un documentario/film sulla storia della mafia in Italia.
la mafia nasce come sicario di chi sta in alto, potere politico, e statiunitense.
un film denso di informazioni e suspence.
buona (mafiosa) visione - Ismaele
QUI si può vedere il film completo
Eccezionale, da visione obbligatoria per un italiano. Si
tratta, e bene, della mafia: uno di quegli argomenti che non si devono mai
trattare in modo competente, per interesse della classe dirigente politica ed
economica italiana. E qua se ne offre una tesi che apparirebbe forse la più
convincente: la mafia avrebbe ottenuto potere grazie all'impunità che sarebbe stata
garantita dagli Usa. Gli Usa non potevano fare a meno della mafia per passare
in Europa e vincere la seconda guerra mondiale, e così controllare la
maggioranza del mondo di 70 anni fa, e anche di oggi: e allora hanno concesso
ogni potere locale, anche politico oltrechè economico, alla criminalità
organizzata. Con le conseguenze nefaste per lo stato italiano che poi si sono
verificate, tipiche di uno stato servo, privo di reale sovranità. Il legame
fortissimo tra mafia e capitalismo è poi reso con chiarezza, anche con il suo
passaggio tramite il fascismo, ma non solo. Tale studio della mafia è
auspicabile che venga esteso anche alle università e ancora di più alle scuole,
affinchè divenga parte imprescindibile del bagaglio culturale di ogni elettore
italiano. Se poi le tesi contenute in questo film siano veritiere o no, lo si
può giudicare solo da parte di persone competenti: che hanno appunto
approfondito la questione senza dare aprioristicamente precedenza a nessuna
tesi in particolare, fosse essa legata al potere reale o no. Insomma, su cose
così fondamentali non conviene nè essere ignoranti, nè distorcere la realtà: ne
va della propria dignità di persone libere e aspiranti alla felicità.
Spesso criticato all'eccesso, il primo lungometraggio di
Giuseppe Ferrara è un esperimento insolito e coraggioso, specialmente se si considera
il periodo in cui fu realizzato. Bollato come regista schematico e didascalico
anche nei suoi film successivi, qui l'autore toscano lo è volutamente, poiché
gli interessa lanciare un messaggio, che nel 1970 non è per niente scontato:
basti pensare ai collegamenti che Ferrara fa tra la mafia e gli omicidi, molto
ravvicinati nel tempo di Enrico Mattei e J. F. Kennedy.
…Cinema stilisticamente rozzo ed inattendibile. È da
questa opera prima che si originano tutti i problemi del cinema ferrariano:
tutti i pregi e tutti i difetti sono già ben ravvisabili, e le contaminazioni
in campo (realtà e finzione, analisi e sintesi, documentario e
fiction…) non sempre funzionano. A conti fatti, Il sasso in
bocca manca di rigore, fors’anche di passione (ma non civile) e
soprattutto di linearità. Semplicistico e complicato, artefatto e schematico,
il primo opus della carriera di Ferrara risente certamente del suo
sperimentalismo ardito e quasi eroico, ma non basta.
Pseudo mondo movie a tema mafia, che ti entra dentro come una
lama di coltello affilata sin dall'incipit con i bulbi oculari asportati e ben
esibiti alla mdp (tipico del Ferrara esasperare l'aspetto grandguignolesco
della vicenda di sangue). Da Costello a Giuliano, dalla borsa a Scelba, un
susseguirsi di codici e infrazioni ai medesimi, di uomini d'onore e relative
punizioni (per tutte la morte del capo di Cosa Nostra sol perché calabrese e
non siculo). Stupendo!
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