giovedì 20 giugno 2013

La historia oficial (La storia ufficiale) - Luis Puenzo

un film forte e coraggioso, molto premiato quando è uscito, quando il ricordo del dramma argentino era vivissimo.
eccezionali i due interpreti principali, in una storia che è un crescendo incredibile, e che ti commuove.
grande cinema, da non perdere - Ismaele 


QUI il film completo, in spagnolo


"Il teatro argentino ha almeno quattro o cinque attrici di classe internazionale, ma in Europa pochi lo sanno e in Spagna non molti lo riconoscono. Una di loro è Norma Aleandro che, dopo anni di esilio, è tornata in Argentina per La storia ufficiale e per occupare il posto che le spetta sul palcoscenico. La carta vincente del film è lei. La ricordo alla conferenza stampa di Cannes parlare del suo personaggio, di questa Alicia che non le assomiglia ma che, secondo lei, avrebbe potuto catalizzare un processo di identificazione per otto spettatori argentini su dieci perché non è dalla parte dei carnefici ma nemmeno delle vittime come la maggioranza della popolazione argentina. Disse in quell'occasione una frase che mi fece riflettere: 'Nessuno vive fuori dall'ambiguità. La sottigliezza di quest'ambiguità la sento come un odore, di morte', Olor de muerte, disse. 'La storia ufficiale' è un film che fa onore all'Argentina." (Morando Morandini, 'Il Giorno', 11 Febbraio 1987)

"I desaparecidos visti dall'Argentina, nel clima della libertà ritrovata, 'La Storia ufficiale', del quasi esordiente Luis Puenzo. Né odio né vendetta: una denuncia pacata, e tutta dall'interno, condotta con calore e tensione, dimostrando e, contemporaneamente, anche coinvolgendo; senza le visceralità di 'Missing' e senza voler essere a tutti i costi manichei. L'azione si ambienta nell'83, quando la dittatura militare che opprime l'Argentina comincia a disgregarsi. (...) Con il rischio, qualche volta, che tanto sentimento diventi sentimentalismo e che senza arrivare al viscerale - come appunto 'Missing' - si arrivi al passionale: specie là dove, per meglio disegnare opposizioni e contrasti si fa avanti la famiglia democratica del marito di Alicia, da lui tacciata di sovversione, e certi, confronti di Alicia con quanto via via le si svela, toccano corde che sfiorano il patetico. Ma sono rischi, e difetti, che non intaccano l'intensità di un film cui dà forza anche un linguaggio visivo particolarmente ispirato e vivido, sorretto, nel fondo, da musiche terse e pudiche. Lo struggimento maggiore, comunque, lo dà il viso provato ma ancora giovane della protagonista, Norma Aleandro, che con la sua mimica segna il tempo e i ritmi di tutta l'azione." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 9 Febbraio 1987)

"The Official Story" is part polemic, part thriller, part tragedy. It belongs on the list with films like "Z," "Missing" and "El Norte," which examine the human aspects of political unrest. It is a movie that asks some very hard questions. Should Alicia search for the real mother of her daughter? Is her own love no less real? What would be "best" for the little girl?
Alicia meets an old woman who may, or may not, be the grandmother of the adopted daughter. The two women become close, in a strange way. Political arrogance and heartlessness may have taken a child from one family and assigned it to another, but at some deep and fundamental level, these two women understand each other. Both of them are made to face the reality of losing a daughter, and although they should be enemies, they find strength from each other. The way this particular relationship is developed is one of the wonders of this film, and provides its emotional center, as love and honor try to find a way to exist in the face of official cruelty.
Alicia is played in the movie by Norma Aleandro, whose performance won the best actress award at this year's Cannes Film Festival. It is a performance that will be hard to forget, particularly since so much of it is internal. Some of the key moments in the film come as we watch Aleandro and realize what must be taking place inside her mind, and inside her conscience. Most political films play outside the countries that they are about; "The Official Story" is now actually playing in Argentina, where it must be almost unbearably painful for some of the members of its audiences. It was almost as painful for me.

Relato que, desde un punto de vista estrictamente cinematográfico, se desarrolla con una estructura de corte bastante convencional, correcta y desprovista de cualquier concesión a la espectacularidad o el preciosismo. Puenzo muestra un buen dominio del ritmo narrativo, haciendo que la trama se desenvuelva con soltura y graduando el incremento progresivo de la tensión dramática de una manera muy bien medida. Ésa es una de las grandes bazas de la película: no deslumbra en ningún momento, pero tampoco es ésa su pretensión, y, en cambio, sí que consigue centrar perfectamente la atención del espectador y mantener despierto su interés a lo largo de todo el metraje...
da qui

4 commenti:

  1. Mi è piaciuto molto. Soprattutto perché il dramma dei desaparecidos è raccontato in tutte le sue sfaccettature, ambiguità e compromessi, che hanno coinvolto l'Argentina intera. Un gran film, davvero.

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  2. è stato un film che ha spiegato una cosa che succedeva in Argentina, pochissimo tempo prima, e ha fatto conoscere Las Madres de Plaza de Mayo, in più mostra che non si può essere indifferenti.
    non ci sono proclami, né manicheismo, solo il miracolo del grande cinema

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  3. ho appena visto due film sul tema, uno italiano: Complici del silenzio, di Stefano Incerti. Nella prima parte risente un po' di qualcosa di televisivo, però poi diventa un film serio, bello, perfino con una bella storia d'amore. Ne ha parlato qualcuno, ne parla qualcuno? Questi film li facevano Rosi, Petri, perfino Damiani che li alternava con altri più commerciali, e se ne parlava, perfino a scuola, in fabbrica, in casa... Oggi siamo così addormentati che perfino chi ha prodotto il film si dimentica di promuoverlo e di pubblicizzarlo - ma se anche lo facessero, non cambierebbe una virgola.
    L'altro film è di un argentino, Juan Josè Campanella, Il segreto dei suoi occhi: e qui siamo vicini al capolavoro.
    Fai bene a riportare questi film alla memoria, questo e quello di Littin: una censura totale, di mercato prima ancora che di idee, che dura da decenni.

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    1. ricordo "Complici del silenzio", inizia come uno scherzo e e si entra in un incubo terribile (un po' come accade ne "Il carniere", altro film sottovalutato).
      e "Il segreto dei suoi occhi" è un capolavoro, senza alcun dubbio.
      Littin e Damiani, che citi, fanno film che uno crede siano noiosi e neanche li cerca, e non sa cosa perde.
      occorre diffondere curiosità:)

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