uno spettatore cattivo potrebbe dire che è "solo" un film di corna.
in realtà c'è la mano (e la faccia) di Carlos Reygadas, a cui non piacciono le cose semplici.
immagini sempre di alto livello, è quasi un film di autocoscienza, marito e moglie si dicono (scrivono, è più corretto) tutto, o quasi, ma il diavolo (della gelosia) non dorme mai, neanche nel ranch dove vengono allevati tori.
buona (fiduciosa) visione - Ismaele
It can be difficult to categorize a Carlos Reygadas film as simply
“good” or “bad.” The director and the films themselves seem extremely
disinterested in questions of easy adoration or dismissal and extremely interested
in inviting viewers into a different kind of experience, one of durational and
emotional testing. Reygadas’ characters are often in messy situations and,
instead of offering clean narratives through the mess, he lets the mess sit,
stagnant on the surface but bubbling beneath, and asks audiences to also spend
time (and a good amount of time) in the muck…
…Carlo Reygadas
adora la natura sperduta, il fango, le pozzanghere e tutti gli elementi
bucolici che non appartengono alla città. Nei film del
cineasta messicano non si vedono l’asfalto, le strade e i palazzi e in questo
senso egli somiglia particolarmente a Terrence Malick: entrambi i registi
riprendono come nessuno l’essere umano all’interno della natura, immerso fra
degli alberi o mentre nuota in un lago.
Comincia allora
con una splendida sequenza Nuestro Tiempo, nella quale
alcuni ragazzini e adolescenti si divertono in un lago fangoso. Attorno a loro
vi sono montagne e rocce, luoghi isolati nei quali i giovani amoreggiano. Nella
sequenza in sé (che dura più di venti minuti) non ci sarebbe nulla di interessante,
eppure grazie al modo in cui Reygadas riesce a cogliere il quotidiano e
restituirlo allo spettatore essa diventa un bellissimo momento di cinema.
Paradossalmente,
sono proprio le scene che “sulla carta” non dovrebbero funzionare ad essere le
migliori del film. In particolare, vale la pena citarne due: una splendida
sequenza con Carpet Crawlers dei Genesis in
sottofondo (intorno alla metà del film), nella quale la camera si muove
inspiegabilmente all’interno del motore di un macchina, e poi un lunghissimo
piano sequenza nel quale ci viene mostrata, tramite una veduta aerea, tutta
Città del Messico…
…Nuestro
tiempo es una
película atrevida y complicada no solo por los temas que abarca sino por estar
representada a través del propio director y su mujer. Es difícil
de imaginar una forma más honesta de hacer esta obra. El magnifico trabajo
actoral y la hermosa fotografía de los ranchos y de los toros indomables empujan
esta obra a una de las películas más impactantes y sinceras que podremos ver
este año.
…En posant ses personnages dans un vaste espace de paysages
qu’ils complètent tels des éléments stellaires, Reygadas cède à la thématique
rebattue du triangle amoureux, mais en rabattant les cartes pour ériger
aigreurs et colères à un niveau plus élevé qui pourrait bien aliéner une partie
des spectateurs les plus aguerris, tout en s’octroyant l’enthousiasme des
amateurs du cinéma contemplatif exigeant. Dans tous les cas, cette œuvre du
niveau de Lumière silencieuse, qu’elle évoque en particulier dans
son goût pour la ruralité et sa perception du couple, apparaît bien plus
accessible que Japón ou Bataille dans le ciel.
La caméra s’est apaisée, la violence s’est nettement atténuée, même si, ici et
là, la réalité du terrain peut aussi virer au plan animalier atavique qui
dérange. Nuestro tiempo, film atemporel qui sévit dans son
espace-temps, séduit surtout par sa sincérité psychologique sans chercher à
rendre ses personnages charismatiques dans leurs tourments. En cela réside
l’intelligence de son cinéma de l’exigence, dépourvu de pathos mais jamais de
bon sens. Du grand art.
…Es una películas más convencional y asequible, si la
comparamos con las películas anteriores del director ( al menos con las dos que
he visto ), y aunque sigue teniendo elementos habituales de su cine, que son
sellos de identidad de Reygadas, pero que no se explotan suficientemente en
este caso, y se van diluyendo con el paso de los minutos. Me refiero a esa
dirección en donde busca enfoques originales, uno movimientos de cámara naturales
que funcionan bien y saber retratar bastante bien el cielo y sus atardeceres y
la esencia de las localizaciones naturales principalmente en ambientes rurales.
Reygadas vuelve a tener un protagonismo interpretativo, pero a diferencia de
otras películas en un papel más importante, el del escritor Juan Díaz, el
marido de Esther, y que tiene que lidiar con una difícil situación cuando se
entera de un engaño o omisión ( ese es tema importante de debate en la segunda
mitad de la película)…
…In
una mostra del cinema caratterizzata da grandi interpretazioni femminili, Reygadas spezza
quest’indirizzo mostrando la profonda sensibilità e ricerca di comprensione da
parte di un ranchero poco tradizionale, in un film di impronta chiaramente
maschile, ma mai maschilista.
Si tratta di uno scontro personale del protagonista,
contro la propria moglie che cerca una via per l’adattamento ad una vita che
probabilmente non sente sua fino in fondo; contro un amante sfortunato nel
trovarsi in mezzo ad un rapporto che non può comprendere; e soprattutto contro
se stesso, contro un poeta che vorrebbe essere in grado di controllare le
emozioni che prova e che provano i suoi familiari, cercando di capire, di farsi
capire. In lotta con l’istinto primordiale di un toro, per il territorio, per
se stesso, per il proprio sentimento.
Le migliorie che si sarebbero potute adottare per il film
sono legate alla durata, molte scene infatti si sarebbero potute tagliare senza
che esso perdesse di qualità. Nonostante le migliori sequenze dell’opera siano
tra quelle che apparentemente non alimentano la trama.
La visione aerea di tutta Città del Messico dovrebbe
venire utilizzata come esempio di stile e di regia da chiunque voglia
sperimentare una visione a volo d’uccello.
…Grazie anche alla
regia asciutta e ficcante di Carlos Reygadas, che non
risparmia allo spettatore nulla del travaglio psicologico dei
protagonisti, Nuestro Tiempo riesce nel proprio intento di
scombussolare le nostre sicurezze e di essere respingente ed avvilente e
contemporaneamente intimo e lucido. Non mancano alcune forzature a
livello di trama, e nell’atto iniziale e in quello conclusivo si ha la
sensazione che il film si avvolga su se stesso, a causa della mancanza di
sbocchi narrativi e di una certa ridondanza a livello di contenuti, ma questa
nuova opera di Reygadas è esattamente quello che
vorremmo vedere più spesso a un Festival, e più in generale nell’intero
panorama cinematografica, ovvero una visione caustica e mai accomodante, che
anche nei suoi momenti meno riusciti ci fa riflettere su ciò che siamo e su che
cosa veramente vogliamo.
Nuestro Tiempo supera continuamente le nostre barriere morali, giocando abilmente sul contrasto fra ciò a cui teniamo
maggiormente e su cosa siamo disposti per mantenerlo. Come i tori su cui la
pellicola indugia più volte, i protagonisti del film di Reygadas lottano,
litigano e si scornano fra loro, andando contro i loro precetti e in una
direzione non sempre precisa, ma mantenendo un concetto di famiglia che supera
tutte le nostre reticenze etiche, in un quadro di sincera e fallace umanità che
ci lascia attoniti ma forti di una rinnovata speranza.
…Reygadas mette in scena
un dramma romantico dall’intenso realismo, per la spontaneità della recitazione
e la completezza della sceneggiatura; il senso di veracità della storia è
marcata ancor di più dalla presenza tra gli attori protagonisti dello stesso
Carlos Reygadas e di sua moglie, Natalia López. Nuestro tiempo, in perfetto
stile Reygadas, è poi immerso in un suggestivo mondo naturale, brutalmente
terreno, in cui gli istinti e le pulsioni degli uomini sono accostate
visivamente a quelle delle bestie, in un gioco simbolico suggestivo che può
fungere assieme da commento ironico su questa turbolenta vicenda coniugale: in
sostanza, quello di Reygadas è un racconto di bestie, di tori che vediamo
“dibattere” a suon di corna e di uomini…cornuti che litigano. Carnale, allusivo,
disperato, spietato: Nuestro tiempo è un film senza freni inibitori, il
ritratto di una crisi coniugale in cui tradito e amante sentono la necessità di
confrontarsi, di affrontare la crisi su un piano innanzitutto verbale, che non
prevede violenza ma solo dialogo (sono molte le scene dedicate agli scambi di
mail o di sms tra le tre parti di questo triangolo amoroso). La donna partecipa
in questo quadro selvaggio, nel quale uomini e animali vanno a formare nel
ruvido micromondo rurale una fauna unica, fino a sentirsi manipolata, come un
burattino abbandonato in mani maschili. Un gioco complesso di sentimenti ed
erotismo che vede come vittima principale l’onestà dell’amore stesso; è forse
l’amore un sentimento relativo? Questo si è chiesto il regista e il film è in
sostanza l’elaborazione della sua risposta.
…lo que me cautivó
de Nuestro tiempo es la franqueza con que Reygadas
las aborda. Más que cualquier otra película suya, Nuestro tiempo es explícita y sentimental. Por
cada secuencia críptica, poética e inexplicable hay hermosos primeros planos de
sus personajes (usados con poca frecuencia pero gran impacto) y narraciones en
la voz de una niña que nos dicen exactamente lo que Juan está pensando. El que
lenguaje rebuscado y groserías salgan de la voz de una pequeña se siente como
algo de distancia irónica, pero por primera vez sentí que Reygadas, más que
escandalizar o confundir, buscaba ser escuchado.
…Grande manipolatore dell’immagine, Reygadas si limita
a una riflessione – anche qui portata all’eccesso, e in fin dei conti ben poco
interessante – sulla luce e sulla messa a fuoco: il sole irrompe in scena e la
spezza, e spesso l’inquadratura lascia uno spazio sfocato per costringere lo
sguardo dello spettatore a concentrarsi dove vuole il regista. Una
manipolazione, per l’appunto, che è anche una dimostrazione di monoliticità, di
assolutismo quasi dittatoriale. Reygadas non è solo Juan in scena, ma si
comporta anche come lui; tiranneggia lo spettatore, fingendo una naturalezza che è in realtà solo lo specchio
dell’indole del regista. In tutto questo è però anche completamente
autoindulgente, trasformando una questione privata in una
scrittura universale e dai toni quasi panteistici. Le magniloquenti immagini
della natura del ranch, quando la camera si ferma sui maestosi tori,
rappresentano la “scusa” di Reygadas per lanciarsi in metafore mai complesse:
nel mondo naturale, sembra dire il regista, basta uno scontro tra due tori per
rendersi conto di chi è più forte e merita di accoppiarsi con la vacca
migliore. Non come nel mondo umano, ben più meschino (sempre nella visione
dell’autore), dove ci si diletta con una dialettica inutile e priva di sbocchi.
Per arrivare a questa semplicistica conclusione Nuestro tiempo impiega poco meno di tre ore,
tra un litigio e un concerto, l’inseguimento di un toro e un tradimento in una
stanza d’hotel. È un grande regista di incipit, Carlos Reygadas, ma conferma
con questo film tutti i limiti endemici del proprio sguardo, e il ruffiano
ricatto con cui irretisce il proprio pubblico.
sì, è "solo" questione di corna... ma incredibilmente affascinante, ricordo che a Venezia lo vidi tutto d'un fiato, tre ore che scorrono via languide come le immagini di una Mexico City da cartolina, in lontananza, in contrasto con le immagini crude del ranch. A prescindere dai gusti, grande regia di Reygadas.
RispondiEliminaReygadas è lento, ha bisogno di tempo per arrivare al cuore delle questioni che affronta ed espone e sopratutto mostra, a suo modo, affascinante
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