martedì 18 aprile 2023

Faith - Valentina Pedicini

nel film non c'è nessuna finzione, la regista si è immersa in quella comunità e ce la mostra, senza giudizi, un lavoro che documenta una relazione, una situazione, un gruppo di persone, che vivono insieme e si allenano, si allenano, fino a sfinirsi. 

c'è un maestro riconosciuto e alcuni allievi, che dividono e condividono tutto, nell'attesa di qualcosa che potrebbe venire, loro si preparano.

buona (marziale) visione - Ismaele

  

QUI il film completo, su Raiplay

 

"Sono entrata in questo mondo e in questo film con una domanda," racconta la regista. "Volevo capire perché si decide a un certo punto di abbandonare il mondo esterno e parte della propria identità e di mettere la vita e l'esistenza nelle mani di qualcun altro. Faith non è un film su una setta, loro non sono una setta. È un film su un meccanismo psicologico, sulle dinamiche e relazioni tra le persone. Il titolo del film non fa riferimento solo alla fede religiosa, ma a quella in qualcuno," spiega. "In questo caso del loro maestro."

Tutti i monaci e le madri del monastero, infatti, vivono in totale isolamento e nella venerazione del loro Maestro, che esercita su di loro un controllo totale, figlio di un carisma che è stato capace di toccare perfino la Pedicini. "In genere si pensa che a fare scelte estreme di questo genere possano essere persone con problemi sociali, o economici," aggiunge, "ma in quel monastero ho incontrato persone provenienti dalla borghesia media e alta, alcuni di loro sono laureati, e questo è ancora più inquietante, perché non ci sono giustificazioni che a noi possano apparire logiche. La domanda iniziale si è fatta ancora più grande, ma non ho trovato risposte. Ho conosciuto alcune motivazioni, e un mondo radicale stranissimo, quello creato da nulla dal maestro. Mi affascina e respinge assieme che dal nulla un uomo abbia potuto inventare un mondo, imporre delle regole e una religione. Ma non ho risposte, e ancora meno certezze di quando ho cominciato."

da qui

 

…Valentina Pedicini porge allo spettatore la sua mano, donando l’istantanea di una realtà a molti forse sconosciuta, per altri inconcepibile. Ne registra quotidianità e azioni, rimanendo sulla superficie senza mai esplorare passato o motivazioni personali. Osserva e passa il testimone visivo al pubblico, senza giudicare e senza presunzione nel domandare a chi osserva di farlo.

Un ritratto dipinto con la precisione di chi non cerca interpretazioni né tanto meno opinioni, che non implica prese di posizione o la ferma convinzione nello stabilire cosa sia giusto e cosa sbagliato, quale il bene e quale il male. Una realtà, nuova, diversa e probabilmente scomoda sullo schermo, lontana da ogni ostentazione persuasiva. L’immersione documentaristica in un’estetica raffinata al servizio di uno spaccato manca forse di equilibrio ed empatia, ma è capace di spiazzare attraverso l’irruenza tipica dell’alieno, inscenando il disagio a suon di cazzotti e musica destabilizzante, sudore e devozione.

da qui

 

Sulle colline marchigiane dal 1998 si è formata una comunità della quale fanno attualmente parte ventidue persone (di cui due bambini nati nella comunità stessa) guidata da un maestro di kung fu che li ha chiamati Guerrieri della Luce. Essi sono pronti a combattere, grazie ad un costante esercizio fisico sulla base della pratica di arti marziali, la battaglia finale per portare, nel nome della fede cristiana, la Luce in questo mondo. Valentina Pedicini ha vissuto con loro per quattro mesi e ne documenta l'attività quotidiana.

La storia delle arti marziali ci insegna che le stesse hanno un legame indissolubile con la vita monastica essendo la loro genesi collocabile nel monastero Shaolin in Cina. Corpo e mente esistono in un dualismo che finisce con l'essere solo apparente. Quello che emerge dal documentario girato da Pedicini in uno splendido bianco e nero (gli unici due colori ammessi negli indumenti della comunità a rappresentare la purezza del bene e l'oscurità del male) è un mix di elementi difficili da valutare da parte di chi li osserva…

da qui


 

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