un film alla James Bond senza James Bond, ma con una coppia perfetta, Steve McQueen e Faye Dunaway.
un ladro per il gusto dell'avventura e della rapina perfetta frega la polizia, ma non una investigatrice delle assicurazioni.
ottima regia, con una sceneggiatura a orologeria, un film che non delude, promesso.
buona visione (di rapina) - Ismaele
QUI si può trovare il film
… Un discorso a parte merita la scena più famosa dell’intero lotto
che per anni ha detenuto il record del bacio più lungo mai filmato, mi
riferisco alla partita a scacchi, più che mai simbolica ed erotica tra McQueen
e la Dunaway che Jewison ha reso meravigliosa frammentando l’azione con riprese
alternate dei contendenti, dei singoli pezzi accarezzati in maniera sensuale,
riprendendo il tutto dall’alto o concentrandosi sugli sguardi, dimostrando
ancora una volta di essere un regista di classe sopraffina, eccelso in ogni
fase del film making: scrittura, direzione e montaggio.
Il talento di Jewison è uno dei punti di forza di “Il caso Thomas Crown”,
che venne e viene anche oggi criticato per l’uso intensivo dello split-screen
in special modo nella scena chiave della rapina, ma io personalmente non ho
avuto mai niente da ridire su questa tecnica troppo frettolosamente
accantonata, la ritengo invece molto efficace soprattutto se utilizzata per
descrivere come nel caso in questione una azione che coinvolge simultaneamente
più luoghi e più persone che convergono verso uno stesso punto per cui
considero “Il caso Thomas Crown” un film meraviglioso, molto in anticipo sui
tempi rispetto al periodo in cui fu realizzato, se devo fargli una critica
punterei il dito sul poco spazio dedicato a chiarire gli intenti che spingono
Thomas Crown a rapinare la sua stessa banca pur essendo ricchissimo, ma
non è certo un dato rilevante dato che tale spiegazione, anche se in maniera un
po’ fugace, ci viene fornita durante lo sviluppo della trama ma non sarò certo
qui io a raccontarvela, come non vi racconto il finale della storia, fra Steve
e Faye intendo, posso solo dirvi che quando Jewison propose la Dunaway per il
ruolo di Vicki Anderson McQueen non ne era per niente entusiasta, lui stesso
l’aveva ribattezzata “Damn Fadeaway” che suona come “Cavolo sparisci" ma
si ricredette presto e la dimostrazione sta tutta nella scena del bacio dove le
due star sembrano risucchiarsi.
Sarà andata così anche nella realtà fra loro?
Amore vs interessi...ma stavolta vince
l'amore.Questo film gode di un discreto seguito da parte dei cinefili.A me non
ha mai fatto grande impressione,mi sembra più un film girato ammiccando al
pubblico che veramente ispirato,ho sempre avuto la sensazione di un film
superficiale e compiaciuto nel far notare le proprie forme alla moda.La coppia
McQueen/Dunaway a quell'epoca era da considerare all'apice del glamourama
hollywoodiano, così come la figura di lui, inguaribile sciupafemmine, ricchissimo
ladro gentiluomo dotato di ingegno fuori del comune.La Dunaway nei panni di un
investigatore delle assicurazioni veramente al di sotto di ogni tipo di
deontologia professionale è veramente bella e sfoggia bellissimi abiti.La sua
storia con il ladro gentiluomo ricca di silenzi e di parentesi romantiche da un
lato fa chiedere il perchè lei non venga licenziata o arrestata,dall'altra se
veramente un uomo così astuto possa fare fessa la polizia e invece non sfuggire
a un detective delle assicurazioni.Lo split screen e il montaggio che all'epoca
davano al film un aria nuova e sbarazzina oggi appaiono irrimediabilmente
datati,così come sembra proprio una patina di facciata quella diffusa ,ambiguo
e sottile immoralità che pervade molte delle azioni che si vedono nel
film.Anche il finale va nella direzione dell'impunità....Mc Queen laconico ma
di irresistibile fascino è la principale ragione per vedere il film.....
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