il film ebbe qualche problema con la censura, oggi passerebbe senza problemi alla tv dei ragazzi, se esiste ancora.
film più d'amore che politico, di sicuro avventuroso.
poi ci fu Spartacus di Stanley Kubrick, i negativi del film di Freda furono distrutti (ma pare che una copia si sia salvata) e il film quasi dimenticato.
non è certo un capolavoro, ma si può vedere ancora con piacere.
buona (sopravvissuta) visione - Ismaele
QUI il film completo, in italiano
Spartaco,
soldato romano, per aver disobbedito al suo centurione cade in disgrazia.
Venduto come schiavo, si afferma da combattente nell'arena; poi fugge,
organizza un esercito di gladiatori e arma la rivolta contro Roma.
L'insurrezione sarà soffocata nel sangue.
Già filmato in epoca del muto da Oreste Gherardini (1909) e Giovanni Enrico
Vidali (1913), rifatto con successo internazionale da Stanley Kubrick con Spartacus (1959-1960),
è un classico tra i film storici di produzione italiana in attinenza al mondo
romano degli anni '50 (qui di compartecipazione francese), dove invenzione e
approssimazione storica abbondano, ma lo spettacolo è comunque garantito,
attraverso l'impostazione avventurosa e d'azione, curata nel particolare da un
Riccardo Freda in gran forma, con due scene su tutte: quella dei ludi (girata
nell'Arena di Verona, diretta dal non accreditato Mario Bava) e la sequenza di
battaglia, abbastanza credibile, filmata in riva al fiume Aniene, nei pressi di
Roma. Considerata l'epoca di realizzazione, nel film non c'è traccia di
resoconti collettivi e l'inclinazione politicizzata è rivolta soltanto
all'asserzione anti-romana, in linea con i suntuosi prodotti americani girati a
Cinecittà nel primo e secondo dopoguerra, dove la romanità era sempre
equiparata al trascorso negativo del ventennio fascista. Per questo motivo e
non solo (diverse scene di velata allusione erotica furono eliminate nel
montaggio definitivo), il film andò incontro a diverse noie con la censura.
Cast di lusso, con nomi noti dell'epoca e gran successo al botteghino, anche americano,
distribuito dalla RKO con titolo Sins of Rome. Nel 1959, quando,
in concomitanza all'uscita dell'americano Spartacus, la
Rialto pensò bene di fare la riedizione del film per le sale, con sottotitolo
'Il gladiatore della Tracia', la Bryna Productions riuscì a bloccare la
diffusione dopo solo due giorni di programmazione (31 Marzo 1959). Lo studios
di Kirk Douglas acquistò dalla produttrice italiana i negativi del film per
56mila dollari, con il solo scopo di distruggerli e far sparire la pellicola
dalla circolazione, per sempre. Dallo sfacelo si salvò una sola copia (comunque
priva della scena di battaglia nella sua lunghezza originale, 9 minuti),
conservata nella Cineteca di Tolosa e, pare, pochissime altre, per lo più
amatoriali (l'edizione francese consegnò anche gli acetati del sonoro), ma il
film non fu mai più riproposto.
Ridotto in schiavitù, il trace Spartaco tenta la fuga più
volte, stimola e capeggia la rivolta dei gladiatori, è ferito, ama teneramente
Sabina, figlia del suo ex padrone Licinio Crasso che, dopo una prima sconfitta
romana, promette la libertà per lui e i suoi seguaci. In sua assenza, si decide
un dissennato attacco frontale. Occultata la dimensione sociale degli
avvenimenti (Spartaco come il Cristo pugnace della tradizione proletaria e
socialista), Freda e i suoi sceneggiatori puntano sul versante avventuroso e
spettacolare con risvolti erotici che gli attirano il severo giudizio del
Centro Cattolico. Il personaggio era già stato portato sullo schermo all'epoca
del muto nel 1909 e nel 1913.
Una pellicola di tutto rispetto, abbastanza
spettacolare, mai noiosa e che ha il coraggio di non concludersi in modo
positivo.....
Ben realizzato dal punto di vista tecnico, bravo
come al solito Freda dietro la macchina da presa, soddisfacente anche
l'interpretazione del cast.
A me è piaciuto, una visione gli si può
concedere tranquillamente.
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