Pedro Almodóvar riesce a sorprendere ancora, con un film che unisce le storie di oggi a quelle di ieri (le radici di oggi sono nel passato, che va spiegato, capito, recuperato, risolto, svelato, perché i fantasmi possano riposare nella propria tomba).
le madri, più che parallele, s'incontrano, si uniscono, è un allontanarsi e un riavvicinarsi continuo.
Penélope Cruz (Janis) e Milena Smit (Ana) sono le madri parallele che guidano i giochi, ma il caso mischia le carte. Ciascuna ha la sua storia, le bambine sono il futuro, forse un riscatto, una salvezza.
film che merita, non trascuratelo.
buona (parallela) visione - Ismaele
Madres Paralelas conferma che Pedro Almodóvar è in stato di
grazia e in piena fase rinnovativa del proprio cinema, utilizzando tematiche
trasversali alle sue opere, come la maternità e le dinamiche queer, come
schermo abitudinario dietro cui nascondere elementi sorprendenti e quasi
spiazzanti con cui affronta a viso aperto i fantasmi della Spagna franchista in
una vera e propria svolta politica.
…Almodóvar si muove lungo la sutura di
una transizione (politica) ambigua e di un Paese mai davvero ricomposto. Senza
rinunciare all'empatia prodigata ai suoi personaggi, a interessargli
visibilmente è la nativa Spagna, a cui torna come da un esilio e che filma non
più come territorio mentale, un sogno che impasta coi colori materia
proustiana, ma come terra da scavare (letteralmente), riesumando i fantasmi
della Guerra Civile.
Ritratto genetico di una nazione, Madres Paralelas è quello
che Hollywood definisce, e mai definizione fu più luminosa, un movie
motion pictures, immagini (emozionanti) in movimento. Una formula, magica
e chimica, che Almodóvar applica per realizzare i suoi film più belli. Nel suo
cinema tutto è movimento, a cominciare dalle emozioni, un'azione 'di dentro'.
In questo senso, un melodramma è un film d'azione, un'avventura intima da cui
usciremo in lacrime, stravolti dall'instabilità romanzesca, le montagne russe
sentimentali, le peripezie (in)verosimili che mai come in questo film elevano
la trama da foto-romanzo a tragedia (iberica). Ancora una volta è una questione
di maternità. Perché la guerra sarà pure è un'affaire da
uomini ma per il regista un uomo è prima di tutto un figlio…
…Madres paralelas, porta l’attenzione dello spettatore direttamente al
fulcro della narrazione. Per questo si spiegano gli scatti temporali e i cambi
di sequenze che sintetizzano quasi un cambio scena. I passaggi superflui
vengono narrativamente aggirati, mentre viene conferito un tono al conflitto
che dilania Janis. Non poche volte, infatti, si assiste a dissolvenze in nero
che mostrano l’affievolirsi della luce che chiude sempre sul viso della Cruz.
Una scelta di fotografia che sottolinea fragilità, terrore, conflitto.
Madres paralelas, è un’opera sulla “dannazione” della
maternità: un ruolo sublime e fragile insieme, meraviglioso
e terribile. Il film riesce a restituirlo, operando anche su quel livello
di contrasto già citato che estromette la paternità. Madres
paralelas, così, ricostruisce le costellazioni familiari e lo fa in un
impianto narrativo semplice ed efficace. Almodóvar si getta a capofitto nell’intreccio
tra passato e presente, vita e denuncia storica. La ricerca delle
radici è l’espediente che ricuce e colma la separazione. Essa riporta a unità
la Storia e le storie come, forse, tenta di mostrare l’emblematica sequenza
finale.
…Assecondando
l’entropia tipica di Almodóvar, la relazione tra Janis e Ana diventerà sempre
più complessa, le ombre sempre più fitte, e prima di dipanarsi si aggrapperanno
con le unghie alla negazione della realtà contribuendo ad alzare la posta
emotiva del racconto e rimescolando continuamente ruoli e gerarchie.
Eppure, anche
nelle situazioni più tese resta lampante l’affetto che il regista ripone verso
i suoi personaggi e, in generale, verso l’umanità, scegliendo come
sempre di accogliere tutte le sfumature dell’esistenza; senza tagliare la
morale con l’accetta né giudicare nessuno…
…Derubricare Madres paralelas ad “Almodovar
minore” significa fare un torto al film e al regista. Primo,
perché il più imperfetto film di Almodovar resta sempre uno spettacolo
conturbante. Secondo, perché il tono minore, minimale e sottile
della messa in scena rappresenta chiaramente una scelta deliberata.
A 72 anni
Pedro Almodovar continua a sperimentare senza manierismi. Riscrive i codici
distintivi del suo linguaggio audiovisivo, lascia il rosso come colore
dominante dell’inquadratura ma rinuncia ai toni saturi e brillanti in favore di
una fotografia più naturale e realista.
Sceglie due
volti iconici del suo Cinema, Penepole Cruz e Rossy De Palma,
ma affianca loro interpreti sconosciuti al pubblico internazionale. Stempera
gli accenti più drammatici del melodramma, lasciando le sue protagoniste
dominare la scena, spesso perfino priva di colonna sonora, per esaltare
l’umanità di sentimenti e sensazioni.
…Madres paralelas es una película que parte de una
idea prometedora, pero que acaba siendo un intento fallido por parte del
director. Siempre
es de agradecer que directores como Pedro Almodóvar, tengan un compromiso
tan firme con la memoria histórica de este país, pero en este caso la
estructura narrativa y las incoherencias de guion que se dan en la trama, han
tirado por la borda la que podría haber sido una gran película. No
obstante el sello del director sigue estando intacto, a la vez que la cinta
cuenta con un elenco maravilloso, destacando por encima incluso
de Penélope Cruz, el trabajo formidable que hace Milena Smit.
Nessun commento:
Posta un commento