provaci e non te ne penti - Ismaele
… È uno stravagante
patchwork fantastico dove K. Smith (Clerks) si è divertito a intrugliare con
goliardico brio irriverente Bibbia, fumetti, angelologia, Vangeli apocrifi,
problemi teologici, femminismo in chiave ultraterrena, trattati demonologici,
frecciate satiriche sugli aspetti più discussi della morale cristiana e i suoi
aggiornamenti in stile New Age. Lo fa qua e là con intelligenza, talvolta con
gusto esecrabile e trasgressioni alla logica narrativa, spesso in modo
logorroico e almeno una volta con una madornale trovata scatologica (il
gigantesco demone di merda). Distribuito in Italia nell'estate 2003 con qualche
taglio.
…Questa “nuova” (almeno per noi in
Italia, visto che in America è uscita circa quattro anni fa) pellicola che gli
stravaganti distributori ci presentano per l’estate, non solo subisce questa
consuetudine, ma l’essere il film del regista che ha subito più problemi in
patria pare abbia accentuato tale usanza.
Come al solito la prima accusa a muoversi verso i prodotti di Kevin Smith è la volgarità. Si, è vero, i dialoghi di Smith sono conditi di parolacce, con un personaggio come Jay, che fa della sboccatagine una ragione di vita. Ma è la forma con cui vengo espresse le cose a fare la volgarità? Se si seguono con attenzione quei dialoghi ci si rendo conto molto in fretta che quella forma di linguaggio gergale e sboccato nasconde (ma non così tanto) dialoghi profondi e ben costruiti. Ottimi dialoghi.
Se volete esempi nostrani per capire la differenza tra l’uso di parole volgari in un film e essere un film volgare pensate a Mery per Sempre (con tra le altre cose un elenco di più di 5 minuti sulle diverse parola da usare al posto di mischia) o per l’esempio opposto a molti film alla “Vanzina” dove spesso battute senza neppure una parolaccia siano in realtà di una volgarità disarmante…
Questa volta all’accusa di volgarità se ne unisce una nuova: la blasfemia o quasi.
E anche qui l’errore è grossolano. Si guarda senza voler vedere e quello che sembra un attacco alla religione cattolica ne è invece una colta riflessione realizzata con l’amore di un cattolico praticante (come è appunto il regista/scrittore)…
Come al solito la prima accusa a muoversi verso i prodotti di Kevin Smith è la volgarità. Si, è vero, i dialoghi di Smith sono conditi di parolacce, con un personaggio come Jay, che fa della sboccatagine una ragione di vita. Ma è la forma con cui vengo espresse le cose a fare la volgarità? Se si seguono con attenzione quei dialoghi ci si rendo conto molto in fretta che quella forma di linguaggio gergale e sboccato nasconde (ma non così tanto) dialoghi profondi e ben costruiti. Ottimi dialoghi.
Se volete esempi nostrani per capire la differenza tra l’uso di parole volgari in un film e essere un film volgare pensate a Mery per Sempre (con tra le altre cose un elenco di più di 5 minuti sulle diverse parola da usare al posto di mischia) o per l’esempio opposto a molti film alla “Vanzina” dove spesso battute senza neppure una parolaccia siano in realtà di una volgarità disarmante…
Questa volta all’accusa di volgarità se ne unisce una nuova: la blasfemia o quasi.
E anche qui l’errore è grossolano. Si guarda senza voler vedere e quello che sembra un attacco alla religione cattolica ne è invece una colta riflessione realizzata con l’amore di un cattolico praticante (come è appunto il regista/scrittore)…
Dogma is one of the most entertaining films ever made about
religion. Keep in mind that it's a comedy, indeed a satire which aims directly
at the flaws and pretensions of organized religion. The movie opens with a
series of disclaimers that set the tone for what follows. "Not to be taken
seriously." And in case you miss it the first time, the warning
continues: "To insist that any of what follows is incendiary or
inflammatory is to miss our intention." And finally: "Please -
before you think about hurting someone over this trifle of a film, remember:
even God has a sense of humor. Just look at the Platypus. Thank you and enjoy
the show."…
Credo che Dogma sia il film meno antireligioso della storia, basterebbe solo che i bigotti lo guardassero senza pregiudizi per capirlo.
RispondiEliminaD'altronde, l'"avvertenza" iniziale, quella in cui Smith parla dell'Ornitorinco, riassume chiaramente l'intento del regista.
Comunque, un film sicuramente imperfetto, ma a tratti geniale.
credo che i problemi nascano solo per chi ha problemi di senso dell'umorismo insufficiente, un film è un film, mica un trattato filosofico, certi film lo sono ancora di più.
RispondiEliminagrande cinema, siamo d'accordo:)