domenica 1 gennaio 2023

Wounds - Babak Anvari

un misterioso telefonino, un misterioso gioco mortale al computer sono fra i protagonisti del film.

dallo schermo un buco nero ipnotizza e ingoia chi sta al gioco.

intorno a questa macelleria ci sono anche degli attori che provano a resistere al Male, spesso senza riuscirci.

comunque il film non è male.

chi ha terrore delle blatte stia attento, ce n'è un esercito.

un po' mi ha ricordato Bug, di William Friedkin.

buona (blattesca) visione - Ismaele


 

 

…Io credo che il regista abbia voluto di proposito porre anche dei livelli di lettura più psicologici. Non è che una interpretazione sia meglio di un’altra. Tutti i livelli di lettura sono plausibili, ma credo che per il regista tutta la storia vada vista nel suo insieme. Magari ci saranno delle persone più allineate a una interpretazione piuttosto che un’altra, ma lui le mette tutte là. Saranno tutte allucinazioni da delirium tremens? Saranno i sintomi della PTSD? Sarà davvero un’epifania divina?

La cosa che trovo geniale però è quella di far riferimento allo gnosticismo applicandolo in modo fedele (almeno dal punto di vista degli archetipi) a un’ambientazione urbana contemporanea. L’altro punto interessante poi è l’unire tutte queste tematiche senza mai perdere troppo di vista l’equilibrio tra le parti, permettendo allo spettatore di decidere sempre quale interpretazione dare agli avvenimenti. La recitazione degli attori sicuramente ha aiutato tanto nella resa finale. Personalmente lo trovo un bel film horror, sperimentale anche a suo modo, visto che non è da tutti proporre il misticismo gnostico come filo conduttore. Aver osato era per Babak Anvari una lama a doppio taglio, tanto che questo lo si vede anche nei risultati delle recensioni critiche. Molti tra il pubblico poi non sono riusciti a capire il film fino in fondo, in tutti i suoi rimandi.

Personalmente però credo che questo sarà un film che tra un po’ di tempo verrà positivamente rivalutato e spero che porti sempre più registi a osare. Anche perché non se ne può davvero più di film horror posticci e copie di copie di copie di copie.

da qui

 

crediamo che Wounds sia il classico horror senza significato, privo di mordente, e pertanto passibile di indifferenza. Meglio non guardarlo.

da qui

 

L’opera del regista iraniano è piena di squarci affascinanti – bulbi oculari sfigurati, oscuri tunnel ultraterreni, libri misterici simili al Necronomicon -, ma piuttosto che sviluppare queste idee agghiaccianti, sceglie di continua semplicemente ad aggiungere qualcos’altro di nuovo. Il risultato è che lo spettatore rimane con un pungo di immagini promettenti, ma lasciate a metà cottura. A parte l’orrore cosmico, Babak Anvari è chiaramente interessato a prendere in esame il machismo tossico attraverso il velo del genere horror, ma la sceneggiatura decide di non approfondire. Armie Hammer è uno stronzo e, sostanzialmente, deve essere punito. Questo è tutto.

Il problema più grande di cui soffre Wounds è comunque la mancanza di buon senso nei suoi personaggi, principalmente la Carrie interpretata dalla catatonica Dakota Johnson, la fidanzata di Will, che riconoscono un pericolo ma sono incapaci di agire adeguatamente. Se la ragazza sembra inizialmente la più intelligente del gruppo, spingendo Will ad andare alla polizia, la performance dell’attrice vista in Suspiria entra in crisi quando si tratta di svoltare a livello emotivo. Uno degli obiettivi più importanti da raggiungere per un horror è riuscire a costruire una forte connessione empatica ai personaggi sullo schermo, che consenta alla spettatore di provare qualcosa per loro e la loro sorte…

da qui

 

«New Orleans è come una porta verso un’altra dimensione». Una delle chiavi che aprirà questo portale è il cellulare che Armie Hammer recupera nel bar dove lavora. Quel piccolo oggetto distruggerà gradualmente la già compromessa relazione con la fidanzata Dakota Johnson. Con talento, Babak trasforma un semplice telefono… in un mostro. A poco a poco, lo smartphone pregno di onde negative e immagini proibite diffonderà il suo veleno come una nuova forma di male che si sparge attraverso le stesse cose che mostra. Con Wounds Babak ritrae un mondo sporco e corrotto, fatto di scarafaggi che corrompono l’animo umano portandolo alla distruzione. Un’opera moderna profondamente politica che è anche film d’autore. Se tutti vogliamo essere spaventati nello stesso posto, non è anche perché abbiamo l’opportunità di rassicurarci l’un l’altro? Speriamo che la visione di Babak possa godere di una distribuzione nei cinema (il film è stato acquistato da Netflix) e che la paura ci avvicini piuttosto che allontanarci.

da qui

 

…I personaggi, insomma, sono scritti male, talmente male che il cast ne esce decisamente sprecato per una pellicola del genere. Nessuno dei tre attori principali riesce veramente, non a brillare, ma quantomeno a regalarci un’interpretazione degna della propria carriera. Non ci si immedesima mai in nessuno di loro, tanto da scadere in quel meccanismo tipico degli horror brutti per cui si arriva a sperare nella lenta e dolorosa dipartita dei protagonisti.

Insomma, per concludere, Wounds ci è sembrato un film pieno di ottime premesse [l’idea, le tematiche, il cast] purtroppo tutte sviluppate nella maniera peggiore possibile.

Nella speranza che Anvari possa risollevare le sue sorti con la prossima pellicola, magari concentrandosi sulla regia e lasciando a uno sceneggiatore il compito più importante e troppo spesso sottovalutato: scrivere il film.

da qui

  


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