lunedì 10 giugno 2013

To Be Or Not To Be (Vogliamo vivere) - Ernst Lubitsch

non c'è una battuta che non stia al suo posto, in una sceneggiatura perfetta e gli attori non sono da meno, e non manca il tocco alla Lubitsch.
guardare un film del 1942 (questo film, poi) al cinema nel 2013 è un regalo bellissimo, non privatevene - Ismaele

PS: in un registro degli appuntamenti che ci mostrano nel film, dopo la signora Tura, c'è un certo Schindler, potenza delle coincidenze.





A día de hoy, sigue sorprendiéndome que artistas como Ernst Lubitsch o Charlie Chaplin tuvieran el atrevimiento de realizar obras como “Ser o No Ser” y “El Gran Dictador”, tan premonitorias en su momento, como arriesgadas por su temática. La película que nos ocupa pasa por ser una de las mejores comedias de la Historia del Cine. Los magníficos personajes, los diálogos de doble lectura, el ritmo impuesto por el director alemán y las situaciones surreales que se suceden ininterrumpidamente, forman un conjunto inigualable…
estamos ante una comedia irrepetible. Solamente Lubitsch sería capaz de hacer una película sobre la ocupación nazi de Polonia y provocar mas risas que terror. A través de una compañía de teatro, sus protagonistas vencieron a la Gestapo; a través del cine, Lubtisch contribuyó a derrotar al Régimen Nazi minando su moral. De hecho, después de ver esta cinta, Goebbels salió enfurecido de la sala de proyección y se retiró inmediatamente a su despacho en el Ministerio de Propaganda.

Primo film della Lombard con Lubitsch, Vogliamo Vivere!, come recita malissimo il titolo italiano, è anche il film che la consegna alla leggenda, perché, com'è noto, l'attrice muore in un incidente aereo prima della fine delle riprese. Ma è l' "arte" della recitazione in sé, che il film omaggia e analizza, prendendola dapprima come oggetto di satira per poi, strada facendo, renderla drammaticamente portante e infine salvifica. Ed ecco allora che, per Lubitsch, l'arte è soprattutto due cose: misura e situazione. Joseph dovrà stare attento a non strafare, a non gigioneggiare, pena la fine della sua vita e della resistenza intera; e ci sarà solo e soltanto un'occasione giusta per Bronski, l'aspirante Shylok, nell'architettura della Storia e del film. Questione di perfezione, e di un regista che non si è mai accontentato di meno.

Vogliamo vivere! è una di quelle commedie che non invecchieranno mai, un vero e proprio Capolavoro del genere firmato da un maestro come Lubitsch. Similare ideologicamente a Il grande dittatore nella sua riuscita satira sul nazismo, è un film che diverte con intelligenza e con arguzia, figlia di una genialità genuina e con un duo di protagonisti perfettamente in parte. Perdersi il suo ritorno al Cinema, sia per chi ha già avuto fortuna di vederlo, sia per chi non lo conoscesse, apparirebbe, questo sì, veramente un crimine.

…Il film arriva nelle sale nel bel mezzo del secondo conflitto mondiale, deridendo l’arroganza nazista: ci troviamo in una Polonia appena invasa dalle truppe tedesche, che a fatica tenta di sopravvivere ai bombardamenti nemici. Protagonisti della storia i componenti una compagnia teatrale che, per amor patrio, dovranno portare in scena la miglior recita della loro carriera, non sulle tavole del palcoscenico, ma per le vie di Varsavia, alla ricerca di un premio finale che non consiste come sempre nel conquistare l’affetto del pubblico, quanto nel riuscire a salvare delle vite, comprese le loro.
Così in una girandola di equivoci e di travestimenti i nostri ‘eroi per necessità’ diventano loro malgrado protettori del destino di molti, pronti a mettere in gioco le loro stesse vite per la patria.
In un perfetto equilibrio di immagini, dialoghi e musica, dove ogni singolo gesto è pensato dal regista e impartito agli attori, la commedia prende vita, divertendo, commuovendo, denunciando il male. Lubitsch, come Chaplin (“Il grande dittatore” è dello stesso anno), usa il suo talento professionale per dare un contributo al conflitto bellico…
da qui

2 commenti:

  1. Hai ragione, guardare un film di quegli anni al cinema è una cosa bellissima. Qui da noi (Torino), è il Cinema Massimo che se ne occupa, e questo mese ci saranno, tra gli altri, Ray, Preminger e Lang, quindi mica pizza e fichi. Di Lubitsch, però, devo ancora vederne uno al cinema. Gran regista, però. "Non vorrei essere un uomo" è uno dei miei film muti preferiti.

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  2. è davvero una cosa bella, e un salutare bagno di umiltà, per il cinema di oggi, che un film di 70 anni fa sia uno dei più grandi in sala del 2013

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