domenica 8 maggio 2022

i due film della orca di Eriprando Visconti

i due film della orca, mezzo secolo dopo, suonano strani, un sequestro di persona e i suoi strascichi.

Horcynus Orca è il titolo del libro (mitico) di Stefano D'Arrigo che Alice aveva in borsa, il titolo dei due film deriva dal libro.

Michele, il custode di Alice, era pescatore, da ragazzo, forse il titolo dei film è una citazione del mestiere di Michele, chissà.

che Alice sia spesso nuda fece scandalo a quei tempi, e che ci siano pulsioni mitiche e strane ne fecero dei film maledetti, nel primo film c'è la sindrome di Stoccolma, magari al contrario, nel secondo film c'è il complesso di Edipo, che poi è di Elettra.

i film non sono certo dei capolavori, ma si vedono ancora bene, magari come testimonianza di quegli anni, anche con Flavio Bucci nella banda dei sequestatori dilettanti - Ismaele

ps: nel triennio 1975-1977 ci furono 184 sequestri di persona (da qui)




La orca – Eriprando Visconti

  

 

…La orca è una pellicola povera di mezzi come di capacità, che vuol forse mettere sul piatto temi importanti come la lotta di classe e il rapporto vittima-carnefice, ma che risulta lacunosa nella narrazione e pretestuosa nell’uso del nudo e del sesso.

Eriprando Visconti, nipote di Luchino e in occasioni precedenti regista apprezzato dalla critica come dal pubblico, cerca un minimo di ricercatezza visiva ma finisce per dare al film uno stile che agli occhi di oggi appare invecchiato malissimo. Il ridoppiaggio in studio rende poi poco spontaeno l’accento lombardo dei protagonisti, e le mediocri musiche elettroniche del Guardiano del Faro non aiutano certo l’efficacia delle atmosfere. Come detto, poi, molte sequenze sembrano solo un pretesto per mostrare le grazie di Rena Niehaus e accattivarsi così il pubblico popolare, incorrendo però negli strali della censura.

Le brutture peggiori sono però in fase di sceneggiatura, dove Visconti e Morpugno dimostrano totale disinteresse per le indagini della polizia, che pure portano il film alla sua conclusione, e gestiscono in maniera rozza il ribaltamento psicologico tra la prigioniera e il suo carceriere. La struttura della banda, i suoi capi, è chiaramente qualcosa che non interessa gli autori, ma se la loro attenzione era puntata sulle psicologie dei protagonisti, allora avrebbero dovuto sforzarsi di più che mettere un Diabolik in mano al pescatore calabrese interpretato da Michele Placido. E se l’intento di tutto il film era suonare realistici, il risultato è invece piatto e noioso.

da qui

  

An interesting mix of your standard kidnapping/ransom plot mixed up with Patty Hearst inspired twists and a liberal dose of left leaning politics, Visconti's La Orca is a well made mix of exploitative kicks and arthouse sensibility. While it's directed with a bit of style, the minimalist locations would try to trick you otherwise and the bulk of the film takes place in one dirty, grubby room which gives large portions of the film a stagey feeling. Some flourishes stand out though, particularly a scene in which Michele imagines himself on a yacht where he approaches Alice, who he's just starting to become fixated on, who is dressed in something that looks like it was left over from Pasolini's Medea.

Performance wise, it's Rena Niehaus and Michele Placido that do all of the heavy lifting here, which is interesting as the liners point that out that the former didn't even speak Italian when the movie was being made, which left to some difficulty here and there. Regardless, she's convincing in her role and her back and forth with Placido, also a strong performer, is far more believable than it probably has any right to be under the circumstances. It's fun to see the more recognizable Flavio Bucci and Bruno Corazzari pop up here but outside of the early kidnapping scene and a fairly daft subplot involving Bucci and an affair he's having but it adds very little to the story outside of allowing for some extra sex…

da qui

 

El thriller que nos ocupa parte de un planteamiento sugestivo: Se trata de un secuestro donde el complejo de Estocolmo se inicia a la inversa. Chico pobre del sur, convertido en secuestrador por azar, se enamora de chica rica del norte a la que debe vigilar para la banda de raptores. Todo indica que también Alice se va afeccionando a su custodio… Pero ¿y si su supuesto amor sólo formara parte de una estrategia para escapar?...

da qui

 





Oedipus orca - Eriprando Visconti

   

Una vez más (igual que en “La orca”), el argumento es interesante pero no está bien ejecutado. El “lolitismo” de Alice y su relación con Lucio (que como se va descubriendo y como se deja entrever desde el principio es de tintes incestuosos) podrían haber dado mucho más de sí.

Si en “La Orca” tenemos un “síndrome de Estocolmo” invertido, en “Oedipus orca” lo que hay es un “complejo de Edipo” a la inversa: La hija se enamora de su padre, sin saber aún que se trata de su progenitor. Ésta clase de disfunción tiene una denominación propia: Complejo de Electra; por lo que titular la película “Electra orca” habría sido más acertado.

Michele Placido aparece en imágenes de archivo de la primera película. Alice sigue siendo la alemana Rena Niehaus. Humberto, el novio de Alice, está interpretado nada menos que por Miguel “don Diablo” Bosé.

Lo único que mejora respecto a la primera parte es la banda sonora. En ésta ocasión la música es muy envolvente y a base de sintetizadores, resultando memorable sobre todo en la escena inicial. Fue compuesta por James Dashow.

da qui

 

 

Oedipus Orca ha sperimentato negli anni una fama bifronte: parzialmente apprezzato all’uscita dai critici e dagli addetti ai lavori, che lo reputarono un film di un certo spessore intellettuale anche se privo di un’adeguata veste artistica, venne in seguito criticato pesantemente dagli spettatori e dai critici più facilmente impressionabili, che lo giudicarono eccessivamente estremo (sia in termini di contenuti che, soprattutto, di immagini) nello scagliarsi contro la moralità della classe borghese italiana di fine anni Settanta e nel trattare in modo così spinto un’argomento tanto delicato come il complesso di Elettra (l’equivalente femminile del complesso di Edipo, erroneamente nominato nel titolo). A causa di questa sua fama di pellicola controversa, il film di Visconti junior è purtroppo caduto quasi nel dimenticatoio con il passare degli anni, spesso ridotto a gioiellino di nicchia per i weird-seekers e dall’altra parte ghettizzato e deriso dal pubblico medio…

...Oedipus Orca alla fin fine risulta un film d’impatto, molto coraggioso e tutto sommato ben realizzato, anche (e soprattutto) proprio in quelle scene che il pubblico medio definisce vergognose. D’altra parte, come disse qualcuno, “chi non può aprire la propria mente, non potrà mai capire”.

da qui

 

 

Ancora una volta, ancor più che in La orca, il sesso guida le azioni dei personaggi molto più dell’intelletto. La cosa, però, non dà vita a un film che parla coerentemente di sesso, bensì a un film che mostra del sesso in maniera banale e gratuita. D’altronde passano meno di cinque minuti prima che Rena Niehaus mostri il seno agli spettatori, e da lì in poi il film propone poco altro che questo. Ma in fondo non ci si dovrebbe aspettare niente di serio da una pellicola che racconta un complesso di Elettra citando erroneamente Edipo…

da qui

Nessun commento:

Posta un commento