domenica 9 giugno 2013

Fuoco - Gian Vittorio Baldi

film quasi senza parole, inizia con gli spari alla statua della madonna, e poi ce n'è per tutti.
mancano le spiegazioni, solo rabbia senza confini.
un film unico, che le sale non hanno mai proiettato, almeno in zona Vaticano.
un piccolo capolavoro da vedere senza nessun dubbio, e senza voler troppo capire - Ismaele



Amato dai "Cahiers du cinema" e boicottato dalla censura e dal mercato, Gian Vittorio Baldi è uno dei cineasti più anomali nella storia del cinema italiano e un autore impegnato nelle tematiche della marginalità individuale e sociale. Il suo itinerario di regista e produttore, nelle tensioni degli anni Sessanta e Settanta, è rappresentativo di quell'epoca di utopie e provocazioni. 
"Fuoco!" (1968), definito da Morando Morandini "notevolissimo per rigore, adeguamento tra intenzioni e risultati, coerenza interna tra materia drammatica e forme in cui è espressa", viene presentato in DVD nell'edizione restaurata dalla Cineteca di Bologna presso il laboratorio 'L'Immagine Ritrovata'.
Girato interamente in presa diretta, il film racconta un episodio inquietante ed enigmatico: un uomo, asserragliato nel suo miserabile appartamento con la moglie e la bambina, spara contro la statua della Madonna durante una processione religiosa. Nasconde in casa un arsenale e continua a fare fuoco alla cieca dalla finestra. Inizia l'assedio delle forze dell'ordine che si protrarrà per un giorno e una notte. Presentato alla Mostra del cinema di Venezia del 1968, divenne subito emblematico del clima di violenta contestazione contro lo stato, la famiglia, la religione.

Un uomo spara sulla processione, poi si barrica in casa con moglie, figlioletta e suocera (appena uccisa): inizia così un film crudo e impressionante, un vero pugno nello stomaco, non per la violenza, ma per l’impenetrabilità nelle motivazioni, secondo una scelta narrativa spiazzante e folgorante. Girato in 16mm, con camera a spalla, senza musica e con pochissime impacciate parole, il film rapisce nel vortice del suo stallo claustrofobico. E finisce come inizia: senza spiegazioni, nella pura contemplazione di accadimenti incomprensibili. Fulminante.

Telegramma da Pier Paolo Pasolini a Onorevole Matteo Matteotti
"Stupito et indignato non assegnazione premio qualità at film Fuoco di Gian Vittorio Baldi avendo soprattutto ancora disponibili altri 5 premi da assegnare in questa selezione - stop - considero Fuoco uno dei film più nuovi et maturi degli ultimi anni - stop - tale omissione non può essere ignorata."

…È un film che va contro la religione, tanto che si apre con il protagonista che spara contro l'immagine della madonna durante la processione, è un film contro lo stato perché è contro il potere, e finalmente per la prima volta è un film che va contro la famiglia, perché lui uccide tutti, salva solo la sua bambina, per consegnarla al futuro. Ma lui uccide la suocera, la moglie che aspetta un bambino: quindi da un punto di vista narrativo è un film allegorico, che dice che in quegli anni lo spirito della gente, del popolo, dei giovani era talmente infuocato, reso assolutamente insopportabile dalla convivenza con la società, che il desiderio era quello di distruggere tutto e ricominciare da capo. In questo senso, allegoricamente, il film è sullo spirito del '68…
da un’intervista a Gian Vittorio Baldi

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