secondo me un film così non l'avete mai visto.
una storia a orologeria, implacabile, un cattivo come pochi, una corsa contro il tempo che inquieta come in pochi altri film.
di sicuro non riuscite a smettere di vederlo, è un crescendo che coinvolge fino all'ultimo minuto.
un gioiellino come pochi, un serial killer imprevedibile.
buona (ottima) visione - Ismaele
E con questo fantastico "Creepy" Kiyoshi Kurosawa firma il
suo ennesimo capolavoro.
Parto subito così mettendo immediatamente le carte in chiaro, questo
film è un capolavoro, esattamente come "The Cure" e anzi, mi
sbilancio forse ancor più di "The Cure".
Si perchè in "Creepy" c'è la regia del maestro Kurosawa che
è un qualcosa di impressionante, una maestria, una eleganza nella messa in
scena, una fotografia sbalorditiva, una direzione degli attori a dir poco
fenomenale e un film che scorre lentamente ma che va verso un finale drammatico
e indimenticabile.
Di Kurosawa ho capito che è un regista che non tende mai a
spettacolarizzare niente, perfino in film di fantascienza tipo "Before We
Vanish" tendenva a spettacolarizzare poco e niente, figuriamoci qui che
abbiamo a che fare un giallo, un thriller perfetto e che ci inchioda alla
poltrona dall'inizio alla fine.
Abbiamo un ex poliziotto, ora docente universitario che viene
richiamato per occuparsi di un caso molto complicato, contemporaneamente a
questo lui ha appena traslocato con la compagna e cerca di conoscere i vicini
di casa, tra questi c'è un tipo molto e sottolineo molto particolare, un tipo
bizzarro, inquietante, sinistro, grottesco, tragico.
Abbiamo quindi uno dei "cattivi" più bizzarri che abbia mai
visto, un serial killer vero ma che ha l'astuzia di preparare piani diabolici
ricorrendo perfino a droghe molto potenti, per rimbambire completamente le sue
vittime, ma che ha anche una paura folle insolita per un serial killer...ha
paura di sparare! Geniale!
Ancora una volta quindi il cinema orientale si dimostra superiore,
sulla carta imbattibile sotto ogni angolazione lo si voglia prendere, questo
perchè secondo me in Oriente c'è prima di tutto una maggiore libertà sul mondo
della settima arte, seconda cosa perchè ci sono decine e decine di registi che
sono capaci di sfornare capolavori, film perfetti, che sono di una bellezza
sconvolgente, sia da un punto di vista tecnico, sia da un punto di vista
visivo, sia da delle narrazioni che è impossibile non seguire con tutta la
passione possibile.
Come dicevo, un giallo, un thriller, un film che va alla ricerca di
un killer, si ma non è un film tipo "Seven" (che è un grande film) è
un qualcosa di completamente diverso.
Non è un film che tende a farti saltare dalla sedia, non è un film
"notturno", anzi la fotografia è limpida, lucida, gran parte del film
si svolge in pieno giorno...ma quando si oltrepassa quel maledetto cancello
della casa di questo vicino così grottesco...li si entra nel mondo delle
tenebre, e la paura arriva come una frecciata in petto.
Un finale poi meraviglioso, che si, forse quando lo vedrete lo
potrete anche intuire, ma comunque messo insieme a tutto quello che abbiamo
visto ci fa tirare un sospiro di sollievo e ci fa uscire da un autentico
incubo.
Che dire quindi, ennesimo colpo grosso per Kurosawa, regista
mastodontico che con "Creepy" film il suo ennesimo e immenso film che
non vi potete perdere per nessun motivo al mondo.
Da vedere ad ogni costo.
…La
maestria che coordina questo sconvolgente thriller d’autore risiede
innanzitutto nel saper tramutare
una storia illustrata con toni tutto sommato ordinari, mai sovraccarichi o
canonizzati, in un vero incubo ipnotico sulla disgregazione affettiva e sociale
del gruppo familiare, sorprendente e disturbante fino all’ultima sequenza.
Il senso di insalubrità, di soffocamento progressivo, indotto anche da
uno spettro di tinte desaturate che, nel lugubre abbandono di certi spazi
“vitali”, sembrano fissare nell’atmosfera immote incrostazioni di malessere
cronico e incallita ostilità, cresce seguendo una cadenza costante
poggiata sul rinvenimento degli indizi, sulla constatazione delle
preoccupanti anomalie che circondano la dimora della coppia, svelate con tale
freddo controllo (dell’esposizione narrativa, del montaggio, della simbolica
erezione delle inquadrature) da apparire sempre angosciosamente plausibili.
In questa condotta sottrattiva risiede la forza incantatrice del
lungometraggio, che nonostante la non trascurabile durata ne esce supremamente
compatto, motivo per cui, rivolgendo a visione conclusa il pensiero all’anima
negativa della vicenda, se ne può apprezzare integralmente il ragguardevole
corredo psicologico, accresciuto con astuzia viperina sotto lo sguardo
insospettito del pubblico, il quale, se per un buon lasso di tempo ne sa quanto
il primattore, non appena si prospetti uno scarto in avanti nella conoscenza
dell’occulta verità non può che trovarsi di fronte a una nuova dose di elementi
sconcertanti, ben lungi dall’essere chiarificatori.
Merito indiscutibile da addurre all’eccellente carisma del villain, letteralmente
disorientante nella costruzione meticolosa dell’intonazione mendace, delle
movenze repellenti, delle smorfie e degli sguardi malati, del demoniaco dominio
sui “compagni di scena”, dell’agghiacciante perversione che sembra non avere
alcun tipo di argine esterno.
Degno di nota anche il nutrito correlativo sonoro, d’un’eloquenza
oscura e composta, giocata sulle ricchissime dissonanze degli archi e sulla
loro fusione ad un permanente humus di origine intradiegetica, efficace
fonte ulteriore di suspense e irreprimibile nocività.
…Kurosawa si
disinteressa delle increspature narrative, trascina i propri personaggi verso
l’orrore, li rende schiavi di una fine annunciata e atroce. E si disinteressa
anche del mondo circostante, di tutto quello che normalmente ruoterebbe attorno
alle case di Takakura e di Nishino. Creepy è
un microcosmo a parte, un luogo altro. Una Twilight Zone alimentata dall’indifferenza.
Kurosawa non ha bisogno di oliare snodi narrativi, così si concede alcuni
passaggi spregiudicati, evidentemente metaforici: è il cortocircuito tra
quotidianità e orrore a trascinare il vecchio ispettore Tanimoto nell’antro del
diavolo. È la superficialità di chi non (ri)conosce più i suoi vicini.
Creepy riesce a dare
corpo al Male, a quella malvagità che cresce e prolifera in un cono d’ombra,
che succhia forza ed energia dalla stanca routine matrimoniale di Yasuko, dalle
conflittualità adolescenziali di Mio. Kurosawa rielabora, stilizzandoli, alcuni
elementi formali del J-Horror per adattarli a una realtà dai contorni
luciferini: emblematica l’immagine della grande busta di plastica, del suo
effetto sui corpi, della composizione raccapricciante dei capelli e della pelle
bianca, morta…
http://quinlan.it/2016/04/30/creepy/
…Protagonista un
ambiguo e repellente Kagawa Teruyuki, uno dei migliori attori della sua
generazione, che si contrappone al detective di Nishijima Idetoshi, accecato
dalle troppe certezze e costretto a trovare la verità affrontando i propri
demoni. Il tutto viene raccontato con un ineguagliabile senso dell'inquadratura
e della sua costruzione. In Creepy, diversamente ad esempio da
quanto avviene in Retribution, non sono i colori a
svolgere un ruolo simbolico. È piuttosto la loro assenza, la totale
desaturazione che porta quasi a una scomparsa del sangue dai cadaveri, a
raccontare per immagini lo svuotamento - di ricordi, emozioni, amore, affetti -
di cui è oggetto il nucleo familiare. Gli spazi chiusi e ostili o i cortili
pieni di cianfrusaglie che dividono una casa dall'altra non fanno che ribadire
una sensazione di frustrazione e abbandono, destinata a deflagrare nel
catartico climax finale. Un epilogo che sa di accettazione della sofferenza
come ineluttabile compagna dell'esistenza, elemento di possibile condivisione
anziché di vana separazione.
…Diciamolo subito: se questo film avesse avuto una
firma diversa, probabilmente il giudizio sarebbe stato più magnanimo, ma
conoscendo Kurosawa Creepy non può sfuggire ad una serie di osservazioni che ne
minano abbastanza la valutazione complessiva.
Se dal punto
di vista tecnico la mano del regista giapponese è chiarissima e
altrettanto si può dire per la tipologia dei personaggi e delle tematiche
trattate rivolte sempre a quel lato oscuro e intimamente malvagio dell'animo
umano, la struttura narrativa del film convince molto poco: Creepy infatti
sembra ondeggiare in maniera spesso confusa tra il film che vorrebbe
affacciarsi al soprannaturale e al suo substrato filosofico e il racconto
logico da thriller, col risultato che alcuni snodi fondamentali del film (basti
pensare alla figura dell'anziano detective di provincia) sono francamente poco
credibili e forzati.
Se come
thriller Creepy il suo lavoro, soprattutto nel finale lo svolge bene, anche nel
metter in mostra alcuni lati oscuri dell'animo umano e nel creare suspance,
come impianto complessivo mostra svariati punti deboli e sembra troppo spesso
ridursi allo scontro tra psicopatie e alterazioni delle personalità,
utilizzando tra l'altro stratagemmi molto poco convincenti ( le droghe che
vengono utilizzate ad esempio).
Sicuro punto
forte del film è il personaggio di Nishino, un eccellente Kagawa Teruyuki,
mentre Nishijima Hidetoshi non è altrettanto convincente nel ruolo di Takakura
e Takeuchi Yuko ben si presta al ruolo di moglie remissiva e devota.
…Creepy è fedele al suo titolo per buona parte dello svolgimento, instillando un
sentimento di leggero malessere e disagio man mano che i personaggi si fanno
conoscere. Il problema però è che il cuore della storia non è ben supportato
dal contorno. Tutto quello che ruota intorno ai personaggi principali diventa
gradualmente sempre più sciatto nello svolgimento. Mentre i fatti salienti
accadono nel microcosmo del vicinato, le reazioni del mondo esterno, della
polizia, dei conoscenti sono così ingenue da lasciare perplessi a dir poco.
Questo indebolisce molto la storia rendendola un po’ irreale, ma anche troppo
poco irreale. Probabilmente sarebbe stato meglio andare nella
direzione opposta e dare al tutto un carattere più surreale.
Sicuramente c’è molta allusione alla cultura del
Giappone moderno, alla grande riservatezza che sfocia spesso, soprattutto nelle
città, in indifferenza e diffidenza verso gli altri, addirittura tra coniugi.
Ciò non toglie che le mie aspettative sono rimaste
un po’ deluse nel complesso, anche se nei particolari ci sono delle vere perle
del brivido, incluso il sorriso di Nishino.
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