bel
film, Wendy fa davvero tenerezza, sembra la cuginetta di Chris/Supertramp,
speriamo la vada meglio.
come fai a non fare il tifo per lei e il suo viaggio?
così sola e indifesa, ha l'amore di Lucy, dentro, il sogno del viaggio, fuga da una vita amara e triste, e la solidarietà della guardia notturna, l'unico che sembra capirla.
cercatelo, all'inizio sembra un po'così, poi non smetti fino alla fine, e magari ti commuovi anche - Ismaele
…Lode alla bravura di Michelle Williams,
che regge un'intera pellicola da sola, evitando di strumentalizzare la storia
della protagonista e lavorando con piccole e naturali espressioni del viso. La
Williams è il simbolo perfetto dello stile della pellicola. Asciutta, mai propensa
a scenate fuori luogo, di un'umanità insieme combattiva e dimessa, incarna un
carattere "normale", non idealizzato. Il lavoro psicologico è
rimarchevole e anche la capacità di interagire con il cane non è forzata, ma
sentita. La recitazione è di immedesimazione, ma fa percepire anche molto della
personalità reale dell'attrice, avvezza ai film indipendenti e per nulla votata
ad un'immagine di star. Il film è un piccolo squarcio di disperazione senza
scene-madri, senza "buoni e cattivi", senza rimorsi o crudeltà vere.
E' un film asettico nella sua accezione migliore, che sceglie la strada della
naturalezza per riscaldare/raffreddare continuamente il cuore.
… Parte adattamento (da un racconto di Jon
Raymond, con cui aveva già collaborato in Old Joy) e parte autobiografia (anche
se Reichardt disconosce qualsiasi identificazione tra lei e la protagonista) è
la storia on the road di una ragazza (Wendy, interpretata da Michelle Williams)
e della sua cagnetta (Lucy, quella vera di Reichardt, con cui la regista ha
attraversato in macchina gli States scrivendo il film e cercando i luoghi dove
girarlo). Le due, a bordo di un'Honda rosso scuro, sono dirette in Alaska (come
il ragazzo di Into the Wild), frontiera mitica dove Wendy spera di trovare
lavoro. Lungo il loro percorso, camminate e giochi nella foreste fino a tarda
notte, l'incontro con un gruppo di ragazzini homeless che vivono lungo i binari
del treno e si scaldano alla fiamma di un fuoco. In effetti la parte di
«viaggio» finisce presto, quando la macchina di Wendy si rifiuta di partire dopo
una notte trascorsa nel parcheggio di un supermercato, vicino a un benzinaio e
a una rimessa…
… Per la compagna la
giovane farebbe qualunque cosa, anche rubare, anche andare in prigione, anche
mentire; e il prodigarsi di questa “pia mater” moderna stride con la
durezza e la crudeltà della vita rappresentata dalla regista. I soldi che
mancano, la notte passata all’addiaccio in contatto con quella Natura, benigna
di giorno in compagnia di Lucy, matrigna quando si è soli e impauriti, sono
emblema dell’America perduta, che non dà aiuto a quelli come Wendy: tanto
è benigna con i vincenti quanto è matrigna con i perdenti. Kelly
Reichardt costruisce un’opera lineare, pulita, che si modula incredibilmente
sul “moaning” di Wendy, “colonna sonora” dell’intero film, lamento da cui è
difficile separarsi; la regista racconta una vicenda semplice -- resa
unica e speciale -- di una guerriera che combatte contro i suoi mulini a vento,
facendo anche però il ritratto dell’America che non conta, che è in preda alla
crisi economica, e dell’Umanità che non si lascia travolgere da niente e da
nessuno.
… Lo stato d’animo di Wendy è messo a
dura prova dalle irrimediabili condizioni dell’automobile e dalla pesante
assenza di Lucy. Stravolta dalla sfortunata serie d’eventi, la protagonista
trova conforto soltanto nell’amicizia con un anziano poliziotto che si rivela
gentile e teneramente comprensivo nei suoi confronti. La solitudine ricercata
dal personaggio tramite l’allontanamento dal suo paese d’origine trova
un’allucinante e avvilente prospettiva nella situazione creatasi nella “tappa
forzata” del viaggio: in preda all’inquietudine Wendy telefona alla sorella ma
la lontananza affettiva è ben più incolmabile di quella chilometrica. L’affetto
di Lucy è l’unico sentimento che rincuora l’animo della sua padroncina e
quest’ultima è talmente legata al cane da non poterne fare a meno…
Concordo in pieno con la prima recensione che hai postato. E aggiungo: la Williams sta diventando una delle mie attrici americane preferite.
RispondiEliminaMichelle Williams è bravissima, sta facendo film belli, questo è quasi tutto sulle sue spalle, non parla molto, il viso dice tutto
Eliminace l'ho da un sacco di tempo ma chissà perchè non mi sono mai messo a vederlo...ora la visione è obbligatoria!
RispondiEliminaWendy resiste contro tutte le sfortune che la colpiscono, da prima e chissà per quanto, non ti deluderà, anzi, ti conquisterà, un film piccolo che resta dentro, vedrai.
RispondiEliminagran bel film, semplice ma efficace, tocca il cuore.
RispondiEliminati chiedi dove sarà Wendy, speriamo le vada bene:)
RispondiEliminaE la cosa che ti inquieta è che la stessa guardia sembra agire in modo robotico, come gli fa spostare la macchina così gli presta il cellulare o gli dice frasi d'aiuto ma banali. Sembra un mondo in cui non si pensa ma ci siano tutte azioni e frasi prestabilitie
RispondiEliminaanzi, ora l'aggiungo in rece
RispondiEliminasembra un mondo di rassegnati, nessuno vuole qualcosa veramente
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