capitano, a volte, dei film che sorprendono.
Gutland è uno di quei film, al cinema ci sarebbero dovute essere le file, ma per evitarle non abbiamo potuto vederlo in sala.
Frederick Lau (Jens) e Vicky Krieps (Lucy) sono i due strepitosi protagonisti in una storia che non è quello che sembra, l'ospite, per quanto delinquente, viene accolto, viene integrato, viene "ingabbiato" in un ruolo necessario, non solo nella banda musicale, ma nell'economia degli equilibri del villaggio, in una sceneggiatura a orologeria.
non sappiate niente prima di vedere questo gioiellino, nessuno se ne pentirà.
buona (grandissima) visione - Ismaele
…C’è qualcosa di
inquietante che bolle sotto la freddezza della comunità locale, la maggior
parte della quale ha vissuto nel villaggio per tutta la vita e fatica ad
accoglierlo. Al contrario, la figlia del sindaco, Lucy (l’attrice Vicky Krieps, scelta nel ruolo di modella da Paul Thomas Anderson ne Il
filo nascosto) lo adesca in una birreria e gli da il benvenuto
portandoselo a letto in una stanza tappezzata con i poster dei divi stile
ragazzina anni ’80, nella casa di famiglia dove dormono i genitori e il figlio…
…Gutland è un racconto quasi indefinibile, che pur
rimanendo nel solco del thriller psicologico è ibridato in modo quasi erratico
con altri generi, dall’horror al melodramma. Opera di debutto per Van Maele,
pur non eccedendo in originalità mostra chiare influenze Hitchcockiane e
Lynchiane, muovendosi nel tropo della piccola comunità che fagocita lo
straniero nei suoi segreti. Van Maele (il cui script è stato ritoccato dallo
scrittore rumeno Razvan Radulescu) non sembra interessato a dare troppe
certezze al suo spettatore e anzi dissemina la narrazione di dubbi,
insinuazioni, spunti appena accennati e poi abbandonati, e immagini forti…
…Gutland es un film que mezcla muchos géneros sin caer en
el desorden narrativo, va y viene de elementos fantásticos a componentes de
thriller de forma muy efectiva, siendo el resultado una película claustrofóbica con una trama interesante, personajes misteriosos,
escenas simbólicas y muchos
acertijos a descubrir. Una película donde el director sabe manejar los
tiempos e impregna de misterio a cada personaje, Govinda Van Maele crea una metáfora con todos estos elementos y sin caer
en la sobre explicación a la que nos tiene acostumbrados el cine por estos días.
El
primer largometraje de ficción del realizador luxemburgués Govinda Van Maele es
un gran thriller sobre un misterioso alemán que llega a una comunidad rural en
Luxemburgo para escapar de algo o alguien que lo acosa pero descubrirá en la
interacción con los habitantes del pueblo los secretos que guardan, en un
tortuoso y doloroso proceso que también lo llevará a descubrirse a sí mismo.
Van Maele construye una obra con diálogos breves y concisos y
escenas largas de gran tensión en las que el protagonista se siente doblemente
asediado. Por un lado la amabilidad de la comunidad se convierte en acoso y
disciplinamiento para transformarlo en uno más en la pequeña pero maciza unidad
colectiva que lo atenazada por diversos frentes. Por otra parte, el hombre es realmente
perseguido por la policía y por sus compañeros, que lo buscan por una estafa en
Colonia para saldar cuentas por sus decisiones…
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