caso in questione una azione che coinvolge simultaneamente più luoghi e più persone che convergono verso uno stesso punto per cui considero “Il caso Thomas Crown” un film meraviglioso, molto in anticipo sui tempi rispetto al periodo in cui fu realizzato, se devo fargli una critica punterei il dito sul poco spazio dedicato a chiarire gli intenti che spingono Thomas Crown a rapinare la sua stessa banca pur essendo ricchissimo, ma non è certo un dato rilevante dato che tale spiegazione, anche se in maniera un po’ fugace, ci viene fornita durante lo sviluppo della trama ma non sarò certo qui io a raccontarvela, come non vi racconto il finale della storia, fra Steve e Faye intendo, posso solo dirvi che quando Jewison propose la Dunaway per il ruolo di Vicki Anderson McQueen non ne era per niente entusiasta, lui stesso l’aveva ribattezzata “Damn Fadeaway” che suona come “Cavolo sparisci" ma si ricredette presto e la dimostrazione sta tutta nella scena del bacio dove le due star sembrano risucchiarsi.

Sarà andata così anche nella realtà fra loro?

da qui

 

 

Amore vs interessi...ma stavolta vince l'amore.Questo film gode di un discreto seguito da parte dei cinefili.A me non ha mai fatto grande impressione,mi sembra più un film girato ammiccando al pubblico che veramente ispirato,ho sempre avuto la sensazione di un film superficiale e compiaciuto nel far notare le proprie forme alla moda.La coppia McQueen/Dunaway a quell'epoca era da considerare all'apice del glamourama hollywoodiano, così come la figura di lui, inguaribile sciupafemmine, ricchissimo ladro gentiluomo dotato di ingegno fuori del comune.La Dunaway nei panni di un investigatore delle assicurazioni veramente al di sotto di ogni tipo di deontologia professionale è veramente bella e sfoggia bellissimi abiti.La sua storia con il ladro gentiluomo ricca di silenzi e di parentesi romantiche da un lato fa chiedere il perchè lei non venga licenziata o arrestata,dall'altra se veramente un uomo così astuto possa fare fessa la polizia e invece non sfuggire a un detective delle assicurazioni.Lo split screen e il montaggio che all'epoca davano al film un aria nuova e sbarazzina oggi appaiono irrimediabilmente datati,così come sembra proprio una patina di facciata quella diffusa ,ambiguo e sottile immoralità che pervade molte delle azioni che si vedono nel film.Anche il finale va nella direzione dell'impunità....Mc Queen laconico ma di irresistibile fascino è la principale ragione per vedere il film.....

da qui

 


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