venerdì 6 maggio 2022

Bronte: cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato - Florestano Vancini

il film nacque come uno sceneggiato per la tv, ma non fu mai trasmesso.

resta il film, che è comunque un gran film, Florestano Vancini non delude mai.

a Bronte attendevano l'arrivo di Garibaldi, libertà e terre ai contadini, anche i riccastri e i nobili, come gattopardi, erano per la libertà, purché tutto restasse come prima.

i poveracci, sotto la guida di Gasparazzo, iniziano ad ammazzare qualche riccastro, in attesa di Garibaldi, invece arriva Bixio, e fu una carneficina.

terra e libertà, aspettavano i poveri, non ci fu né l'una né l'altra, solo il cambio del padrone.

anche Leonardo Sciascia e Fabio Carpi hanno lavorato alla sceneggiatura, con Florestano Vancini, a partire dalla novella Libertà, di Giovanni Verga.

gran film, non perdetevelo.

buona (rivoluzionaria) visione - Ismaele 


ps: Gasparazzo ha dato il suo nome a un disegnatore (di Lotta Continua)



 

 QUI il film completo

 

 


Rispettando le esigenze che si devono a una ricostruzione storica dei fatti che si faccia cinema senza risultare gratuitamente didascalica o eccessivamente pesante, con "Bronte", Florestano Vancini ci ha fornito una testimonianza preziosa di una delle pagine più buie della nostra storia risorgimentale, di quelle tenute ostinatamente nascoste da una "storia ufficiale" pensata per la massiccia scolarizzazione delle masse ed elaborata per una più comoda e semplicistica idea di "eroe senza macchia e senza peccato". A quasi quarantanni dalla sua uscita, rimane intatto il suo intrinseco valore storiografico ed è uno di quei film per i quali è sempre utile consigliare la visione. Fosse solo per il contributo di civiltà che fornisce e per il suo mettere in risalto il fatto che una storia che non racconta tutte le verità è una storia pensata per servire sempre e solo gli interessi dei più forti. Grande film di uno dei grandi registi "dimenticati" del cinema italiano.

da qui

 


Un film magnifico. Per un italiano, perché fa capire parte della storia che ci riguarda; ma per chiunque, per come mostra una vera rivolta popolare, nei suoi modi e nelle sue ragioni.

Quest’ultimo aspetto è ancora più rilevante: mai, sinora, avevo visto inscenata così bene la rabbia popolare contro lo sfruttamento. L’aristocrazia, con il suo corredo di crimini costanti e coerenti contro l’umanità, ha esercitato una tale violenza che l’indignazione e la reazione non possono che essere terrificanti. Il film fa poi anche riflettere sull’errore di chi usa la stessa moneta: se sbaglia il nobile, che ha cominciato la violenza, non per questo è tanto più giustificabile la violenza della vendetta. Il film mostra come sia necessaria la riparazione nell’unico modo giusto: l’accertamento dei fatti di fronte a un tribunale competente, e la giusta punizione (mai il perdono, quindi!) nei confronti dei rei. Ma si mostra altrettanto bene come il tribunale che deve giudicare facilmente è stato un tribunale ingiusto: che sacrifica la verità, e vite umane, in nome del proprio potere. E qui sta il succo del film, e del perché è celebre questo lugubre episodio: perché è la democrazia che tradisce sé stessa; in nome della libertà, si nega la libertà. La rivoluzione per rendere tutti uguali, sbagliando, deve essere guidata dall’alto, e non deve lasciare vera libertà di autodeterminazione a nessuno.

Perciò questo capolavoro insegna tantissimo soprattutto al pubblico di sinistra: per riflettere sull’errore dell’imposizione con la forza dei valori che pure sono positivi; e per riflettere sui disastri secolari dello sfruttamento violento dell’uomo sull’uomo, dell’ingiustizia del nobile contro colui al quale si vuole impedire di avere i propri privilegi…

… Tecnicamente il film è perfetto: la recitazione corale è splendida; la scenografia anche, la colonna sonora pure. La sceneggiatura è eccellente: certo, si parte da Verga. Infatti il realismo è spettacoloso. Il ritmo è incalzante. E la Sicilia si mostra per quello che è: lo specchio più fedele dell’Italia, piaccia o no. E la regione più intensa, se si tiene assieme il profilo umano ed estetico.

E Vancini si conferma uno dei grandi registi italiani più sottovalutati.

da qui

 

Sicilia, 1860. Mentre, in attesa di Garibaldi, l'avvocato liberale Nicola Lombardo progetta una riforma agraria, scoppia a Bronte (Catania) una violenta rivolta popolare. Il generale Nino Bixio fa arrestare 150 rivoltosi e, per dare l'esempio, fa fucilare i 5 maggiori indiziati. Ispirato a Libertà , novella poco nota di G. Verga, basato su documenti d'epoca, scritto con N. Badalucco, F. Carpi e Leonardo Sciascia. F. Vancini affronta l'argomento con serietà e impegno, espone i fatti con secca, implacabile precisione e raggiunge in alcuni momenti un dolente afflato epico. Lucida lezione di controinformazione storica, duramente attaccato da destra ("parlava male di Garibaldi"), ma anche da sinistra perché troppo riformista (?), suscitò un ampio dibattito tra storici, intellettuali, politici. Girato nell'estate 1970 in Iugoslavia e prodotto anche dalla RAI in un'edizione televisiva di 3 puntate (165'), mai messa in onda. Distribuito in una versione filmica di 110' cui seguì nel 2001 quella di 126' restaurata.

da qui

 

 


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