Emilie, Camille, Nora e Amber Sweet sono i protagonisti.
alla fine ognuno è solo con se stesso, quando si guarda allo specchio della sua anima; fanno cose, vedono gente, ma alla fine ognuno deve fare i conti da solo.
poi magari, se si è fortunati, le persone sole, senza maschere, si trovano, e possono fare un pezzo di strada insieme.
un film che vale molto, addirittura in otto sale, buona caccia al tesoro, e poi
buona (olimpica) visione - Ismaele
… Tra
stazioni della metro e centri commerciali, giardini e spianate, ristoranti e
commerci che si sognano prosperi, una fauna di tutte le origini (soprattutto
cinese), si muove, si urta, si infiamma, si ferisce. Il poliamore regna
sovrano fino a quando i sentimenti rimangono sigillati. Due donne hanno una
relazione con lo stesso uomo mentre cercano l'amore vero sulla mappa della
stagione post-romantica.
Le nuove tecnologie, onnipresenti nel film, servono gli incontri online, il
porno virtuale, le molestie, il pubblico ludibrio, soffocando la voce umana che
tuttavia si fa largo negli incontri vis-à-vis, nel confronto corpo a corpo e
nella sessualità sfrenata.
Audiard gira un film che cancella le frontiere dell'orientamento sessuale come
quelle del colore. Il bianco e nero sublima le etnie, che non definiscono mai i
personaggi. È uno dei miracoli di questo racconto di destini in divenire che
fanno vibrare un quartiere parigino senza bellezza.
Il piacere che offre Les Olympiades nasce soprattutto dai
dialoghi e dai suoi personaggi, che palpitano di vita e di speranze fragili.
Lucie Zhang, Makita Samba, Jehnny Beth e Noémie Merlant sono i volti di una
nuova generazione di attori che rifiuta il pessimismo di ambiente e corregge la
ruvidità del regista. Per Jacques Audiard non si tratta solamente di trovare
nuovi corpi ma di restituire un sentimento, una sensazione sullo schermo. Il
'gusto di ruggine' o il sapore di 'baci rubati', ravvivando la fiamma olimpica
dei maratoneti di domani
… La pellicola è girata in bianco e nero, e questo le dona una forza che altrimenti non avrebbe potuto avere: l`assenza di colori aiuta a cercare di catturare i particolari dei protagonisti e delle loro interazioni, particolari che Audiard non ha paura di mostrare nella loro interezza. Nella storia sono pieamente mostrate scene di sesso anche forte, ma non disturbano assolutamente, risultando anzi necessarie a raccontare uno dei 2 aspetti principali del rapporto maschio/femmina, quello dell`immediatezza, del bisogno fisico e corporale di cui tanti di noi sono e/o sono stati vittima durante almeno un periodo della loro vita. L`altro è quello legato ai rapporti di forza tra le anime delle persone, che anche qui il regista non teme di mostrare anche in modo duro ma mai esagerato, legandolo a quello corporale in maniera (in parte) indissolubile, per far capire chi comanda. Ne viene fuori, quindi, un racconto unico nel quale chiunque potrebbe realmente riconoscersi. Qui viene rappresentata sia la superficialità dell`uomo medio e come questo vive in modo separato il sesso e i sentimenti, che il legame indissolubile che invece queste due cose hanno per la maggior parte delle donne. Allo stesso modo, si apre una finestra su stupro, omosessualità, droghe, dipendenza dai porno e tanto altro ancora. Tra gli attori, emergono per la loro bravura la coppia Noémie Merlant e Jehnny Beth, che difficilmente dimenticherete per quanto saranno capaci ad entrarvi dentro, con tutta la loro freddezza che maschera qualcosa di ben diverso. Belle le luci e l`uso degli spazi, che in un prodotto senza colori emergono in modo ancora maggiore. Da non perdere.
… “Parigi,
13 Arr.” è un film che racconta lo
smarrimento, la ricerca, il ritrovamento e poi il nuovo perdersi. La volontà
costante di tutti e quattro di rimettersi in gioco dopo ogni ripartenza è
affrontata in modo diverso. Con grinta per Emilie, con naturalezza
per Camille, con ansia per Nora e con concretezza
da parte di Amber Sweet.
Età simili ma diverse con approcci simili ma diversi ai
problemi della vita. Il problema in più per Nora è
rappresentato dal web, perchè essere scambiata per una nota webcamgirl è allo
stesso tempo un dramma ma anche un punto di partenza, un’opportunità per
conoscere lati della propria personalità che non erano stati ancora affrontati.
Il film è quindi il racconto di una ricerca di 4 ragazzi
della propria identità, del proprio colore in quella vita fatta di grigi che il
regista dipinge. Quel distinguersi dalla massa soprattutto per riconoscersi
allo specchio, nella vita, nelle proprie aspirazioni, desideri e sogni.
…París, Distrito 13 también
sobresale por sus aspectos más modernos. La banda sonora le aporta dinamismo y
variedad, reforzando así la idea de actualidad. Donde unos protagonistas
treintañeros pragmáticos que no quieren estar donde están, pero tampoco saben a
donde quieren ir. Los sueños se han roto y parece que no importa. Y aún así,
nos sentimos atraídos hacia su magia.
Esta película francesa posee muchas
capas. Todo a su alrededor se romantiza. La juventud, las azoteas parisinas,
incluso su propio trabajo fotográfico. Y es que el blanco y negro no sólo
simboliza esa dualidad centrada en los intereses amorosos, sino que evoca al
recuerdo, la nostalgia y por consiguiente, tendemos a romantizar su
visión. Un blanco y negro que tapa la historia pesimista que se nos
está contando, endulza el dolor y lo hace deseable.
Es posible que París, Distrito 13 podría haber
explorado más esa ciudad donde la vida se pausa mientras paseas por la orilla
del Sena. Pero la historia no va de ella, sino de ellos. Así, la dirección
plasma sus cuerpos, sus miradas, sus palabras y los rodea de una atmósfera
clásica.
París, Distrito 13 dulcifica la
visión pesimista que reside en los ojos de quién se atreve a encontrar su
lugar. Un París testigo de los caminos de quién la pasea, nos hace rememorar
aquello que Woody Allen podía provocarnos en su visión más clásica.
Pretendiendo ser realista, pero dándonos
el placer de sentir esa magia que seguro que el espectador querrá volver a
sentir.
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