venerdì 7 giugno 2013

Notizie dagli scavi – Emidio Greco

Commento pessimo: un semiidiota e una semiscema si incontrano, tra semiprostitute e gli scavi etruschi fanno una gran bella figura.
giudizio: boh! - Ismaele

Commento benevolo: un povero tuttofare non particolarmente acuto si innamora, forse, di una amica di ex ospite della casa dove lui lavora.
un cinema non urlato, molto minimalista.
giudizio: boh! - Ismaele



Battiston è molto bravo nel dare il ritratto dell'orso gentile, la Angiolini molto meno in quello della prostituta sentimentale, tutti e due completano alla perfezione l'arco narrativo con quel sorriso di fronte alla vetrina che è sinonimo di trovata concordia. Un film che va visto da un suo pubblico adeguatamente pronto, verrà ignorato dagli incassi e apprezzato per intenti che poco interessano alle nostrane produzioni: un grande bravo a Greco per aver avuto il coraggio di realizzarlo battendosi contro questi assunti che di artistico nulla hanno.

Notizie degli scavi fa trasparire dunque fin dalle prime battute un'anima profondamente “finta”, allo stesso tempo comunque ben lontana anche da una pur vaga idea di completa ricreazione della realtà: l'effetto che il film produce sugli spettatori potrebbe venire paragonato a quello di uno spettacolo teatrale ambizioso ma tragicamente amatoriale, ed è un peccato che sia caduto preda in tale trappola anche un attore sensibile e intelligente come Giuseppe Battiston. Non c'è realtà, in Notizie degli scavi, ma quel che è assai più grave manca completamente anche la credibilità del tutto, a partire da una storia d'amicizia/amore che fa acqua da tutte le parti e che si trascina stancamente per l'intera durata del film tra un'illogicità e l'altra.   
Ed è davvero troppo comodo nascondersi dietro l'amabile coperta della licenza poetica, dello svolazzo dell'artista che non deve rendere conto a nessuno della propria ispirazione: le lunghe e insopportabili inquadrature della Villa di Adriano, a Tivoli, non solo non aggiungono alcun sottotesto a una trama di per sé fin troppo basica, ma servono a solleticare soltanto l'ego di un regista che, forse, tende a prendersi troppo sul serio, sovrastimandosi. Un'opera sterile, che rappresenta forse la crisi culturale italiana contemporanea meglio di quanto avrebbe mai potuto immaginare.

Pessima la prova di Giuseppe Battiston (ed è un peccato vedere uno dei migliori attori italiani contemporanei coinvolto in progetti simili), che dà vita alla caratterizzazione di un personaggio autistico, ma palesemente falso, macchiettistico al limite dell’urticante. Se possibile fa anche di peggio Ambra Angiolini, la cui recitazione è sospesa tra una declamazione enfatica francamente inutile e una rigidità pressoché totale per quanto concerne la recitazione fisica, basata su sguardi, ammiccamenti, piccoli impercettibili gesti che potrebbero valorizzare la complessità del suo personaggio. Per non parlare di una sceneggiatura dilettantesca, che alterna momenti di assordante silenzio che vorrebbero rendere evidente la solitudine dei personaggi (ma il concetto è talmente insistito, palesato e ripetutamente riproposto da stancare molto presto e precludere qualsiasi coinvolgimento empatico) a dialoghi dal gusto sinistramente arcaico, retrò, nebulosi e artefatti, sentore di una mancanza di idee francamente preoccupante. E come detto la regia di Emidio Greco non aiuta minimamente ad entrare in sintonia né con la vicenda narrata né con i personaggi che la vivono, creando invece una sorta di invalicabile distanza tra la realtà scenica e il fruitore che perde interesse per la storia quasi immediatamente. Da evitare.

…Mentre nel racconto di Lucentini la narrazione è in prima persona, nel caso del film non vi è alcuna voce narrante, nonostante tutto dipenda e ruoti attorno al protagonista, questo Professore, interpretato magnificamente da un Giuseppe Battiston in stato di grazia; si denota in lui un grosso lavoro di scavo, nel senso letterale del termine, dietro a questo amabile personaggio, così come non passa inosservata la crescente Ambra Angiolini, co-protagonista nel ruolo della Marchesa, in un’interpretazione un tantino più dolorosa rispetto alle sue prime prove. Il regista Emidio Greco ricerca il verosimile con l’ausilio di un linguaggio cinematografico minimalista, avvicinabile a quel minimalismo meditato e sofferente dei personaggi dei film di Aki Kaurismäki. Nonostante questo minimalismo appaia a lungo andare un po’ forzato, il film restituisce in pieno quella verità e quella umanità tipiche di chi vive per capire, senza riuscire a lasciarsi scivolare addosso tutte le incomprensioni ed i dolori dell’esistenza...

2 commenti:

  1. per me, Emidio Greco è "L'invenzione di Morel"... i film li faceva così, bisogna saperci entrare. Hai i suoi difetti, come metodo d'autore, ma a me piace.
    La vera palla al piede è Ambra Angiolini, raccomandata se mai ce ne fu una, né bella né brava. Dispiace dirlo, di regola non lo dico mai, ma un'eccezione la si può fare.
    Riguardo a Battiston: a me è piaciuto, il problema è che forse per questo personaggio noi tutti tendiamo a pensare a qualcuno di magro, gentile, magari anziano. Invece nella realtà ci sono anche le persone come Battiston, non c'è solo Toni Servillo.

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  2. Angiolini non c'entra, ma anche la parte di una semiscema bisogna saperla fare bene.
    in certi momenti poteva essere una specie di "Una giornata particolare", ma non ci arriva mai, sarà il romanzo di partenza, sarà la sceneggiatura, non mi ha preso, mi sembra davvero un'opera minore di Emidio Greco, peccato sia l'ultima.
    leggo due belle recensioni qui (http://www.spietati.it/z_scheda_dett_film.asp?idFilm=3639).
    che Battiston sia bravo, qui il più bravo, a metà fra l'autistico e il precario totale, sono d'accordo.

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