Albert Dehousse è un imbroglione, che finge di essere chi non è, di aver fatto quello che non ha fatto, di conoscere chi non ha mai conosciuto, Albert è un fingitore, e anche bravo.
lascia il suo paesello, durante la guerra, era già sposato, ma lascia tutto, per sopravvivenza, per avventura, si barcamena nella tempesta della guerra, diventa un partigiano, poi un militare, è uomo di successo, molto stimato da tutti, fino a che la finzione crolla e le porte della galera si aprono per lui.
Mathieu Kassovitz è straordinariamente bravo, come il regista Jacques Audiard, d'altronde.
un gran bel film, da recuperare.
buona (galeotta) visione - Ismaele
QUI il film completo, in francese
…Nella sua essenza UN HEROS
TRES DISCRET è un film che celebra la fantasia affabulatoria, la creatività dei
sogni ad occhi aperti e come tali anche delle menzogne ben fatte, quelle
talmente vivide e capillari da prendere vita e "generare" vita. I
desideri coltivati da Albert si riversano infatti nella realtà, nel futuro
riuscendo egli a godere dei frutti di eroismi immaginari, ma anche nel passato,
con illustri sconosciuti che finiscono per ricordarlo nei posti più disparati,
inventando per lui, allargando la sua storia e il suo mito ormai
indistinguibili.
Nonostante l'apparente
provocazione di una carriera fatta di inganni e scimmiottamenti ai danni di
figure "intoccabili" per i valori del dopoguerra, non si avverte
alcuno stridore. C'è anzi qualcosa di molto armonioso, positivo (e
rassicurante?) in questa vicenda in cui le menzogne non sono figlie di avidità
o di opportunismi squallidi ma della fantasia più sfrenata ed entusiasta che
consente a un sognatore di prendersi una rivincita su un'eredità penalizzante
anche quando ormai il tempo degli eroi sembra scaduto. Si aggiunga poi che il
lavorio incessante di Albert sulle storie vere e sulle bugie anche col passare
del tempo non diventa (come si potrebbe immaginare) un instabile castello di
carte, ma acquista i crismi dell'esperienza approfondita di fatti bellici e
umani e di come distinguere verità e falsità negli altri. Dote che
paradossalmente gli garantirà ulteriore stima e ulteriori successi...
Splendidamente multiforme e
palpitante la colonna sonora di Alexandre Desplat, e bella anche l'idea di
Audiard di utilizzare degli stacchi visivi sulla performance dell'ensamble di
musicisti a mo' di cesura tra i capitoli.
…Con un dettato narrativo così polifonico i risvolti
metaforici ovviamente si moltiplicano: Albert Dehousse rappresenta al tempo
stesso un impostore opportunista e un personaggio che esemplifica la necessità
di fare fronte agli insuccessi della vita e reinventarsi continuamente,
cercando spazi in cui essere utile (come dimostra la sua abilità nello
smantellare una rete di miliziani tedeschi durante il comando a Baden-Baden).
Su un piano più circostanziato dal punto di vista storico, la collocazione nel
contesto della ricostruzione postbellica rimanda all'esigenza tutta francese di
riconquistare una dignità nazionale dopo l'onta dell'Occupazione tedesca e del
collaborazionismo del governo di Vichy (il maresciallo Pétain e i suoi
funzionari sono naturalmente citati più volte nel film). E, a un livello ancora
più generale, la capacità esibita da Albert nel calarsi con sempre maggior
convinzione in finzioni credibili (dapprima si finge scrittore di talento
copiando romanzi altrui, poi si improvvisa rappresentante di prodotti tessili
per evitare la coscrizione e infine si spaccia per membro della Resistenza)
suggerisce il lavoro dell'attore da una parte e il meccanismo illusionistico
del cinema dall'altra. Tre piani di lettura che si intrecciano e intersecano
vertiginosamente, rendendo la visione di "Un héros très discret" un
ininterrotto esercizio di dinamismo spettatoriale tanto funambolico quanto
avvincente. Un autentico delitto che non sia stato distribuito in Italia.
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