un film in sei parti (si chiama serie tv) racconta la storia di Elisa Claps, quella terribile omicidio con la scoperta del cadavere un bel po' di anni dopo.
bravi attori con un bravo regista, si ricostruisce tutta la vicenda, e la scoperta della verità grazie alla testardaggine del fratello Gildo.
un bel film che non delude, promesso.
buona (lucana) visione - Ismaele
QUI si può vedere la serie completa, su Raiplay
…l’ottimo lavoro del team di produzione, del regista e degli
attori ha alzato l’asticella della fiction ben sopra la media
di quelle di Mamma Rai. Anzi, a nostro giudizio è uno dei migliori prodotti
seriali di quest’anno, che racconta egregiamente una storia vera sollevando
dubbi su malcelate complicità e responsabilità che non sono stati ancora
risolti da quando furono ritrovati i resti della povera Elisa.
…La rappresentazione parteggia apertamente per lei, sin
dal titolo, che è una citazione di Beethoven ma anche una dedica, per Elisa
ovvero per risarcire Elisa. La vicenda si srotola nel tempo in modo filologico,
a partire dalla ricostruzione dei fatti, con un re-enactment della
ragazza che riceve in dono e indossa il famoso maglione bianco, con cui appare
nelle foto e con il quale fu uccisa. Detto questo, la produzione sconta
inevitabilmente i legacci della fiction Rai, che assolve l’intento divulgativo
e di denuncia, ma a tratti barcolla vistosamente sul piano di scrittura e
messinscena. Un esempio banale: nel secondo episodio, vediamo la sorella di
Restivo col fidanzato che passeggiano in centro, scrutati dagli sguardi
indagatori dei coetanei perché toccati dal sospetto, e lui si rivolge a lei:
“Stasera ti porto nel tuo ristorantino preferito”. Una linea di dialogo
banalmente esplicativa, anti-naturalistica, qualcosa che nessuno direbbe mai
nella realtà e che serve solo a imboccare lo spettatore della prima serata.
Ecco, così è costruito Per Elisa e forse non
potrebbe essere altrimenti, poiché l’esigenza primaria è quella di spiegare
cos’è successo. La regia si concede dei ralenti sul volto di Elisa, come per
storicizzarla, per renderla commovente, ed evita l’istante della morte
scegliendo l’ellissi, relegando la violenza sempre fuori campo…
Per
Elisa. Il caso Claps è un fiction Rai da prima serata che non fa
sconti a nessuno: Danilo Restivo è un
assassino con una
famiglia burattinaia e scellerata alle spalle; la
Chiesa, con le verità nascostedi don Mimì Sabia, ne
esce alquanto malconcia; il concetto di giustizia, considerando come
si sono mossi inquirenti e magistrati, dà l’idea di essere privilegio di
pochi.
Solo
la caparbietà della famiglia Claps , in particolare di Gildo fratello
di Elisa che ha dedicato la sua vita alla ricerca della
veritàe di Filomena combattiva mamma di Elisa che non si è
mai arresa , ha fatto sì che l’attenzione si mantenesse
alta per trent’anni e che si sia potuto scoprire cosa
sia successo a Potenza quel maledetto giorno di settembre.
Altro
merito che va alla famiglia, e questo è ben spiegato nella fiction, è
l’aver contribuito a cambiare una legge, quella che non si poteva indagare
prima delle quarantottore trascorse dopo la denuncia della scomparsa
e si sa bene quanto possano essere fondamentali per le indagini le prime
ore.
Un
caso che poteva risolversi in poche ore e che invece una
volontà omertosa ha trascinato i fatti fino ai nostri giorni, con
lati oscuri ancora da chiarire. Una
volontà che pretendeva si dimenticasse la scomparsa di una
figlia, di una sorella, di un’amica, di una dolcissima
ragazza di sedici anni la cui unica colpa è stata quella di
aver incontrato un mostro.
Un
mostro che la famiglia Claps accusa fin dalle prime
ore, così come viene mostrato nella fiction, ma inchiodato alle
sue responsabilità molti anni dopo solo perché uccide di
nuovo, Heather Barnett, madre di due adolescenti, in Inghilterra dove si è
rifugiato con l’aiuto della famiglia Restivo. Danilo è una
personalità disturbata, ma ancora più disturbati il padre, la madre e la
sorella che occultano la pericolosità di un siffatto individuo…
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