venerdì 14 giugno 2013

God Bless America - Bobcat Goldthwait

il protagonista è il fratello di Bill Murrey, un po' più grasso, e bravissimo.
se qualche volta ti è capitato di non poterne più, e purtroppo non ti sei potuto sfogare come era giusto e necessario, allora questo film è per te.
l'inizio ricorda "Un giorno di ordinaria follia", meno serioso.
in più qui il protagonista ha una formidabile alleata, una ragazzina con qualche conto da sistemare, con i suoi coetanei e con il mondo.
da non perdere - Ismaele





La forza del film è anche il suo limite: essendo rivolto a tutti quelli che almeno una volta nella vita si sono detti che Paris Hilton non merita di vivere e hanno fantasticato sul prendere un fucile e fare pulizia di quella porzione di genere umano che abbassa la media, God Bless America non “educa” (ok, parolone) o sensibilizza veramente nessuno, perché non raggiunge nessuno che già non volesse essere raggiunto. Chi decide di guardarlo — perché non è un film che ti capita di vedere, è distribuito in maniera tale che te lo devi andare a cercare — la pensava esattamente come Frank e Roxy prima ancora di iniziare; è una (divertentissima) fiera del darsi ragione a vicenda, a cui ben poco aggiunge l’infinita serie di monologhi (cercate su youtube “god bless america + rant”: troverete ⅔ di film) che condiscono ogni massacro, veri e propri sermoni che smascherano la natura di stand-up comedian dell’autore e mettono alla prova la sospensione dell’incredulità dello spettatore più degli ammazzamenti: Frank e Roxy sembrano avere un’idea precisa e articolatissima su QUALUNQUE COSA e, mio Dio, devono farcela sapere ogni volta!...

The first half hour or so of Bobcat Goldthwait's "God Bless America" promises so much more than the film is finally able to deliver. Here is a film that begins with merciless comic savagery and descends into merely merciless savagery. But wow, what an opening…

…Assolversi da God Bless America pensando che parli di altri e non parli (anche) di noi, significa sposare quella linea critica che dice che il film sia fallito perché si rivolga all’America rozza e bassa, volgare e ignorante, razzista e distrutta dalla televisione, quando di quella America, spesso facciamo parte anche noi. 
Riconoscerlo sarebbe già un passo in avanti.

Malheureusement le soufflet retombe quelque peu une fois le duo installé dans son épopée sanguinaire. Le film s’enlise petit à petit dans un comique de répétition et à force de canardage, le scénario plombe quelque peu le message socio-politique qui fait tout l’intérêt du film. À trop grossir le trait, la caricature perd un peu de sa provoc pour se retrouver figée au seul rang de comédie. Dommage !

La bellezza del film è che lo spettatore, di fronte a tanta mediocrità e grettezza, parteggia subito per il goffo e tenero protagonista, licenziato dal lavoro col presupposto di una falsa molestia ad una collega, divorziato con una figlia piccola caratteriale ed isterica che lo detesta, solo al mondo, con dei vicini rumorosi e grezzi, malato terminale a sorpresa dopo che un medico senza scrupoli gli rivela con fredda spietatezza una diagnosi che non lascia speranze; e ancora con una televisione che irrompe nelle sue serate solitarie infondendo lo squallore di una vita che non ha piu’ regole e  fondamenti genuini…

L’interpretazione straordinaria di Joel Murray è degna di un Oscar, la sceneggiatura anche, ma la patina di copertura da black comedy rischia di impedire allo spettatore di comprendere l’urlo di denuncia di un sorprendente Goldthwait, capace di tirar fuori una regia che mescola il divertimento all’orrore che la società odierna rappresenta, in una maniera tutta nuova: l’ironia. Ironia che fino ad ora era protagonista solo di poche scene di film pregni della stessa paura e dello stesso disdegno di fondo, ma che qui la fa da padrone, senza mai dimenticare l’aspetto critico, la tragedia dietro il perché di quest’opera. Silenzi calibrati, dialoghi ben torniti, sparatorie dal giusto livello di sarcasmo e sadismo goliardico: God Bless America è probabilmente il film più anti-americano che sia mai stato realizzato fino ad oggi.

…Bobcat guarda al mondo dei reality, dei talent e in generale della società consumistica americana partendo con un sorriso sulle labbra. Via via però il suo ghigno si trasforma in una smorfia di tristezza e di rassegnazione e finisce nella disperazione. Bobcat fotografa un’America patria del libero mercato, ma annientata culturalmente. Un paese in cui l’American Dream è diventato quello di essere derisi pubblicamente a un talent-show. Un paese passato dall’American Dream all’American Idol. Un paese in cui tutti sono anestetizzati dalle minchiate sparate dalla tv e retweettate su Internet, al punto da non saper distinguere più ciò che è importante e cosa no. Cosa è reality e cosa è fiction. Un paese in cui la violenza è diventata talmente un’abitudine che per parecchio tempo nessuno si rende nemmeno conto della carneficina compiuta dai due protagonisti del film…
da qui

2 commenti:

  1. Lo punto da qualche mese, prima o poi lo recupero... anche perché ho sempre adorato Bobcat Goldthwait!!!

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