venerdì 20 gennaio 2023

Il Caso Collini - Marco Kreuzpaintner

un assassinio "politico" 57 anni dopo.

un avvocato di origine turca, al primo caso, contro i migliori avvocati del paese, una missione impossibile, visto che l'assassino (interpretato da Franco Nero) non dice neanche una parola.

un po' thriller da tribunale, un po' ricerca storica, nell'abisso delle stragi naziste in Italia, l'avvocato (se fosse in Turchia sarebbe lui a marcire in galera, ma questo è un altro discorso) riesce a capire tutto, insieme ai suoi collaboratori.

la fine è molto amara, ma così vanno le cose.

di Marco Kreuzpaintner avevo visto un gran film, del 2007, Trade, bello e terribile, cercatelo, non ve ne pentirete.

intanto guardate Il Caso Collini, non vi dispiacerà.

buona (antinazista) visione - Ismaele


QUI si può vedere il film completo, in italiano, su Raiplay

 

 

Il caso Collini riprende un filone già percorso con Il labirinto del silenzio, film del 2014 che partiva da un caso giudiziario, proseguito con Remember del 2015 dove il thriller divenne psicologico, e che adesso arriva in un incontro tra giudiziario e psicologico con il lavoro compiuto da Marco Kreuzpaintner. Una fotografia che appare di cristallo tendente verso il seppia, inquadrature ampie sui luoghi, in particolare sul palazzo di giustizia tedesco dove si gioca la partita del giovane avvocato ma anche quella della stessa giustizia tedesca, che di pozzanghere nel suo passato sembra nasconderne.

Il film di Marco Kreuzpaintner è senza dubbio un buon thriller che non perde mai ritmo, e tiene sospeso lo spettatore fino all’ultima scena grazie ad un procedere per colpi di scena, mostrando come un’intuizione o un particolare può capovolgere le situazioni e portarne in luce altre. Notevole anche l’utilizzo della musica che conferisce la giusta drammaticità ad un caso dove la pace è lasciato solo ai morti ma non ai vivi, destinati e rassegnati a convivere con una colpa che non può e non deve essere dimenticata.

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…La película es representativa de un cine alemán más interesado en la forma que en el contenido, representación que responde a los nuevos cánones industriales y a una mirada del mundo globalizada y estandarizada, lo que a postre genera una sensación de artificialidad. Lo mejor del film es la denuncia de los crímenes nacionalsocialistas en Italia y el manejo de los protocolos jurídicos mientras que el estilo aséptico de la narración cinematográfica solo produce extrañamiento ante el caso en lugar de la empatía que el protagonista y su abogado defensor deberían generar. Marco Kreuzpaintner logra en El Caso Collini una obra correcta producto de un guión respetuoso de Christian Zübert, Robert Gold y Jens-Frederik Otto que se ciñe a la novela original para aprovechar las excelentes reconstrucciones de los procesos jurídicos que caracterizan la narrativa de Ferdinand von Schirach, un autor que también es abogado, profesión que ejerció antes de convertirse en un exitoso escritor traducido a más de treinta idiomas.

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Comme nous le voyons à chaque étape, de nouveaux éléments font surface, au grès de l’enquête menée par le personnage central qui se rendra jusqu’en Italie pour trouver les réponses que son client silencieux refuse de lui apporter. S’ajoute pour lui une dimension personnelle : il se trouve être l’ancien protégé de Meyer, qui l’a élevé comme son fils sans jamais lui révéler son passé. Il vit également une relation avec la fille de ce dernier, qu’il connaît depuis l’enfance. C’est donc l’affaire d’une famille qui voit réapparaître un passé étouffé et qui se trouve confronté au dilemme de sa dénonciation. Soit précisément le même enjeu que celui de "Music Box", de Costa-Gavras, où Jessica Lange jouait une avocate chargée de défendre son père accusé à juste titre d’être un ancien nazi, ce qu’elle finira par découvrir.

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Un bell'esempio di legal thriller tedesco, ben girato e ben recitato, che pare una boccata d'aria fresca dopo i tanti film americani di questo tipo. Il soggetto è un libro di Ferdinand von Schirach che ha avuto un certo successo. L'unico serio limite è proprio l'essere un film di genere, che corre lungo binari fissi senza cercare una sua forma di indipendenza, questo è anche il motivo che spiega alcune cadute del film, come l'atteggiamento sarcastico della corte, usato come modo grossolano per rimarcare una situazione di conflitto con l'avvocato protagonista, eroe buono che vincerà sul conformismo della società.  Alcuni elementi accessori, inseriti per accentuare la tensione e i conflitti interni, sono francamente fastidiosi, come il fatto che l'avvocato era legato alla famiglia della vittima da una relazione di amcizia quasi figliale con questa e da una relazione amorosa con la figlia; questi in effetti sono limiti propri del soggetto letterario ancor prima che del film. Tutto sommato sarebbe potuto essere qualcosa di più.

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Las películas malas no son lo peor que el cine puede parir; esos fetos son las películas vagas. El cine malo tiene siempre coletazos de creatividad, de locura única y disfrutable; el cine vago quizá tenga una imagen de mayor calidad, con mayor estabilidad, con más localizaciones y mejor reparto, pero esto no importa si está al servicio de una imaginación muerta. The Collini Case, por desgracia, pertenece por méritos propios a la jarra de las películas vagas. Película de siesta. El entremés rancio que se queda en el plato. Ni por la honrilla, vaya. 

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