sabato 28 luglio 2012

Le silence de la mer (Il silenzio del mare) - Jean-Pierre Melville

capita a volte che l'opera prima sia già un capolavoro, e questo è il caso.
tratto da un libro difficile, è una storia di sguardi e un monologo di un ufficiale tedesco che non aveva capito il dramma e gli scopi della guerra.
poi tutti sanno tutto.
da non perdere, per ricordare cosa può essere il cinema - Ismaele

Melville infatti non indietreggia di un solo passo e gioca coraggiosamente al rialzo, promettendo a Vercors di sottoporre il film finito ad una commissione di resistenti, con la clausola che se anche uno solo dei membri si fosse opposto, il negativo sarebbe stato distrutto. Non è tutto: esponendosi personalmente (pagava i collaboratori giorno per giorno, nella consapevolezza che la lavorazione si sarebbe potuta interrompere in qualsiasi momento), Melville sceglie come location la vera casa di Vercors, il luogo in cui lo scrittore, basandosi su fatti realmente accaduti, aveva immaginato la storia. Siamo nel 1947 e si tratta di una delle prime volte che un film di finzione viene girato in ambienti naturali: la scelta è profondamente trasgressiva nei confronti dell’istituzione cinematografica francese e rappresenterà un modello produttivo fondamentale per la Nouvelle Vague. Ma l’aspetto più straordinario dell’intera operazione risiede nella motivazione dell’adattamento, nel perché Melville abbia scelto proprio quel romanzo per girare il suo primo film. La ragione è paradossale: il carattere apparentemente anticinematografico del racconto di Vercors. La quasi totale assenza di movimento e azione nel romanzo rappresenta per il giovane ma già lucidissimo creatore (Melville preferiva questa nozione a quella, impropria, di autore) una sfida estetica esaltante: trasformare uno spazio chiuso e isolato in un contenitore di tensioni psicologiche e fare del silenzio una cassa di risonanza delle passioni. Ebbene, la sfida è vinta sotto tutti i punti di vista: "Le silence de la mer" è infatti un film sublime, struggente e controllato, di un equilibrio stilistico supremo…

da qui

 

Après l'armistice de 1940, un vieil homme vit retiré à la campagne avec sa nièce. Ils se voient contraints par la Kommandantur d'héberger un officier allemand. Bien décidés à ne pas parler à ce représentant des forces d'occupation, il l'accueillent dans une maison aussi froide et silencieuse qu'un tombeau. Cependant, au fil des visites de von Ebrennac – qui, chaque soir, fait un court passage dans le salon et livre ses pensées à ses hôtes – ils découvrent un homme intelligent, sensible et sincèrement amoureux de la France. Il leur raconte sa passion pour la musique et la culture en général, sa conviction profonde que de cette guerre va naître un rapprochement des peuples. L'oncle et la nièce gardent le silence mais sont troublés par cet homme qui leur parle sans attendre de retour de leur part, qui comprend et approuve leur résistance silencieuse...

continua qui

 

..Le Silence de la Mer does not seek to redeem Germany’s honour, a near impossible feat a mere four years after the full revelation of Hitler’s designs, but it does offer a different perspective from the bulk of war films. Reminiscent of Renoir’s masterful La grande illusion, Melville’s film does not dabble so much in class commentary but sombrely reminds us that the greatest tragedy of war is that humanity can only kill its own.

da qui


Nessun commento:

Posta un commento