sabato 6 aprile 2024

Bunny Lake è scomparsa – Otto Preminger

una bambina scompare, la mamma e lo zio la cercano, ma non possono provare senza alcun dubbio che la bambina esista.

un bravo commissario di polizia cerca di capire cosa succede, è pieno di dubbi, non ha capito niente.

clima claustrofobico, attori sorprendenti, mistero fino alla fine, e niente è come sembra.

un gioiellino che ti tiene attaccato alla poltrona, fino all'ultimo minuto.

buona (psicologica) visione - Ismaele

 

 

 

 

Bunny Lake ha Desaparecido tiene actuaciones soberbias por parte de un elenco espectacular, encabezado por Carol Lynley, Keir Dullea y Laurence Olivier, pero también cuenta con interpretaciones realmente extraordinarias de personajes secundarios como la composición de Noël Coward del casero de Ann Lake, un sadomasoquista locutor de la BBC que acosa a su inquilina en shock y hasta a los policías que buscan a Bunny en un film que sorprende en cada escena. Martita Hunt también compone a un personaje extravagante, una mujer mayor que vive en el ático de la escuela de la que es propietaria pero que ya no dirige, recluida en su investigación sobre los sueños infantiles mientras emite sus comentarios sobre la desaparición, relacionándola con otras situaciones similares ocurridas en el pasado.

 

Otto Preminger crea aquí un film que desorienta al espectador en una búsqueda de veinticuatro horas que recorre los sórdidos escondrijos de una ciudad en la que el conservadurismo se mezcla con la nueva cultura rock, los viejos verdes que pululan ebrios por toda la metrópoli acechando a mujeres solas y una policía perdida en una situación que parece de lo más peculiar, con personajes que aparecen y desaparecen como en una historia de terror gótico.

 

Tanto en su realización técnica, en sus posicionamientos de cámara y en sus créditos iniciales como en su exquisito guión y su impresionante manejo del suspenso, Bunny Lake ha Desaparecido es una extraordinaria realización que lleva muchos de los temas que trata a otro nivel. Esta intensidad transgresora del medio pelo cinematográfico de la época en muchos sentidos es producto de la valentía de Penelope Mortimer, que ya había traspasado esos límites en sus novelas autobiográficas Papa se ha ido de Caza (Daddy’s Gone A-Hunting, 1958) y El Devorador de Calabazas, obras que habían convertido a las problemáticas de la mujer y su voz en cuestiones centrales, alejándose del lugar de seducción y banalidad en el que era ubicada para presentar personajes femeninos inteligentes, capaces de resolver situaciones psicológicas complejas, encarar escapes de instituciones psiquiátricas y abrirse camino hacia la verdad a pesar de la incompetencia de la policía y de las autoridades educativas.

da qui

 

Originale questo film di misteri del grande Preminger, che ci avvolge con la sua atmosfera soffusa ma niente affatto esile o banale. Anzi, il regista sa creare in modo molto efficace una sensazione di mistero, di incognita, e di grande ambiguità. Alcuni personaggi non sono ambugui in sé, ma vengono presentati con tocchi tali da non far capire subito allo spettatore che tipo di persone siano. Questo vale per la protagonista, come per il fratello, che per l'anziana maestra che vive relegata in altana. Altri, invece, sono ambigui di per sé, falsi e sfuggenti, scaltri e opportunisti: pensiamo al poco rassicurante padrone di casa, alla viscida direttrice dell'asilo, o alla cuoca permalosa. Il rapporto tra fratello e sorella, invece, prende nel corso del film, lentamente ma inequivocabilmente, le pieghe dell'incesto, poco importa se non consumato fisicamente. E la relazione tra incesto, pazzia e perversione è sempre molto stretta.
Su una buona parte del film grava un'atmosfera quasi di irrealtà, come onirica e confusa, anche perché il regista inserisce un elemento non approfondito o sviluppato, e lo lascia aperto, come il padrone di casa che getta sul letto della donna, poco prima che comincino i guai, quella maschera africana, "trattata" con riti magici locali. Il tema dell'occultismo non è affatto nuovo ai film di Preminger, il quale lo fa vedere praticato da individui decisamente spregevoli (non è così anche nella realtà?).
La vicenda è poi narrata con tale accortezza di particolari rivelati e celati, che il finale coglie di sorpresa e non fa mancare la suspense. Poco conosciuto e da riscoprire.

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Un lavoro quasi scabroso...la tensione erotica tra i due fratelli...la casa delle bambole e il finale folle.

Ann ( Lynley) porta al primo giorno la figlia a scuola,poi al momento dell'uscita la piccola sparisce in modo inverosimile,fino a pensare che la bimba non sia mai esistita e le indagini sembrano remare contro.Tutte le possibili prove spariscono,confermando pure una pazzia della donna,sostenuta dal fratello Steven ( Keir Dullea).I rapporti patologici tra i due fratelli sono alla base di questo giallo, fatto di tante ambiguita' che si impossessano a volte in ognuno di noi,qua portate fino alla tensione che si taglia con un coltello.Un ottimo thriller girato da un Otto Preminger in trasferta inglese,che trasmette una credibilta' che resta in gioco fino alla fine,lasciandoci nei dubbi per tutta la durata della pellicola.Grande sorpresa,raccomandata agli amanti del giallo stile Hitchcock e in piu' aggiungo un cast quasi perfetto.Un bianco e nero da sogno e dei titoli di testa tra i piu' belli che abbia mai visto....firmati Saul Bass.Non perdetelo...per nessuna ragione

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3 commenti:

  1. Allora è un film da segnare questo, lo guarderò, Otto Preminger è stato un grandissimo regista, e merita attenzione :)

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    1. e poi è stato lui che ha fatto lavorare Dalton Trumbo e Ben Hecht, nelle liste nere del maccartismo

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    2. Lo so, un grande regista, e un grande uomo di cinema :)

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