torna al cinema per pochi giorni, in una versione restaurata, uno dei capolavori di Luis Buñuel, del periodo messicano.
la storia è quella di un uomo ricco (Francisco), geloso, tiranno, schiavista, maledetto e della sua consorte (Gloria), assoggettata come una brava e sottomessa moglie alle volontà del marito.
siamo negli anni '50, in un posto, come tanti, in cui le donne valgono poco e l'uomo ha sempre ragione, la Chiesa cattolica è potente, i non bianchi sono poco più che schiavi.
il film contiene tanto di quello che verrà dopo (avranno copiato?) ed è bellissimo, ogni scena è perfetta e necessaria.
cercatelo e guardatelo al cinema, se vi volete bene.
buona (possessiva) visione - Ismaele
QUI si può vedere online, ma al cinema è cento volte meglio
Basada en la novela homónima de Mercedes Pinto de
1926, Él (1953)
no sólo es una de las mayores obras maestras de Buñuel sino un trabajo que se
conecta con sus primeros días como realizador y que anticipa muchas de sus
temáticas predilectas de la etapa francesa posterior, como por ejemplo el
cristianismo descocado, la represión sexual, las apariencias, las matufias del
capitalismo urbano, la mojigatería religiosa/ social, el fetichismo, la
pretensión de posesión amatoria y en general el surgimiento de monstruos
occidentales adeptos al control total y “santificados” por el mercado, la
comunidad y la Iglesia Católica…
…Scritto con Luis Alcoriza basandosi sulla novella del
1929 Pensamientos di
Mercedes Pinto, preso a esempio da Jacques Lacan come caso clinico di sindrome
paranoica, Él è stato uno
dei più clamorosi insuccessi di Luis Buñuel. Dopo molto tempo il film è stato
rivalutato e ne è stata riconosciuta la portata innovativa: rivisto dopo 70
anni rimane un modello di cinema eretico e sovversivo. Quella camminata a zig
zag nel finale del monaco Francisco (proprio in questa scena interpretato dallo
stesso Bunuel), rinchiuso da 10 anni in un monastero, rivela che la follia è
sempre pronta a scoppiare da un momento all’altro. Basta una società complice e
consenziente.
…Sebbene di solito Luis Buñuel fosse un grande umorista e un perenne
surrealista, questo – un po’ come Il ladro di Hitchcock – è probabilmente uno
dei suoi film più seri, e anche uno dei più complessi e maggiormente
caratterizzati da un narrazione tesa ed ellittica, e si conclude con una delle
più inquietanti scene finali mai girate. Considerato da molti il migliore tra i
capolavori di Buñuel insieme a Estasi di un delitto e a L’angelo sterminatore,
contiene alcune immagini che spingono a chiedersi se Hitchcock avesse visto e
ricordasse Él quando girò La donna che visse due volte cinque anni dopo.
…Buñuel parlando
del film rivela che: “è forse il film in cui ho messo più di mio. C’è nel
protagonista qualcosa che mi appartiene”. Ed infatti è proprio Buñuel stesso
che interpreta il protagonista di spalle nell’ultima scena del film, quella
della camminata a zigzag nel convento. Che il film sia un capolavoro non ci
sono dubbi, talmente è ricco di fini sfaccettature psicologiche e gustosi
momenti di tagliente umorismo nero. Lo dimostra anche il fatto che il famoso
psichiatra Jacques Lacan lo ha utilizzato come materiale didattico durante le
sue lezioni sulla paranoia, per presentare il concetto psicanalitico di gelosia
come omosessualità repressa. Chi altro negli anni Cinquanta riusciva a fare film
con questa modernità di linguaggio e con questa sconcertante capacità
introspettiva? Buñuel rules!
Film bellissimo, l vidi anni fa e ne rimasi molto colpita, Bunuel era un maestro
RispondiEliminae continua a esserlo :)
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