Gabriele è un professore di musica, solitario e solo, che vive in un palazzo, in un quartiere, in una città, in una regione, in uno stato, ad alta densità camorristica.
e Ciro è un ragazzino cresciuto col mito camorristico, e gli capita di fare una cosa che non doveva, lo cercano, ancora non sa che lo vogliono morto, e si rifugia, per caso, a casa di Gabriele, che lo tiene nascosto, a suo rischio e pericolo.
il film è la lotta per la sopravvivenza di Gabriele e Ciro, che piano piano diventa come un figlio per Gabriele e Gabriele come un padre per Ciro.
il film è tutto qui, e non è poco, ormai Silvio Orlando è un fuori classe.
se facessero un film nel quale la cinepresa riprende Silvio Orlando e Toni Servillo che chiacchierano per due ore mangiando la pizza, io ci andrei senza alcun dubbio.
intanto, buona (nascosta) visione - Ismaele
…Il bambino nascosto è una creatura strana fatta di mistero e
citazioni, da Totò al poeta greco Konstantinos Kavafis. Roberto Andò non si
discosta molto da alcuni punti fermi della riflessione intellettuale e
filosofica che da sempre percorre la sua filmografia, e il film si rivela un
esperimento riuscito. La storia dai contorni noir si svela lentamente allo
spettatore e lo traghetta verso l'epilogo attraverso il rapporto che
coinvolgerà i due protagonisti…
…L'afflato
poetico è la spina dorsale di una narrazione fatta di silenzi e di sguardi, ma
anche ricca di svolte drammatiche e problemi reali, nel contesto allucinato di
una città dominata da una malavita che opera in parallelo alle persone oneste
finché le loro strade per caso non si incontrano.
Silvio Orlando entra in una maturità interpretativa sofferta
ma proprio per questo alleggerita da qualunque vezzo o tecnicismo, e Giuseppe
Pirozzi che interpreta Ciro, il bambino nascosto, può contare su un carisma
naturale e una spontaneità non edulcorata.
In un luogo senza legge l'uomo anziano e il bambino formano
un'insolita alleanza, in barba ai consigli interessati di Renato, il fratello
di Gabriele, un magistrato che ritiene che il maestro di musica abbia tradito
la loro storia famigliare facendo scelte di vita che non si limitano al
trasferimento dal Vomero alla Napoli "sporca e cattiva". "Sei un
protestante nel luogo sbagliato", dice Renato a Gabriele…
…La regia di Andò in Il bambino nascosto è particolaristica quanto la sua
penna, capace di indagare i volti ad un livello
epidermico, introdurre chi osserva in una storia già compiuta ma tesa fino
all’epilogo. Lo spazio geografico assume un ruolo da protagonista, mai da mera cornice, funzionale alla resa
dinamica degli incastri provvidenziali. Prima ancora del conflitto con
l’aberrante realtà della camorra, il fuoco dell’intera narrazione è giocato su un terreno invisibile, quello di una città filtrata dalle finestre: nascosti dietro le tende, i protagonisti
scrutano una realtà circostante che, oscura e crepuscolare, appare bellissima e
oltraggiata nel suo senso più puro. Nello scontro tra il solipsismo di Gabriele e l’etica più solida del suo personaggio, viene da chiedersi quale sia il movente dell’amore, della protezione, se siano frutto di un’esigenza personale di riscattare la propria solitudine o
diretta conseguenza di un amore smisurato al di là di ogni pretesa. “Nella vita esiste la metamorfosi dei destini” – afferma Marcoaldi – una trasformazione possibile, aiutata dalla fatalità
e dal coraggio, dall’intelligenza del cuore e dall’eccedenza di amore, che riscatta l’essere umano dalla sua
inevitabile condizione di finitezza.
https://welovecinema.it/2021/11/08/il-bambino-nascosto-la-recitazione-di-silvio-orlando/
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