il film che Cassano non vedrebbe, ma chi se ne frega.
si inizia scherzando e ridendo, poi si entra nel film con dialoghi senza rete.
per conoscenza, gli attori omosessuali (Robert LaTourneaux (1986), Leonard Frey (1988), Keith Prentice (1992), Kenneth Nelson (1993), and Frederick Coombs (1993) (qui) sono morti di Aids.
merita di sicuro la visione, non ve ne pentirete - Ismaele
…In 'The boys in the band' si parla di omosessualità, dei suoi riti e dei
suoi schemi psicologici, della triste necessità di ghettizzarsi in rapporto ad
una società moralmente repressiva dietro la maschera edonistica. In pratica si
finge, come al solito, si recita per poter sopravvivere, sociologicamente
parlando. Sono rappresentati tutti i tipi omosessuali: l'effeminato, l'escort
svampito, l'intellettuale pedante, l'operatore della moda, il marito normale
'che-non-diresti-mai', il guru dandy, punto di riferimento della comitiva,
ammirato per la fierezza con cui manifesta e difende la sua diversità — ed è
questa, come si può facilmente intuire in una società fortemente omologante, la
figura più inquietante di tutte. Il film disturba tutti: sia gli omo che gli
etero-convinti. Così mentre gli omo lamentano un'immagine cupa, depressiva,
eccessivamente problemtica dell'omosessualità; gli etero accusano il film
di essere troppo indulgente e compassionevole verso una forma alternativa di
sessualità che si ostinano ansiosamente a giudicare degenerata, difettata.
Banditi i sentimentalismi e le pause umoristiche rassicuranti tipici
dell'industria cinematografica statunitense. La macchina da presa vola al ritmo
indiavolato di dialoghi serratissimi debitori delle commedie di Howard Hawks.
E' un errore pensare che il film riguardi una categoria umana specifica
piuttosto che l'uomo in generale. L'altro è un mistero insondabile; chiunque
altro. In ciò consiste il messaggio altamente umanitario di questa opera.
…Molto
interessante è il piano narrativo sul quale si sviluppa la storia, con una
prima parte corale che vede il gruppo affiatato ed una seconda parte, quella
del gioco al telefono, che vede soli tutti i festeggiati, ognuno in difficoltà
ad affrontare la propria diversità.
In ogni caso quella di Friedkin è una trasposizione amara della commedia,
sofferta, i cui personaggi appaiono tutti frustrati dalla loro condizione, dal
doversi nascondere, dal non riuscire ad amare come vorrebbero, e difficile è
soprattutto la condizione di Michael, alla fine il più debole che ancora non si
accetta così com’è. Ottimo cast, buon film, fu il primo film di Hollywood
sull'omosessualità.
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