lunedì 23 gennaio 2023

L'Innocente - Louis Garrel

un film un po' confuso, apparentemente, con colpi di scena uno dopo l'altro, amore filiale e materno, quello verso la miglior amica della vedova e quello verso il nuovo marito (ex)galeotto della madre, tutti amori che "pesano" contemporaneamente sulle spalle di Abel.

il film è divertente, intrigante, sorprendente.

non vuol essere una pietra miliare del cinema, meno male.

e se non cerchi quella pietra non sarai deluso, promesso.

buona (floreale) visione - Ismaele

 

 

 


 

Andare oltre ciò che si vede, soprattutto in un momento storico in cui i ritmi e le possibilità della vita odierna ci portano più facilmente a fermarci in superficie. E in questo senso, l’Arte, espressa tramite la recitazione (di cui Sylvie, come detto, è insegnante), serve proprio a questo: a portare a galla la realtà. Il film si apre con una recita in cui i detenuti si calano nel personaggio di loro stessi: Abel e Clémence sono costretti a recitare per la riuscita di un rocambolesco piano ma nel farlo, sono costretti ad affrontare finalmente una volta per tutte i loro sentimenti. L’innocente è dunque un film che non ha nulla di rivoluzionario o sconvolgente, ma che si dimostra essere ben costruito, onesto e rispettoso nei confronti dello spettatore, e che riesce nel suo intento di essere intelligentemente divertente. E non è poco.

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Sin ser una gran película está claramente hecha para que el gran público disfrute alejado de sus preocupaciones personales. Un guion bien construido, va enlazando secuencias adecuadamente interpretadas, para dejar satisfecho a quien desea encontrar acción, amores, humor y persecuciones. Disfruten sin esperar ni exigir mucho más que distraerse satisfactoriamente.

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Commedia, melodramma e thriller si incontrano così nella struttura de L’innocente, trovando un equilibrio praticamente perfetto, senza sbavature. E il risultato è un film irresistibile, pronto a divertire dal primo all’ultimo fotogramma, capace di intrattenere senza perdere quel retrogusto tenero e amaro che appartiene solo alle storie autentiche

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L’innocente in effetti è un film energico, recitato da attori più che capaci, a partire dalla nostalgia impersonata da Anouk Grinberg (mamma Sylvie), donna sessantenne che sembra aver perduto ogni speranza sull’amore e sulla possibilità di una vita felice, passando per la trasgressione Roschdy Zem (il galeotto, futuro sposo, Michel) che non sembra mai perdersi d’animo, nemmeno davanti alle accuse di Abel (Louis Garrel) preoccupato per la madre incosciente che si trova a dover gestire; finendo poi con Clémence, che pur sembrando un ruolo marginale è in realtà il personaggio meglio riuscito, grazie anche alla favolosa interpretazione di Noémie Merlant, che possiede la giusta dose di ironia e malinconia cavalcando così i due aspetti preponderanti della pellicola.

Pur presentandoci un film che inizialmente potrebbe sembrare confusionario, Garrel compone insieme a Tanguy Viel una sceneggiatura convincente in cui i colpi di scena si alternano a momenti di normalità senza mai però scadere nel banale o nella noia. Un film che diverte ed intrattiene, che non è mai scontato, nemmeno nel finale.

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Amori, sentimento e melodramma non mancano e rappresentano una garanzia per gli appassionati del genere. Notevole però è stavolta il loro utilizzo, anche in chiave metanarrativa, come strumenti "del mestiere" in una rapina, nella quale ovviamente nulla va come dovrebbe per i personaggi mentre tutto fila alla perfezione dal punto di vista cinematografico: una sequenza estesa e calibrata alla perfezione nella regia, nella scrittura e nella recitazione, forse tra le cose migliori firmate fin qui da Garrel.

Già con i precedenti e ben riusciti L'uomo fedele e La crociata Garrel si era costruito un mini-universo personale di cinema intimo e autonomo, che parla di uomini e di donne, di impeto e di passività, e in cui il suo Abel, nome che ritorna, è ormai un alter ego fluido da indossare come un cappotto comodo. La scomparsa di Jean-Claude Carrière, co-sceneggiatore del suo secondo e terzo film, lo lancia su nuove strade che però restano familiari e si ripropongono sotto luce diversa, come quelle su cui in L'innocent si inseguono due furgoni della polizia penitenziaria, con l'idea, ora e sempre, di fare un po' di rumore e dirsi ti amo.

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