quest'anno i film vincitori dei festival di Cannes (Titane) e Venezia hanno tanto in comune, le vincitrici sono registe, sono francesi, sono al loro secondo film, importantissimo, in entrambi i film, è un rapporto sessuale, e poi ci sono anche i pompieri.
i film sono diversissimi, naturalmente, e quelle di prima sono curiose coincidenze.
L'événement (tratto da un romanzo di Annie Ernaux) è la storia di una ragazza che all'inizio degli anni '60, in Francia, resta incinta, vorrebbe abortire, ma nessuna legge lo consente.
e il film racconta il suo tormento e la sua solitudine, in questa scelta contro la legge.
negli anni grandi film sono stati girati e premiati nei festival, riguardanti l'aborto, ne cito solo uno, 4 mesi 3 settimane e 2 giorni di Cristian Mungiu, Palme d'Oro a Cannes, nel 2007, e purtroppo è un tema sempre d'attualità, in molti paesi del mondo la legge lo vieta, e se non è vietato è ostacolato burocraticamente in moltissimi modi, come solo la burocrazia sa fare.
la protagonista, Anamaria Vartolomei, è bravissima e il peso di quella scelta riesce a mostrarlo davvero bene (se il premio a Venezia fosse stato solo uno l'avrebbe meritato lei per la sua interpretazione, anziché il miglior film, opinione personale).
il film è in poche sale, solo qualche decina, ma al cinema è meglio.
buona visione - Ismaele
L’aborto
ai temi della proibizione è da tempo un genere cinematografico consolidato,
perfino codificato. Qualche titolo, mescolando classici e recentissimi: Un affare di donne di Claude Chabrol, Vera Drake di Mike Leigh, Una storia milanese di Eriprando Visconti, 4 mesi 3 settimane e 2 giorni di Cristian
Mungiu, Mai raramente a volte sempre di Eliza Hitman.
Fino a Langui presentato all’ultimissimo Cannes.
Narrazioni costruite su uno schema invariabile, costante: una giovane donna
resta incinta contro la sua volontà e opta per l’aborto. Ma l’ambiente è ostile,
l’interruzione volontaria di gravidanza un reato, la protagonista dovrà cercare
una soluzione inoltrandosi in un percorso pieno di ostacoli e rischi. Segue
fedelmente il modello anche L’Evénément,
collocato nella provincia francese, m’è parso di capire ad Angoulême, nel 1963,
ben prima di ogni legge di liberalizzazione-depenalizzazione dell’aborto. Lei,
Anne, ha 18 anni, sta in uno studentato mentre si prepara agli esami per essere
ammessa alla Facoltà di letteratura francese. Viene da una famiglia proletaria,
le sue speranze di ascesa sociale, di fuoruscita da quel mondo piccolo e di
povertà soprattutto culturale stanno tutte nell’entrare all’Università, la
porta che le potrebbe aprire un futuro di emancipazione...
…Costruito come un thriller e scandito
dalle settimane della gravidanza, il film alza la posta e il rischio che la
protagonista corre per sbarazzarsi di qualcosa di alieno che cresce dentro di
lei, qualcosa che la possiede. L'événement ritorna
meticolosamente su una situazione che sembra fortunatamente lontana oggi e che
è vissuta con palpabile tensione e angoscia dalla giovane protagonista,
Anamaria Vartolomei. Nei suoi larghi occhi chiari riaffiora tuttavia un
soggetto ancora attuale in numerosi paesi del mondo, negli USA come nell'Europa
dell'Est e ancora.
Audrey Diwan espone minuziosamente le stazioni di un incubo, procedendo con una
sorta di determinazione politica. L'événement è la storia
(vera) di Annie Ernaux, studentessa incinta a Rouen nell'inverno del 1963,
offerta e condivisa come un documento che trascende l'individualità a forza di
dettagli intimi. È una passione laica che può accadere e dirsi solo con il
metodo e lo stile di Annie Ernaux. Audrey Diwan adatta le sue pagine attraverso
una sintassi grigia ma necessaria che si scioglie in 'una scena di sacrificio'.
Amaro e limpido, implacabile e coriaceo, L'événement non
mancherà di provocare irritazione o repulsione, ma aver 'vissuto' l'accidente sul
proprio corpo dà il diritto inalienabile di scriverne, di raccontarlo, rompendo
i tabù della clandestinità. L'aborto è diventato legale ma ci sono ancora poche
storie e la letteratura sull'argomento è sovente soffocata da ellissi. Annie Ernaux e Audrey Diwan entrano nei dettagli perché sono i
dettagli che uccidono.
…Rischiare la sua vita e abortire, o avere
il bambino e sacrificare il suo futuro. Questa era la non scelta di una donna,
questa spesso è ancora la verità indicibile, e la responsabilità della
gravidanza spetta e pesa totalmente sulla donna, su Anne. I suoi gesti, il
suo comportamento, il modo in cui cammina, i suoi silenzi, trasmettono questa
crisi improvvisa nella sua vita, mentre il suo corpo cambia, di settimana in
settimana, e la regista trasmette l’indicibile orrore del tempo che passa, così
come appare sullo schermo in termini di settimane.
E assieme al silenzio, alla parola aborto,
mai usata nel film, al tabù, alla sua sofferenza, alla colpa, all’interruzione
come sanzione, come peccato, c’è il desiderio, altro grande protagonista
de L’événement: il desiderio ha una sua centralità
all’interno della storia, il piacere carnale è un diritto e qualcosa per cui
Anne combatte implicitamente, combatte per il suo diritto al piacere. Perché
l’altro grande tabù che L’événement tenta
di spodestare sta proprio nella fisicità dei rapporti, nella lussuria, nel
piacere come atto di appagamento personale. Fare sesso liberamente per il
proprio piacere è una scelta, un’azione che non si perdona a una donna, subito
stigmatizzata come una puttana: lo stigma della puttana non è altro che uno
stigma di genere, e come tale vuole fungere da strumento di disciplina della condotta
delle donne…
…Con un cast
femminile davvero azzeccato e guidato da una Anamaria Vartolomei intensa
e magnetica, la regista Audrey Diwan riesce a
confezionare un film forte e toccante, tenendosi sui limiti di ciò che è
davvero violento, ma azzardando un paio di scene che non possono che far
stringere i braccioli della poltrona. Senza grandi guizzi ma con solidità narrativa
e recitativa, il suo L’événement è un adattamento che
riesce a incanalare al meglio la forza del romanzo autobiografico da cui è
tratto.
Tuttavia chi ha
visto il film di Mungiu non può che comparare le due pellicole e la vincitrice
rimane (con ampio margine) la Palma d’Oro 2007, che spunta le stesse voci della
lista ma con un’intensità emotiva, narrativa e delle istanze politiche
infinitamente più potenti.
…La visione del film completa
la lettura del romanzo di Annie
Ernaux,
e viceversa. Schermo e carta vanno mano nella mano e si completano a vicenda.
La regista collabora in sceneggiatura con Marcia Romano e fa propria questa
storia, a cui è legata anche per motivazioni biografiche. Ecco cosa ha
dichiarato Audrey Diwan:
«L'Événement non è un film sull'aborto, ma sulla
libertà delle donne. Da giovane ho dovuto abortire: l'ho potuto fare
legalmente, in ospedale, in tutta sicurezza, senza rischiare la vita. Alle
generazioni precedenti questo non era possibile e ancora oggi non lo è in molti
Paesi, come la vicina Polonia».
L'Événement è un film dedicato alle Anne di tutto il mondo,
a quelle donne e ragazze che ancora oggi stanno vivendo il calvario della
protagonista. Da vedere assolutamente, dotandosi di una buona dose di stomaco e
cervello.
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