Circeo è una miniserie televisiva italiana del 2022, creata da Flaminia Gressi e diretta da Andrea Molaioli
il massacro della villetta del Circeo è solo una piccola parte del film (in sei parti, le chiamano serie tv), la gran parte è la lotta in tribunale e la lotta del movimento delle donne per leggi decenti.
è quindi un film politico, di quelli fatti bene.
bravissime Ambrosia Caldarelli (che interpreta Donatella) e Greta Scarano (l'avvocato), molto del merito della qualità del film è loro (senza togliere niente a nessuno).
non perdetevelo, se lo merita.
buona (femminista) visione - Ismaele
QUI la serie completa, su Rayplay
…Circeo poteva presentarsi sulla carta come la solita serie
Rai con al centro una vicenda che ha segnato il passato politico e sociale dell’Italia,
ma già dal primo episodio si capisce che così non è.
La prima grande scelta operata dalla serie è quella
di non concentrarsi sul massacro da cui prende le
mosse, circoscrivendolo solo al primo episodio, in modo tale che la violenza
subita dalle ragazze non diventi il fulcro del racconto, ma sia funzionale solo
per introdurre la vicenda. Concentrarsi sulla ricostruzione del massacro
sarebbe stata la cosa più facile da fare, andando così a stimolare l’interesse
del pubblico per il racconto di storie violente, sempre più crescente e
diffuso.
Le sceneggiatrici decidono di prendere un’altra
strada e puntare l’attenzione su ciò che il massacro
ha scatenato, sul processo che ne è seguito e sull’importanza lunga
che ha avuto, così facendo si evita di cadere in quella pornografia
della violenza purtroppo tanto diffusa, anche al di fuori dei
prodotti seriali, per esempio sulle pagine di cronaca.
Ciò che non viene mostrato assume una grandezza immane che pesa su Donatella Colasanti, e sul pubblico,
molto più di quanto avrebbe fatto se ci fosse stata mostrata. Noi spettatori
siamo a conoscenza di ciò che avviene nella villa già prima di guardare Circeo,
ma la scelta di non mettere in scena la violenza fa
in modo che quella violenza sia da noi concepita in maniera ancora più orribile
e terrificante.
Quando Donatella Colasanti racconta, noi visualizziamo ciò
che non abbiamo visto in precedenza, e quando le viene chiesto di raccontare di
nuovo anche a noi sembra una richiesta troppo estenuante e dolorosa.
Circeo sceglie
di mostrare il dolore e le conseguenze postume della violenza e
dello stupro subiti da una ragazza, operando questo spostamento, mettendo in
atto questa scelta apparentemente semplice, diventa un’altra serie da ciò che
poteva essere e ci mostra una realtà altra, più interessante,
vitale e necessaria…
…La produzione è molto delicata, non solo per il fatto di
cronaca scelto, ma soprattutto per l’angolazione adottata da cui narrare la
vicenda. La missione di Circeo era quella di far comprendere
quanto la risonanza mediatica del caso di Donatella
sia stata importante nella lotta per i diritti delle donne e globalmente
l’obiettivo è stato raggiunto. Non mancano, chiaramente, alcuni difetti qua e
là, come ad esempio la gestione dei salti temporali o la caratterizzazione dei
personaggi secondari, ma sono dettagli che su cui si può soprassedere.
L’elemento più interessante, che al contempo è quello più
ambizioso, sta proprio nel coniugare il trauma di Donatella e la lotta
femminista. Due elementi che coesistono soprattutto grazie alla figura di
Teresa Capogrossi, un innesto che funziona alla grande, che rende più armonico
il tutto. Grande merito va anche, non ci stancheremo mai di dirlo, a una
bravissima Greta Scarano, sempre più grande protagonista della serialità
italiana. Circeo in fin dei conti funziona perché
restituisce uno spaccato non solo di un fatto di cronaca,
ma di un intero periodo storico…
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