c'era una volta una terra come le altre (poi, lì vicino hanno "inventato" la Costa Smeralda), della quale si conoscono nell'ultimo secolo due cose, banditismo e faide.
Il muto di Gallura racconta la storia di una faida, successa davvero, a metà dell'ottocento, con 70 morti.
il film è pieno di sole, ben girato, proprio un film confezionato bene, da cartolina, e poi, dopo aver scartato la bella confezione, si trova un film dove i personaggi sono belli, puliti, pettinati, come finti.
la storia è quella che ti aspetti, una disamistade fra due famiglie costellata di morti, mancano gli odori, un decennio di corsa, senza approfondimenti, senza deviazioni, senza dubbi, superficiale.
mah! - Ismaele
…La storia di Bastiano e delle tensioni che hanno
macchiato di sangue il territorio di Aggius diventa così un confuso esercizio
di stile che vorrebbe entrare nella comunità delle grandi opere
cinematografiche sarde (basti pensare ai percorsi di Salvatore Mereu e Bonifacio Angius) ma ne rimane tagliato fuori, soffocato dalla sua
stessa ambizione che non lascia trasparire il cuore sotto le (non sempre) belle
immagini. C'è una sincerità nello sguardo di Fresi, che all'epoca della
presentazione del film a Torino rilasciava questa dichiarazione sul sito della
manifestazione: "Desidero raccontare questa storia perché credo che, in fondo,
tutti noi ci siamo sentiti un po' Bastiano Tansu: abbiamo avuto difficoltà a
comunicare i nostri sentimenti e i nostri bisogni; abbiamo agito in funzione di
regole che non comprendiamo; abbiamo guardato in faccia il dolore di una
perdita e ci siamo sentiti soli. Abbiamo pensato che l'amore ci potesse salvare
da noi stessi. E siamo stati smentiti." Ecco, la difficoltà comunicativa è rimasta,
al netto delle intenzioni molto interessanti e delle intuizioni che
suggeriscono promesse che forse in un futuro prossimo saranno mantenute.
…Solo esterni, devo dire
bellissimi, e un paio di interni, per una megafaida ambientata in pieno 800 tra
i monti di Gallura che si sviluppa tra due famiglie nata dopo una richiesta di
matrimonio finita male legata a un certo Pietro Vasa, interpretato da Marco
Bullitta, e la famiglia di “babbo” Vasia, impossibile, Giovanni Carroni. Teste
dure come pochi.
I soldati piemontesi non riescono a
capire quando possa finire. Niente. Fino alla scomparsa definitiva di una delle
due famiglie. La differenza la fa un muto, Bastiano Tansu interpretato dal bi
ondo Andrea Arcangeli, quello del titolo, che non sbaglia un colpo e colpisce
tutti, anche bambini e donne, con un colpo in testa. Bang! Non si capisce cosa
pensi, né lui né tutti gli altri. Fa fuori qualcosa come 70 persone
nascondendosi tra i monti…
…Il muto di Gallura è
un sorprendente western a tinte drammatico-sentimentali che nel lavoro eccelso
sull’estetica e le ambientazioni boschive e montane dimostra un controllo e una
cura senza precedenti, tale da farsi ben presto un racconto cinematografico
capace di respiro epico, assolutamente internazionale e dal divertimento
assicurato.
Parte della critica ha
lamentato una scarsa profondità d’analisi rispetto alla psicologia dei
personaggi mostrati e raccontati nel film. Verrebbe da domandarsi: quanti e
quali film western avete visto e amato nel corso degli anni per lamentare una
critica fortemente negativa di questo genere rispetto ad un film che in tutto e
per tutto fa suoi quei codici e simboli di morali di ferro, spietatezza e
individui laconici?
Il muto di Gallura non è un film privo di
difetti, ma è coraggioso e rappresenta una novità guardando al nostro panorama
cinematografico, per questo motivo vale la pena di assicurarsene la visione.
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