il
protagonista è il fratello di Bill Murrey, un po' più grasso, e bravissimo.
se qualche volta ti è capitato di non poterne più, e
purtroppo non ti sei potuto sfogare come era giusto e necessario, allora questo
film è per te.
l'inizio ricorda "Un giorno di ordinaria follia", meno serioso.
in più qui il protagonista ha una
formidabile alleata, una ragazzina con qualche conto da sistemare, con i suoi
coetanei e con il mondo.
da non perdere - Ismaele
…La forza
del film è anche il suo limite: essendo rivolto a tutti quelli che almeno una
volta nella vita si sono detti che Paris Hilton non merita di vivere e hanno
fantasticato sul prendere un fucile e fare pulizia di quella porzione di genere
umano che abbassa la media, God Bless America non
“educa” (ok, parolone) o sensibilizza veramente nessuno, perché non raggiunge
nessuno che già non volesse essere raggiunto. Chi decide di guardarlo — perché
non è un film che ti capita di
vedere, è distribuito in maniera tale che te lo devi andare a cercare — la
pensava esattamente come Frank e Roxy prima ancora di iniziare; è una
(divertentissima) fiera del darsi ragione a vicenda, a cui ben poco aggiunge
l’infinita serie di monologhi (cercate su youtube “god bless america + rant”:
troverete ⅔ di film) che condiscono ogni massacro, veri e propri sermoni che
smascherano la natura di stand-up comedian dell’autore
e mettono alla prova la sospensione dell’incredulità dello spettatore più degli
ammazzamenti: Frank e Roxy sembrano avere un’idea precisa e articolatissima su
QUALUNQUE COSA e, mio Dio, devono farcela sapere ogni volta!...
The
first half hour or so of Bobcat Goldthwait's "God Bless America"
promises so much more than the film is finally able to deliver. Here is a film
that begins with merciless comic savagery and descends into merely merciless
savagery. But wow, what an opening…
…Assolversi da God Bless
America pensando che parli di altri e non parli (anche) di noi, significa
sposare quella linea critica che dice che il film sia fallito perché si rivolga
all’America rozza e bassa, volgare e ignorante, razzista e distrutta dalla
televisione, quando di quella America, spesso facciamo parte anche noi.
Riconoscerlo sarebbe già un
passo in avanti.
…Malheureusement le soufflet retombe
quelque peu une fois le duo installé dans son épopée sanguinaire. Le film
s’enlise petit à petit dans un comique de répétition et à force de canardage,
le scénario plombe quelque peu le message socio-politique qui fait tout
l’intérêt du film. À trop grossir le trait, la caricature perd un peu de sa
provoc pour se retrouver figée au seul rang de comédie. Dommage !
…La bellezza del film è che lo
spettatore, di fronte a tanta mediocrità e grettezza, parteggia subito per il
goffo e tenero protagonista, licenziato dal lavoro col presupposto di una falsa
molestia ad una collega, divorziato con una figlia piccola caratteriale ed
isterica che lo detesta, solo al mondo, con dei vicini rumorosi e grezzi,
malato terminale a sorpresa dopo che un medico senza scrupoli gli rivela con
fredda spietatezza una diagnosi che non lascia speranze; e ancora con una
televisione che irrompe nelle sue serate solitarie infondendo lo squallore di
una vita che non ha piu’ regole e fondamenti genuini…
…L’interpretazione straordinaria di Joel Murray è degna di un Oscar, la sceneggiatura
anche, ma la patina di copertura da black
comedy rischia di impedire
allo spettatore di comprendere l’urlo di denuncia di un sorprendente
Goldthwait, capace di tirar fuori una regia che mescola il divertimento
all’orrore che la società odierna rappresenta, in una maniera tutta nuova:
l’ironia. Ironia che fino ad ora era protagonista solo di poche scene di film
pregni della stessa paura e dello stesso disdegno di fondo, ma che qui la fa da
padrone, senza mai dimenticare l’aspetto critico, la tragedia dietro il perché
di quest’opera. Silenzi calibrati, dialoghi ben torniti, sparatorie dal giusto
livello di sarcasmo e sadismo goliardico: God
Bless America è
probabilmente il film più anti-americano che sia mai stato realizzato fino ad
oggi.
…Bobcat guarda al mondo dei reality, dei talent e in
generale della società consumistica americana partendo con un sorriso sulle
labbra. Via via però il suo ghigno si trasforma in una smorfia di tristezza e
di rassegnazione e finisce nella disperazione. Bobcat fotografa un’America
patria del libero mercato, ma annientata culturalmente. Un paese in cui
l’American Dream è diventato quello di essere derisi pubblicamente a un
talent-show. Un paese passato dall’American Dream all’American Idol. Un paese
in cui tutti sono anestetizzati dalle minchiate sparate dalla tv e retweettate
su Internet, al punto da non saper distinguere più ciò che è importante e cosa
no. Cosa è reality e cosa è fiction. Un paese in cui la violenza è diventata
talmente un’abitudine che per parecchio tempo nessuno si rende nemmeno conto
della carneficina compiuta dai due protagonisti del film…
da
qui
Lo punto da qualche mese, prima o poi lo recupero... anche perché ho sempre adorato Bobcat Goldthwait!!!
RispondiEliminasarà una sorpresa bellissima:)
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