Yves Montand, Romy Schneider e Sami Frey sono i protagonisti del film di Claude Sautet, una storia d'amicizia e d'amore, folle e disperato, divertente e pieno di speranze,un film che riparte sempre, quando sembra concluso.
cercatelo e godetene tutti.
buona (triangolare) visione - Ismaele
QUI il film completo, in francese
Lui, lui e (affettuosamente) l'altra.Un triangolo alla Jules
and Jim sviluppato secondo la sensibilità e la capacità di osservare fin nei
minimi pariticolari del suo autore,quel Claude Sautet sublime cantore di
sentimenti e soffoca(n)ti.Qui Rosalie,divorziata e con una bambina piccola sta
insieme a Cesar,nel ramo rottamazioni,benestante ma non esattamente un esteta o
un fine conversatore.Ritorna David,disegnatore di fumetti,un tempo con lei e
riesplode il vecchio sentimento.Con complicazioni inaspettate.Rosalie non sa
decidere:la solidità e la consuetudine della routine quotidiana con Cesar
oppure l'improvvisazione,la passione che travolge tutto,le incognite del
rapporto con David.I due uomini si scontrano ferocemente ma divengono anche
complici fino a diventare amici.E Rosalie si sente esclusa,fino,forse, a un
ultimo ritorno.Nell'ultima parte del film una voce fuoricampo spiega quello che
succede e si sovrappone al ritorno di Rosalie a casa dove trova David e Cesar a
pranzare e a parlare amabilmente(una scena bellissima,la sorpresa di lei,i due
amici e poi lo sguardo di David perso nel vuoto allorchè si accorge di
Rosalie).E questa voce in modo apparentemente posticcio dice che Rosalie è
tornata per Cesar.Forse è questo l'unico particolare che non mi convince anche
se sono assalito dal dubbio che questo finale sia una perla delll'edizione
italiana.Sautet dirige un film sorprendente per finezza d'analisi che trae
forza da un trio d'attori straordinario nel tratteggiare dei personaggi
assolutamente compatibili con la realtà.E'la storia di tre persone normali che
si trovano a dover fare i conti con sentimenti tuttaltro che straordinari.E si
trovano di fronte a tutte le proprie contraddizioni che deflagrano
impetuosamente.Ma il cinema di Sautet non è un cinema urlato,è un cinema di
mezzi toni,di sguardi,di piccoli gesti.Nessuna ridondanza di regia solo una
messa in scena di grande efficacia e direzione degli attori di grande qualità.E
poi lasciatemelo dire:ma quanto era bella Romy Schneider?Quanto era profondo il
suo sguardo?Quanta quieta malinconia Sautet è riuscito a tirar fuori da quegli
occhi?
…Quello di Claude Sautet è un
cinema di dialoghi e di recitazione che lascia poco spazio all’azione. I suoi
luoghi prediletti per ambientare il racconto sono l’interno delle automobili, i
bistrots e i ristoranti, pranzi e cene, interni di case o appartamenti.
Situazioni assai comuni e, per un effetto quasi magico di questo tipo di
cinema, lo spettatore si sente partecipe, integrato nella non-azione perché se
ne sta seduto ad ascoltare, come gli attori che osserva. Viene in mente la
filmografia di Eric Rohmer, altro gigante della stessa generazione, anche se in
Claude Sautet l’approfondimento psicologico dei personaggi è forse più accurato
e meticoloso.
L’ultima mia annotazione riguarda ovviamente la presenza, anche se in
un ruolo di secondo piano, dell’allora diciannovenne Isabelle Huppert.
Paffutella, come apparirà anche due anni dopo nel geniale “Les valseuses” (“I
santissimi”) di Bertrand Blier, è in aperto conflitto con la silhouette che la
caratterizzerà una volta lanciata nell’Olimpo del cinema. Fin dall’inizio,
comunque, bucava lo schermo…
Insulso il titolo italiano!
Claude Sautet ci porta per mano lungo un tragitto fantasioso,
ricco di dolci sensazioni, di lucide, ironiche, spesso sarcastiche visioni
nella descrizione di un amore intenso che costantemente si ha paura di perdere.
Lo fa ricorrendo alla definizione di César, uomo di mezza età, classico self
made man, ricco, impulsivo, incolto, trash, talora rozzamente irascibile, ma
sostanzialmente buono, consapevole dei suoi limiti e delle sue sfuriate, di cui
si pente subito e pone con grossolanità rimedio, giovialone, generoso, felice
di un amore che costantemente (conscio di non essere una persona perfetta,
bella e giovane) è terrorizzato dalla possibilità che termini bruscamente e di
Rosalie, divorziata con una figlia, colta, decisa, ma anche intimamente incerta
ed insicura, dolce, di un fascino femminile, non sfacciatamente esposto,
incredibile per il quale si può fare qualsiasi pazzia…
Ecco come, a volte, è necessario considerare
'anche' il triangolo. Sorprendentemente, Sautet mostra il percorso di
accettazione fino alla serena vivibilità della situazione. Oggetto della
contesa la radiosa, splendida Romy Schneider, i contendenti sono il fluente
Sami Frey e il musone Montand.
Poteva essere la solita pochade alla francese e
invece è una commedia squisita sull'instabilità dei sentimenti, sempre condotta
con sensibilità e realismo e con una capacità di rivoltare le regole del
conformismo con una leggerezza davvero rara. Forse (forse...) pecca un pò di
frammentarietà ma resta comunque un film delizioso. Poetico il finale.
Applausi a scena aperta per i tre protagonisti,
Montand è il perfetto uomo frustrato, Frey l'amante ideale e Romy semplicemente
una delle più grandi (e più belle) attrici di sempre.
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