storia strappalacrime di ragazzine e prostitute dal cuore d'oro, in cui il nemico giapponese è davvero la cosa peggiore sulla terra.
a parte tutte le cose che non vanno, davvero molte, è un film che si lascia vedere, in senso hollywoodiano - Ismaele
…"The Flowers of War" is in many ways a good
film, as we expect from Zhang Yimou ("Ju Dou," "Raise the Red Lantern," "To Live").
It is handsomely photographed. Its exteriors were apparently shot on sets,
including an impressive one for the cathedral and its surrounding grounds.
Christian Bale grows tiresome as a drunk, but then straightens up and is an
adequate hero, although lacking in depth and background. Yu Mo, the leader of
the prostitutes, is played in a effective heart-of-gold way by Ni Ni.
Huang Tianyuan is good as George, but there is never a danger of him stealing a
scene.
Now let me ask you: Can you think of any reason the character John
Miller is needed to tell his story? Was any consideration given to the
possibility of a Chinese priest? Would that be asking for too much?
…The Flowers of War"
si perde in una retorica da film per le masse al modo del pessimo war movie spielberghiano "Salvate il
soldato Ryan" (il più prossimo termine di paragone per questo film)
rispetto al quale però si distingue grazie a una serie di interessanti
soluzioni visive che sbocciano a tratti in una poetica dei colori, questi tra i
rari momenti in cui il talento di Zhang Yimou esplode e si mette in mostra in
pieno, ma che poteva essere sviluppata a discapito di linee di trama più
scontate.
…Sfortunatamente nella
seconda parte The flowers of war è invaso dalla retorica e dalla poesia
della peggior specie (quello che passa per canzoni, balletti, primi piani
insistiti oltre il decente e ralenti). Così ogni complessità è azzerata a
favore di un continuo ripetersi di piccole scene madri, rimestando ad oltranza
nella sollecitazione delle medesime emozioni, come accade nelle peggiori
produzioni. Ogni inventiva scompare sosituita da piccoli fuochi d'artificio e
tanti specchietti per allodole, fino ad un finale che sembra non arrivare mai.
Impossibile non chiedersi come mai proprio Zhang Yimou, che qualche anno fa con Mille miglia...lontano aveva nesso a segno un tentativo importante di revisione della figura dei giapponesi nell'iconografia cinese, abbia ora realizzato un film così spietato e bieco nel ritrarre il nemico di sempre. Una controparte tanto deumanizzata infatti non è un errore storico quanto una leggerezza cinematografica insensata e imperdonabile.
Impossibile non chiedersi come mai proprio Zhang Yimou, che qualche anno fa con Mille miglia...lontano aveva nesso a segno un tentativo importante di revisione della figura dei giapponesi nell'iconografia cinese, abbia ora realizzato un film così spietato e bieco nel ritrarre il nemico di sempre. Una controparte tanto deumanizzata infatti non è un errore storico quanto una leggerezza cinematografica insensata e imperdonabile.
…Las
flores de la guerra es, por
encima de todo, una obra difusa, incoherente, convencional, perezosa y
ramplona. Parece como si Yimou se la hubiera encargado a un ayudante de
dirección de Hollywood o al director de la segunda unidad. Quiere partir de un
verismo bélico que provendría del Kubrick de Senderos de gloria hasta el Spielberg de Salvar
al soldado Ryan pero
termina anclada en un preciosismo de cartón piedra extraño e inasible. Parece
que pretende un cierto intimismo emocional (al menos eso indican algunas
esforzadas e interesantes escenas de la pareja protagonista), pero acaba
literalmente arrasado por un alud de recursos hiperbólicos y reiterados hasta
la náusea (imágenes ralentizadas, fogonazos de luz tamizada, susurrantes coros
musicales…). Y, sobre todo, comienza siendo un relato más o menos convincente
de un afecto de guerra en un país en guerra, para terminar convirtiéndose en
una más que discutible historia de un falso heroísmo en un mundo sin héroes. El
final pretendidamente sentimentalista no solo resulta previsible y fallido,
sino casi vergonzantemente simple…
da
qui
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