il personaggi e le situazioni sono comiche, grottesche e tragiche insieme, e la musica è bellissima.
lo sceneggiatore è Dusan Kovacevic, che ha lavorato in "Underground" (nel film c'era un'idea, non realizzata, poi ripresa nel film di Kusturica), e ha lavorato anche a questo film
non perdetelo, non ve ne pentirete, promesso - Ismaele
Niente male. Film che in Serbia (allora
Ex-Jugoslavia) è considerato un cultone, ma in pochi lo conoscono. Una commedia
ben scritta che presenta ottimi personaggi ben interpretati. Un road-movie dove
ne succedono di tutti i colori. Finale sbeffeggiatore.
… la musica sempre presente: del resto il titolo del film
chiede Chi sta cantando là? una spina dorsale di fisarmoniche,
cymbalon e canti tengono il film dritto ed eretto. a cominciare dalla figura
dei due gitani che come due aedigreci guardano fisso in camera
e narrano le vicende e le sventure degli undici personaggi in cerca di buona
sorte. così si apre il film (e basterebbero i primi due minuti a renderlo
indimenticabile)…
Il lungometraggio serbo Ko tamo
peva?, realizzato
nell’80 e diretto da Slobodan ijan, ha un carattere prevalentemente comico, con forti
tinte grottesche, e alla fine, quasi a sorpresa, si tocca il tragico. Gran
parte della comicità dell’opera si fonda sul piacere del riconoscimento, da
parte dello spettatore, di oggetti, comportamenti e
usi locali, e su un gusto del comico un po’ diverso dal nostro: in particolare,
non è difficile riscontrare come nell’arte e nella cultura balcanica la
comicità sia molto spesso — di certo più di quanto avvenga da noi — unita al
grottesco; e come il confine tra il comico e il tragico sia assai meno marcato
del nostro. iversità del cinema e della
letteratura balcanica suscitano fra gli intellettuali europei degli altri paesi
— e naturalmente, non solo tra gli europei — stupore e spesso ingiuste
incomprensioni. Tra le accuse più frequenti che i critici rivolgono alle opere
cinematografiche (e soprattutto in passato, anche letterarie (1)), vi sono
quelle di incoerenza delle strutture narrative, eccessivo accumulo degli
eventi, disorganicità, mancanza di linearità.
da qui
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