se vi è sfuggito, cercatelo, merita - Ismaele
Biopic Hollywood Style con
improvvise e impressionanti aperture di ferocia. “Frida” è due film: quello,
purtroppo breve, fatto solo di sprazzi ed emozioni, di Julie Taymor, e quello,
che vorrebbe essere sontuoso ma è solo pomposo e improbabile, targato Miramax
e, forse, Salma Hayek: probabilmente questo film non aggiungerà molte frecce
all’arco della sua popolarità. Lungo, dettagliato, minuzioso nella rievocazione
dei quadri della pittrice messicana, molto - troppo - parlato, si trascina
abbastanza penosamente. Alcuni dialoghi sono al limite del ridicolo.
L’apparizione di Trotsky e la sua avventura con Frida puro kitsch. E poi, ogni
tanto, riappare la violenza barbara e sofferta che caratterizzava il “Titus”
diretto da Julie Taymor: il momento dell’incidente in autobus che segna il
fisico di Frida per tutta la vita che si trasforma, sul letto dell’operazione,
in un agghiacciante balletto di scheletri; il viaggio a New York di Frida con
il marito Diego Rivera, che appare tra i grattacieli disegnati come King Kong.
Sono piccoli colpi di genio (realizzati dai fratelli Quay), e altrettanti colpi
al cuore, che fanno rimpiangere il film che non c’è.
Piuttosto
vivace dal lato visivo, questo secondo film diretto dalla polivalente Julie
Taymor (Titus) è invece scritto come un
noiosissimo melodramma strappalacrime e usa le (comunque belle) musiche come
una telenovela brasiliana. Se doveva esserci della critica socio-politica, la
cosa è andata persa; se doveva essere un’efficace ricostruzione della tribolata
vita della pittrice messicana, il film è tutto tranne che efficace.
Pur
essendo composto da nomi piuttosto grossi, con apparizioni speciali di gente
come Banderas e Norton, il cast offre una prova piuttosto scialba, con
l’eccezione dello strabordante Alfred Molina. Le uniche cose che colpiscono il
cuore dello spettatore sono le sequenze animate realizzate dai bravissimi
fratelli Quay, che danno vita ai quadri della Kahlo e creano la sequenza,
davvero impressionante, dell’operazione dopo l’incidente…
…Frida, oggi considerata forse la più
importante pittrice moderna, è rimasta sconosciuta fuori dal Messico fino alla
metà degli anni ottanta. Le sue opere particolarmente crude e realistiche sono
totalmente dominate dai suoi sentimenti e dal trauma dell'incidente (con tutte
le sue ripercussioni). La realizzazione del film è stata effettuata con il
patrocinio dello speciale fondo istituito in suo nome in Messico, ed infatti la
pellicola ne ha sicuramente beneficiato, avendo potuto girare direttamente sul
luogo invece che in studio. Il risultato finale è sicuramente convincente anche
se forse lo è meno l'interpretazione della Hayek, che, sfruttando una certa
rassomiglianza fisica, riesce anche ad essere volitiva come la vera Frida, ma
spesso si "dimentica" di essere storpia. C'è comunque da considerare
che l'attrice messicana è circondata da una serie di mostri sacri che farebbero
impallidire chiunque.
Molto particolari, ed apprezzabili, gli inserti allegorici che la Taymor inserisce in alcuni momenti della pellicola a sottolineare situazioni chiave della vita di Frida, come anche la presenza dei quadri della stessa pittrice, l'uso del bianco e nero in alcune scene fuori dal Messico ed il "filmino di presentazione" dell'America, con Diego nelle vesti di King Kong (indimenticabile).
Nel complesso un film fresco ed interessante…
Molto particolari, ed apprezzabili, gli inserti allegorici che la Taymor inserisce in alcuni momenti della pellicola a sottolineare situazioni chiave della vita di Frida, come anche la presenza dei quadri della stessa pittrice, l'uso del bianco e nero in alcune scene fuori dal Messico ed il "filmino di presentazione" dell'America, con Diego nelle vesti di King Kong (indimenticabile).
Nel complesso un film fresco ed interessante…
…Diré
entonces que lo que más me gustó de la película que vi es el gozo. Descubrir a
una Frida alegre, risueña, paseadora, bailadora, parlanchina y tomadora,
consiguió que se borrara de mi esa personificación del sufrimiento que hasta
antes tenía de la pintora. Esa Frida tan gozosa caracterizada por Salma Hayek,
no me dejó ninguna duda de que en vida la pintora sufrió bastante, pero al
mismo tiempo, me dio a entender que aunque la vida parecía empeñada en hacerla
desgraciada, a Frida Kahlo no le dio la gana serlo…
visto quand'era uscito da poco, non è tutto perfetto ma è comunque un film da vedere, c'è il rischio di imparare qualcosa
RispondiElimina:-)
un giudizio simile lo darei anche sul Picasso con Anthony Hopkins e sul Pollock di Ed Harris, ho imparato tante cose che non sapevo e i film sono piuttosto belli. Ovviamente, poi è meglio prendere in mano una biografia attendibile! (ma vale per tutti i film storici)
non è il massimo, ma Julie Taymor ti fa dare un voto sicuramente positivo
RispondiEliminaPicasso e Pollock mi mancano, ho fra le mani il Picasso di HG Clouzot