venerdì 14 ottobre 2022

Nuestro tiempo - Carlos Reygadas

uno spettatore cattivo potrebbe dire che è "solo" un film di corna.

in realtà c'è la mano (e la faccia) di Carlos Reygadas, a cui non piacciono le cose semplici.

immagini sempre di alto livello, è quasi un film di autocoscienza, marito e moglie si dicono (scrivono, è più corretto) tutto, o quasi, ma il diavolo (della gelosia) non dorme mai, neanche nel ranch dove vengono allevati tori.

buona (fiduciosa) visione - Ismaele


 

 

It can be difficult to categorize a Carlos Reygadas film as simply “good” or “bad.” The director and the films themselves seem extremely disinterested in questions of easy adoration or dismissal and extremely interested in inviting viewers into a different kind of experience, one of durational and emotional testing. Reygadas’ characters are often in messy situations and, instead of offering clean narratives through the mess, he lets the mess sit, stagnant on the surface but bubbling beneath, and asks audiences to also spend time (and a good amount of time) in the muck…

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…Carlo Reygadas adora la natura sperduta, il fango, le pozzanghere e tutti gli elementi bucolici che non appartengono alla città. Nei film del cineasta messicano non si vedono l’asfalto, le strade e i palazzi e in questo senso egli somiglia particolarmente a Terrence Malick: entrambi i registi riprendono come nessuno l’essere umano all’interno della natura, immerso fra degli alberi o mentre nuota in un lago.

Comincia allora con una splendida sequenza Nuestro Tiempo, nella quale alcuni ragazzini e adolescenti si divertono in un lago fangoso. Attorno a loro vi sono montagne e rocce, luoghi isolati nei quali i giovani amoreggiano. Nella sequenza in sé (che dura più di venti minuti) non ci sarebbe nulla di interessante, eppure grazie al modo in cui Reygadas riesce a cogliere il quotidiano e restituirlo allo spettatore essa diventa un bellissimo momento di cinema.

Paradossalmente, sono proprio le scene che “sulla carta” non dovrebbero funzionare ad essere le migliori del film. In particolare, vale la pena citarne due: una splendida sequenza con Carpet Crawlers dei Genesis in sottofondo (intorno alla metà del film), nella quale la camera si muove inspiegabilmente all’interno del motore di un macchina, e poi un lunghissimo piano sequenza nel quale ci viene mostrata, tramite una veduta aerea, tutta Città del Messico…

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Nuestro tiempo es una película atrevida y complicada no solo por los temas que abarca sino por estar representada a través del propio director y su mujer. Es difícil de imaginar una forma más honesta de hacer esta obra. El magnifico trabajo actoral y la hermosa fotografía de los ranchos y de los toros indomables empujan esta obra a una de las películas más impactantes y sinceras que podremos ver este año.

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En posant ses personnages dans un vaste espace de paysages qu’ils complètent tels des éléments stellaires, Reygadas cède à la thématique rebattue du triangle amoureux, mais en rabattant les cartes pour ériger aigreurs et colères à un niveau plus élevé qui pourrait bien aliéner une partie des spectateurs les plus aguerris, tout en s’octroyant l’enthousiasme des amateurs du cinéma contemplatif exigeant. Dans tous les cas, cette œuvre du niveau de Lumière silencieuse, qu’elle évoque en particulier dans son goût pour la ruralité et sa perception du couple, apparaît bien plus accessible que Japón ou Bataille dans le ciel. La caméra s’est apaisée, la violence s’est nettement atténuée, même si, ici et là, la réalité du terrain peut aussi virer au plan animalier atavique qui dérange. Nuestro tiempo, film atemporel qui sévit dans son espace-temps, séduit surtout par sa sincérité psychologique sans chercher à rendre ses personnages charismatiques dans leurs tourments. En cela réside l’intelligence de son cinéma de l’exigence, dépourvu de pathos mais jamais de bon sens. Du grand art.

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Es una películas más convencional y asequible, si la comparamos con las películas anteriores del director ( al menos con las dos que he visto ), y aunque sigue teniendo elementos habituales de su cine, que son sellos de identidad de Reygadas, pero que no se explotan suficientemente en este caso, y se van diluyendo con el paso de los minutos. Me refiero a esa dirección en donde busca enfoques originales, uno movimientos de cámara naturales que funcionan bien y saber retratar bastante bien el cielo y sus atardeceres y la esencia de las localizaciones naturales principalmente en ambientes rurales. Reygadas vuelve a tener un protagonismo interpretativo, pero a diferencia de otras películas en un papel más importante, el del escritor Juan Díaz, el marido de Esther, y que tiene que lidiar con una difícil situación cuando se entera de un engaño o omisión ( ese es tema importante de debate en la segunda mitad de la película)…

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In una mostra del cinema caratterizzata da grandi interpretazioni femminili, Reygadas spezza quest’indirizzo mostrando la profonda sensibilità e ricerca di comprensione da parte di un ranchero poco tradizionale, in un film di impronta chiaramente maschile, ma mai maschilista.

Si tratta di uno scontro personale del protagonista, contro la propria moglie che cerca una via per l’adattamento ad una vita che probabilmente non sente sua fino in fondo; contro un amante sfortunato nel trovarsi in mezzo ad un rapporto che non può comprendere; e soprattutto contro se stesso, contro un poeta che vorrebbe essere in grado di controllare le emozioni che prova e che provano i suoi familiari, cercando di capire, di farsi capire. In lotta con l’istinto primordiale di un toro, per il territorio, per se stesso, per il proprio sentimento.

Le migliorie che si sarebbero potute adottare per il film sono legate alla durata, molte scene infatti si sarebbero potute tagliare senza che esso perdesse di qualità. Nonostante le migliori sequenze dell’opera siano tra quelle che apparentemente non alimentano la trama.

La visione aerea di tutta Città del Messico dovrebbe venire utilizzata come esempio di stile e di regia da chiunque voglia sperimentare una visione a volo d’uccello.

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Grazie anche alla regia asciutta e ficcante di Carlos Reygadas, che non risparmia allo spettatore nulla del travaglio psicologico dei protagonisti, Nuestro Tiempo riesce nel proprio intento di scombussolare le nostre sicurezze e di essere respingente ed avvilente e contemporaneamente intimo e lucido. Non mancano alcune forzature a livello di trama, e nell’atto iniziale e in quello conclusivo si ha la sensazione che il film si avvolga su se stesso, a causa della mancanza di sbocchi narrativi e di una certa ridondanza a livello di contenuti, ma questa nuova opera di Reygadas è esattamente quello che vorremmo vedere più spesso a un Festival, e più in generale nell’intero panorama cinematografica, ovvero una visione caustica e mai accomodante, che anche nei suoi momenti meno riusciti ci fa riflettere su ciò che siamo e su che cosa veramente vogliamo.

Nuestro Tiempo supera continuamente le nostre barriere morali, giocando abilmente sul contrasto fra ciò a cui teniamo maggiormente e su cosa siamo disposti per mantenerlo. Come i tori su cui la pellicola indugia più volte, i protagonisti del film di Reygadas lottano, litigano e si scornano fra loro, andando contro i loro precetti e in una direzione non sempre precisa, ma mantenendo un concetto di famiglia che supera tutte le nostre reticenze etiche, in un quadro di sincera e fallace umanità che ci lascia attoniti ma forti di una rinnovata speranza.

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Reygadas mette in scena un dramma romantico dall’intenso realismo, per la spontaneità della recitazione e la completezza della sceneggiatura; il senso di veracità della storia è marcata ancor di più dalla presenza tra gli attori protagonisti dello stesso Carlos Reygadas e di sua moglie, Natalia López. Nuestro tiempo, in perfetto stile Reygadas, è poi immerso in un suggestivo mondo naturale, brutalmente terreno, in cui gli istinti e le pulsioni degli uomini sono accostate visivamente a quelle delle bestie, in un gioco simbolico suggestivo che può fungere assieme da commento ironico su questa turbolenta vicenda coniugale: in sostanza, quello di Reygadas è un racconto di bestie, di tori che vediamo “dibattere” a suon di corna e di uomini…cornuti che litigano. Carnale, allusivo, disperato, spietato: Nuestro tiempo è un film senza freni inibitori, il ritratto di una crisi coniugale in cui tradito e amante sentono la necessità di confrontarsi, di affrontare la crisi su un piano innanzitutto verbale, che non prevede violenza ma solo dialogo (sono molte le scene dedicate agli scambi di mail o di sms tra le tre parti di questo triangolo amoroso). La donna partecipa in questo quadro selvaggio, nel quale uomini e animali vanno a formare nel ruvido micromondo rurale una fauna unica, fino a sentirsi manipolata, come un burattino abbandonato in mani maschili. Un gioco complesso di sentimenti ed erotismo che vede come vittima principale l’onestà dell’amore stesso; è forse l’amore un sentimento relativo? Questo si è chiesto il regista e il film è in sostanza l’elaborazione della sua risposta.

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lo que me cautivó de Nuestro tiempo es la franqueza con que Reygadas las aborda. Más que cualquier otra película suya, Nuestro tiempo es explícita y sentimental. Por cada secuencia críptica, poética e inexplicable hay hermosos primeros planos de sus personajes (usados con poca frecuencia pero gran impacto) y narraciones en la voz de una niña que nos dicen exactamente lo que Juan está pensando. El que lenguaje rebuscado y groserías salgan de la voz de una pequeña se siente como algo de distancia irónica, pero por primera vez sentí que Reygadas, más que escandalizar o confundir, buscaba ser escuchado.

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Grande manipolatore dell’immagine, Reygadas si limita a una riflessione – anche qui portata all’eccesso, e in fin dei conti ben poco interessante – sulla luce e sulla messa a fuoco: il sole irrompe in scena e la spezza, e spesso l’inquadratura lascia uno spazio sfocato per costringere lo sguardo dello spettatore a concentrarsi dove vuole il regista. Una manipolazione, per l’appunto, che è anche una dimostrazione di monoliticità, di assolutismo quasi dittatoriale. Reygadas non è solo Juan in scena, ma si comporta anche come lui; tiranneggia lo spettatore, fingendo una naturalezza che è in realtà solo lo specchio dell’indole del regista. In tutto questo è però anche completamente autoindulgente, trasformando una questione privata in una scrittura universale e dai toni quasi panteistici. Le magniloquenti immagini della natura del ranch, quando la camera si ferma sui maestosi tori, rappresentano la “scusa” di Reygadas per lanciarsi in metafore mai complesse: nel mondo naturale, sembra dire il regista, basta uno scontro tra due tori per rendersi conto di chi è più forte e merita di accoppiarsi con la vacca migliore. Non come nel mondo umano, ben più meschino (sempre nella visione dell’autore), dove ci si diletta con una dialettica inutile e priva di sbocchi. Per arrivare a questa semplicistica conclusione Nuestro tiempo impiega poco meno di tre ore, tra un litigio e un concerto, l’inseguimento di un toro e un tradimento in una stanza d’hotel. È un grande regista di incipit, Carlos Reygadas, ma conferma con questo film tutti i limiti endemici del proprio sguardo, e il ruffiano ricatto con cui irretisce il proprio pubblico.

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2 commenti:

  1. sì, è "solo" questione di corna... ma incredibilmente affascinante, ricordo che a Venezia lo vidi tutto d'un fiato, tre ore che scorrono via languide come le immagini di una Mexico City da cartolina, in lontananza, in contrasto con le immagini crude del ranch. A prescindere dai gusti, grande regia di Reygadas.

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    1. Reygadas è lento, ha bisogno di tempo per arrivare al cuore delle questioni che affronta ed espone e sopratutto mostra, a suo modo, affascinante

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