martedì 17 settembre 2024

Da uomo a uomo - Giulio Petroni

Bill è l'ultimo sopravissuto allo sterminio della sua famiglia e cresce pensando di vendicarsi. 

trova un alleato decisivo in Ryan, anche lui, dopo 15 anni di prigione, desideroso di vendicarsi.

un western come si deve (distrutto da Roger Ebert e amato da Quentin Tarantino, ognuno ha i suoi gusti).

buona (vendicativa) visione - Ismaele

 

 

 

QUI si può vedere il film completo

 

 

Bel western, giudicato da Tarantino come il film modello per i revenge movie all'italiana. L'opera si apre con un inizio dilatatissimo dalle scenografie horror (notte, pioggia e vento che ulula continuo), prosegue con una sequenza da poliziottesco in cui vediamo il protagonista esercitarsi con la pistola e rientra poi nei binari del western all'italiana alla Leone (da cui vengono ereditati anche gli attori feticcio Luigi Pistilli e Mario Brega). Molte le citazioni da "Per qualche dollaro in più" (parte finale in cui Van Cleef e un giovane Law che - anche se sbarbato - si atteggia alla Clint Eastwood collaborano tra loro in un villaggio fantasma dopo essersi boicottati a vicenda per tutto il resto del film, facendo fuori uno a uno tutta la banda contro cui si schierano) a "I giorni dell'ira" (Van Cleef che da lezioni al protagonista) e "Un dollaro bucato" (protagonista legato e costretto a restare al sole dopo avergli fatto ingerire una manata di sale), proseguendo per un finale in cui viene richiamato anche "Sette dollari sul rosso" (Van Cleef che rifiuta il duello con Law dandogli le spalle mentre l'altro lo invita a difendersi). Spassoso e tipicamente da b-movie lo spiazzo deserto dove compaiono teschi e volti mummificati che anticipano la tortura prediletta dai messicani del posto: sotterrare fino al collo le vittime e lasciarle cuocere dal sole…

da qui

 

Una banda di fuorilegge assalta una fattoria, uccidendo e violentando gli abitanti della stessa. Si salva il piccolo Bill, passerà il resto della vita ad attendere la sua vendetta. Western spaghetti di discreta fattura, consigliato a chi ama il genere.

Spaghetti western condito con tutti gli ingredienti del caso, alcol, vendetta, machismo. L'attore protagonista è abbastanza scialbo e forza il suo personaggio, privo di un suo fascino naturale ma compensano i co-protagonisti ed il buon Lee Van Cleef. Discreta la sceneggiatura e non male anche la colonna sonora a firma di Morricone; nel complesso un prodotto apprezzabile.

da qui

 

Alas, it generally takes two hours for these connections to be established. But in the meantime, sitting there in the dark, watching this bad Western on a Saturday afternoon, you get an autobiographical feedback. You reestablish contact with yourself at the age of 10, when you sat through dozens of exactly such bad Westerns (only not so violent, although they seemed violent enough). And contemplation of this sort, the mystics assure us, is necessary for psychic well-being.

You can also reflect upon the fates of Lee Van Cleef and John Phillip Law. It is one thing to hurtle into stardom as a result of spaghetti Westerns, as Clint Eastwood did. But it is another thing to remain stuck in them. Van Cleef’s face, in closeup, has the lean, hardened, embittered expression of a man who has either (a) been pursuing his lonely vengeance across the plains of the West for 30 years, or (b) realizes he will be making spaghetti Westerns the rest of his life. These two feelings are nearly indiscernible.

But Law still retains a certain innocence. His eyes are blue, his face unlined, his cheekbones the sort we expect on a young and stubborn hero. He usually wears suspenders in these movies (just as Eastwood smokes cigars and Van Cleef a pipe), and they give him a naive earnestness. We feel that he will doggedly obtain revenge, wipe out the bad guys and return to Hollywood some day. We are on his side. No wonder. He needs us.

da qui

 

 

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