ma voi non credete a quelli lì, La mia vita con John F. Donovan è davvero un bel film, intenso, intimo, emozionante, sincero, doloroso, con una storia non facilissima, con un bambino, Jacob Tremblay, Rupert, nel film, bravissimo (già protagonista di quel gran film che è Room); e comunque tutti gli attori sono bravissimi.
non sarà un capolavoro, ma vale abbondantemente in prezzo del biglietto, non sarete delusi, promesso - Ismaele
Non troverete in questa nostra recensione
di La mia vita con John F. Donovan nulla di simile a quelle
critiche feroci che il film ha ricevuto lo scorso settembre a Toronto, quando
la nuova tanto attesa opera del giovane e talentuoso Xavier Dolan è
stata letteralmente massacrata dalla critica anglosassone causando ritardi
nella distribuzione della pellicola. Distruggere con tale veemenza un filmc
ome questo, vuol dire essere evidentemente prevenuti e odiare talmente tanto il
regista (e quello che rappresenta) da non voler nemmeno tentare di guardare
oltre i difetti. Non voler nemmeno cercare di capire quello che l'autore sta
cercando di dire e soprattutto perché ha fatto determinate scelte: magari
discutibili, magari evitabili, ma comunque coerenti con il messaggio che Dolan
voleva far arrivare tanto al suo pubblico quanto ai suoi critici….
…F. Donovan, a noi il film
"maledetto" di Xavier Dolan è fondamentalmente piaciuto, con tutti i
suoi (evidenti) difetti. Perché dietro ad una sceneggiatura dalla struttura
inutilmente complessa, dietro a scene melodrammatiche e a tratti perfino
prevedibili, batte il cuore appassionato di un regista dal talento straripante.
Un artista che, come spesso accade, è arrivato al successo troppo presto e
forse per certe cose non ha avuto il tempo di crescere, ma Xavier Dolan,
proprio come il suo protagonista, lotta per essere sempre se stesso anche in un
mondo dove spesso non ti è permesso e non ti viene perdonato.
da qui
da qui
…La mia vita con John F. Donovan è un film
tutt’altro che perfetto – come non lo era l’osannato Mommy, o lo splendido Laurence
Anyways, acme intoccato nella carriera di Dolan – ma certo lungi
dall’essere il tedioso, inconcludente abominio contro cui la stampa
d’oltreoceano ha lanciato quasi all’unanimità i propri indignati strali.
Stilisticamente parlando, non differisce dalla grammatica cinematografica
abituale del cineasta canadese: primi piani strettissimi e indiscreti, che
indagano le pieghe dell’animo attraverso le micro-espressioni del volto;
carrellate improvvise atte a enfatizzare un focus visivo; ralenti la cui
melodrammaticità non teme di sconfinare nel kitsch. Ovviamente, non sarebbe un
film di Dolan senza urla e strepiti tra madre e figlio, ma qui la dinamica si
raddoppia grazie ai parallelismi biografici tra John e Rupert. Il primo ha un
rapporto di amore-odio con l’alcolizzata Grace (Susan
Sarandon), mentre Rupert non risparmia alla nervosa Sam (Natalie Portman) feroci scudisciate che ne
feriscono la già frustrata autostima.
Siamo però lontani dalle crude, irrisolvibili asperità di J’ai tué ma mère o Mommy: stavolta, di fronte a noi non abbiamo genitrici
in guerra con la propria prole, bensì figure in grado di comprendere i figli e
di intuirne i segreti anche laddove i pargoli non sembrano disposti a
condividerli. Nella dolcissima, finanche melensa scena del ricongiungimento tra
Sam e Rupert emerge tutto l’anelito conciliatore, tutta la natura pacificatrice
dell’intero film su cui si basa il film. Una sequenza che fornisce al regista
l’occasione di tracciare un ennesimo parallelo tra i due protagonisti, laddove
John si rifugia a casa della madre in un estremo tentativo di aggrapparsi alle
proprie radici e ritrovare il se stesso più autentico, lontano dagli artifici
delle logiche di mercato. È un Dolan fallibile e maturo, quello di La mia vita con John F. Donovan, che prende in giro i
propri stilemi – la scena iniziale con Audrey che commenta l’obsoleta cabina
telefonica di Praga ne è un esempio chiaro e ironico – e che, nelle parole di
Rupert adulto, sembra voler spiegare non solo il senso del proprio cinema, ma
quello dell’ intera macchina filmica…
Xavier Dolan merita sempre una visione, e non mancherò di guardare questo film che mi ispira parecchio :)
RispondiEliminacome non essere d'accordo?
Eliminaintanto ecco un altro film, se non lo conosci, con Dolan nel titolo:
https://markx7.blogspot.com/2012/12/claire-dolan-lodge-kerrigan.html