Philippe Lioret tre anni prima di “Welcome”, musiche di
Piovani, la straordinaria Mélanie Laurent, tre anni
prima di interpretare Shoshanna in”Inglourious basterds”, ma bravi tutti, il padre
molto, una sceneggiatura ricca (tratta da un romanzo tradotto anche in
italiano), un film che non si scorda facilmente.
Insomma, un gioiellino, da non perdere - Ismaele
Al rientro dalle
vacanze, Lili (Mélanie Laurent), diciannove anni, viene a sapere dai genitori
che Loïc, suo fratello gemello, in seguito ad una violenta discussione con suo
padre, è andato via di casa. Non avendo nessuna notizia dal fratello, Lili
finisce per convincersi che gli è successo qualcosa. Sempre più inquieta,
depressa, rifiuta di nutrirsi. Ricoverata in ospedale, non collabora con i
medici, si lascia morire. Ma ecco che arriva finalmente una breve lettera di
Loïc: il fratello (sarà lui?) si scusa di averla lasciata senza notizie, le racconta
che gira di città in città vivendo di lavoretti, accusa il padre di essere il
responsabile della loro vita meschina, per questo ha deciso di scappare per
sempre di casa... Lili si riprende e, uscita dall’ospedale, parte alla ricerca
del fratello, recandosi nei vari luoghi da cui partono le lettere... L’attende
una sorpresa sconvolgente...
"Sto bene, non ti preoccupare". Ma i genitori
di Lili, una sensibile ragazza diciannovenne, si preoccupano eccome, forse
troppo, forse troppo poco. Bellissimo film di Lioret, che lontano da eccessi
melodrammatici ci racconta di un rapporto complesso, di un amore
incondizionato, sconfinato tra genitori e figli. Approccio sensibile e
partecipe per un dramma malinconico, speranzoso, sofferto, sussurrato che
esplode in un urlo di dolore silenzioso nello straordinario finale, a suo modo
catartico, di splendida e dignitosa accettazione.
Philippe
Lioret est de ces cinéastes qui avec les histoires les plus simples et en
s'appuyant sur un casting proche de la perfection, sait vous amener au bord des
larmes en vous faisant rencontrer des gens, des vrais. Après son irrésistible
"Mademoiselle", récit d'une amourette trop tardive et pleine de
raison, et "L'équipier", conte d'un déracinement mystérieux, il
trouve en "Je vais bien ne t'en fais pas" un nouvel oiseau blessé et
fier à soigner de sa douce caméra.
Ce personnage meurtri c'est Lili, jumelle qui ne sait pas où se trouve son frère et commence à sombrer dans une anorexie qui la mènerait à sa perte si elle ne commençait à recevoir des cartes postales de celui-ci. Loin des clichés adolescents (même si la jeune fille a 19 ans), Lioret décrit ce petit bout de femme comme d'une dignité absolue, faisant preuve d'une incroyable force et d'un calme apparent que seul ses larmes retenues ou ses quelques poussées de colère trahissent.
Ce personnage meurtri c'est Lili, jumelle qui ne sait pas où se trouve son frère et commence à sombrer dans une anorexie qui la mènerait à sa perte si elle ne commençait à recevoir des cartes postales de celui-ci. Loin des clichés adolescents (même si la jeune fille a 19 ans), Lioret décrit ce petit bout de femme comme d'une dignité absolue, faisant preuve d'une incroyable force et d'un calme apparent que seul ses larmes retenues ou ses quelques poussées de colère trahissent.
Mi piace l'intimità del cinema di
Lioret. Melanie Laurent favolosa (mi sembra abbia vinto parecchi premi in
patria per questa sua prima apparizione, la mitica Shoshanna di inglourious
basterds) è Lili, una giovane che al ritorno a casa non trova più uno dei suoi
punti di rieferimento principali, il fratello , per giunta "jumeau".
Fondamentale kad Merad (oddio mi piace molto questo attore, grandissimo anche
in ruoli drammatici, che sorpresa!) il padre.
Nella sua semplicità questo film è di una struggenza disarmante.
Nella sua semplicità questo film è di una struggenza disarmante.
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