lunedì 29 aprile 2024

Confidenza – Daniele Luchetti

tratto dal romanzo di Domenico Starnone, il protagonista Pietro Vella (Elio Germano, eccezionalmente bravo) ha lo stesso cognome del prete de Il Consiglio d’Egitto, di Leonardo Sciascia (sarà un caso?).

il film segue la vita di Pietro Vella, professore, amante, padre, scrittore, amato dagli studenti e studentesse, e portatore di un segreto che non ci viene sussurrato.

il professore si innamora di una studentessa, Teresa, ed è una felice storia d'amore che col tempo evapora, ognuno va per la sua strada, ma saranno legati per sempre, per via del segreto.

poi sposerà una collega, avrà una figlia e, invecchiando, anche due nipotine.

il professor Vella è innamorato di se stesso, è insicuro, ansioso, ha bisogno di obbedienza e approvazione, è ambizioso, ama essere amato, è falsamente modesto, vuole avere tutto sotto controllo (in pratica una sintesi di cosa è un uomo?), credendo magari di essere  nobile e altruista.

a tratti il film diventa un film dell'orrore, quello quotidiano, senza bisogno di effetti speciali, complice una musica all'altezza (o alla profondità?) degli abissi dell'animo umano.

insomma, un film che non lascia indifferenti.

buona (complicata) visione - Ismaele




Pietro Vella, perciò, non può permettersi di essere se stesso. Non può permettersi di essere una persona semplicemente normale. Non può e, alla fine, neanche lo vuole. Mettersi a nudo, far cadere la maschera, far scivolare i vestiti dell’impeccabilità è oramai impossibile. Ne è succube. Eppure quel segreto confessato potrebbe fare proprio questo. Ecco dunque che il regista, come un Caronte mortale, traghetta lo spettatore nell’abisso che è l’animo umano, in questo caso quello del protagonista, mostrandogli tutte le sue sfaccettature, fatte di angoscia, tormento, cieca paura del giudizio, fino a lasciarlo sulla riva opposta con non pochi cupi pensieri. Luchetti, in questo, fa un lavoro visivamente esemplare: nel raccontare una realtà in fondo comune a molti, crea degli squarci immaginari nella narrazione del reale, quasi delle visioni di Pietro stesso, in cui emergono i suoi turbamenti più profondi e i desideri più peccaminosi. E in cui la sua vera condizione d’animo si palesa, irrompe fulminea e violenta, generando una tensione emotiva di grande impatto, soprattutto perché irrobustita e sottolineata dalle musiche e i brani di Thom Yorke, che ben si amalgamano al tono drammatico della scena.

È chiaro, dunque, che Confidenza sia un cinema di riflessione e strette allo stomaco. Un film che porta a chiedersi perché viviamo nelle aspettative altrui e sociali, ma anche in quelle che ci costruiamo da soli, condannandoci a una sorta di dannazione eterna. Ci lasciamo tutti, chi più e chi meno, paralizzare e intimorire dalla percezione che il prossimo ha di noi, che è sì mutevole e subordinata alle informazioni che riceve, ma non per questo determinante a tal punto da essere il nostro ago della bilancia nella vita. Eppure se ci nascondiamo dietro alla paura, se indossiamo sempre e solo la maschera della perfezione neutralizzando il resto, non possiamo definirci persone né reali né vere. Ma solo burattini condizionati e manovrati da una vita che non ci appartiene.

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È pieno di non detti, Confidenza. Di insinuazioni, bugie, di prime impressioni. E questo contribuisce attivamente alla costruzione di un’atmosfera angosciosa e angosciante. E la cosa incredibile è che per tutto il tempo, tutto, non abbiamo minimamente idea di che cosa abbia fatto di così terribile Pietro. La sceneggiatura di Luchetti e Francesco Piccolo si affida completamente alla partecipazione attiva dello spettatore, che in questo modo non si limita – diciamo così – a subire il racconto, ma lo rielabora continuamente, a seconda del suo punto di vista.

Ci sono delle sequenze in cui la faccia di Germano riempie lo schermo, e noi non vediamo altro che il terrore che gli attraversa gli occhi e il modo meccanico, legnoso quasi, in cui smascella e cerca di trovare una ragione per tutto quello che gli sta succedendo. Molto velocemente siamo portati ad abbandonare qualunque tipo di percezione di buono e cattivo. E speriamo che Pietro possa trovare sollievo nell’essere finalmente smascherato. Perché la sua non è vita: è una prigione. Fatta di menzogne, di piccole cose, di un’intimità trascinata e quasi ossessiva, prima con Teresa e infine con Nadia…

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Thom Yorke malinconicamente ci accompagna in questo cammino, tra paranoia, terrore, ingenuità apparente e suo modo amore, suggerendo ciascuno di questi stati emotivi attraverso una musicalità, che al pari della scrittura, raggiunge vette di panico, crollo e stabilità d’animo – tanto dello spettatore, quanto dei personaggi che il film racconta – difficilmente replicabili. Per questa ragione Confidenza è un film che necessita di essere visto, per questa ragione Confidenza è un film che non può che spaventarci.

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