Lino Ventura riceve l'incarico di recuperare lo yacht di una ricca vedova (Sylva Koscina), rubato da una banda di trafficanti d'armi.
un affare di uomini, poi appare anche la vedova.
ambientato in qualche possedimento coloniale francese d'oltremare, dove le leggi e la polizia sono un po' meno efficienti che in patria.
il film è in bianco e nero, spesso notturno.
nel film non ci sono buoni, solo l'eroe Lino Ventura ha meno ombre degli altri.
non sarà un capolavoro, ma è sempre un film di Claude Sautet, cha ha fatto solo film buoni ed eccezionali, L'Arme à gauche è di curo buona.
buona (avventurosa) visione - Ismaele
QUI il film completo, con sottotitoli in spagnolo
Sautet non delude quasi mai, come qui, con questa dignitosa
storia di crimine dall'ambientazione e dalla trama originali. Il regista dà al
film un andamento fluido ma non troppo veloce, che comunica una moderata
tensione.
I personaggi sono abbastanza approfonditi,
compresa la banda dei malviventi, i quali vengono descritti con pochi, efficaci
accenni. Anche la Coscina non si limita a dare la sua bellezza, e riesce a
rendere bene una vedova ricca, annoiata, che ancora rimpiange di aver sposato
il defunto marito senza amore.
Il legnoso Lino Ventura interpreta un
personaggio né carne né pesce, ne buono né cattivo: è pragmatico e spiccio nei
modi, di poche parole, e non fa smancerie alle donne. Sembra avere anche poche
emozioni, come rabbia o paura. L'attore però riesce a rendere tutto questo
credibile con il suo consolidato talento, affrancandosi in tal modo dall'accusa
di inespressività. Anzi, il capitano che intepreta finisce per essere un tipo
originale, fuori da tutti gli stereotipi sugli ex lupi di mare.
Forse preferisco il Sautet della seconda fase,
quella delle storie sentimentali e dei finesettimana in campagna, ma anche in
queste storie di crimine (da ricordarsi anche "Asfalto che scotta) il
regista aveva saputo dimostrare il suo talento. PS: il film è in bianco e nero.
…L’Arme à gauche est un film qui s’éloigne du
terrain habituel du cinéma d’action pour prendre une dimension presque
abstraite, lorsque le combat s’engage entre Morrison, seul sur une ile, et le
couple formé par Cournot et Madame Osborne. Sautet crée alors un face-à-face
épuré, et étrange, entre le bien et le mal, dans lequel Ventura incarne le
bien. Une évidence rendue possible par la stature de l’acteur, qui confère à un
personnage au passé inconnu et peu disert l’évidence de la droiture…
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