il film racconta la storia di Vittorio, un bravo giornalista in un mondo che non è quello sognato da ragazzo,
è un film ricco di temi e situazioni, e non delude mai, è una storia d'amore, di padri e figli, del tempo che passa, e anche, o sopratutto, della Resistenza, e di come quelle speranze e quegli ideali siano evaporati.
il film, ambientato a Mantova, ha avuto problemi con la censura, era il 1966.
Enrico Maria Salerno è il bravissimo protagonista, sulle sue spalle si regge il film, ci sono anche altri attori bravissimi, in piccole parti, ma indimenticabili.
Florestano Vancini è un regista di serie A.
insomma, un gioiellino da recuperare - Ismaele
ps: Le stagioni del nostro amore è il titolo di un disco di Franco Battiato
Vittorio Borghi, un giornalista quarantenne, è giunto ad un
momento di crisi, o meglio di ripensamento, di riflessione su una vita di cui è
ormai trascorsa la parte migliore. L'occasione della crisi è un'avventura
sentimentale: Vittorio è legato ad una ragazza, Elena, molto più giovane di lui,
ma questa è una relazione ormai giunta alla fine. Ed è proprio l'addio con la
ragazza assieme alla rottura definitiva con la moglie, Milena, a spingerlo nei
luoghi della giovinezza in cerca di ricordi e di amicizie quasi dimenticate.
Vittorio ritorna a Mantova, incontra gli amici del padre - un postino di
campagna, vecchio socialista all'antica - i compagni di scuola, della
resistenza, delle lotte politiche, del dopoguerra. Se i ricordi degli
avvenimenti sono vivi e presenti, le persone sono invece mutate, lontanissime.
Anche Vittorio è profondamente cambiato: è deluso, non crede più agli ideali
per cui ha lottato durante e dopo la resistenza, e, ferito nei sentimenti, non
riesce a trovare un punto di contatto con chi gli era stato vicino in gioventù.
Il pellegrinaggio ai luoghi del tempo trascorso terminerà in una balera lungo
il Po, dove un gruppo di ragazzi e ragazze è riuscito a far funzionare un
juke-box. E' un’altra gioventù che non ricorda in alcun modo quella di
Vittorio, allegra, senza problemi, ma forse con un più esatto senso della vita.
…Un lavoro interessante quello di Vancini ,
che accarezza i temi politici, raccontando una difficile presa di coscienza.
Enrico Maria Salerno riesce a dar corpo a tutte le insicurezze di un uomo alla
deriva, con una recitazione di ritmo che si esalta nelle parti più drammatiche.
Dopo essere tornato a cercare un passato scomparso, il giornalista termina la
sua corsa osservando dei ragazzini aggiustare il juke box di una balera
improvvisata. Un film per chi accetta le cose che finiscono.
Giornalista di sinistra attraversa un
periodo di crisi esistenziale. Pianta la moglie e torna ai luoghi della sua
gioventù. Scritto con Elio Bartolini, il film spinge fino al grottesco la
critica ai cedimenti morali e politici della sinistra, in una chiave viziata da
autoindulgenti concessioni ai tormenti interiori. "Sarebbe ingiusto negare
qualche fascino agli scorci di Mantova né si può trascurare la toccante
verosimiglianza degli incontri tenuti nella chiave più allusiva. Ma i
pellegrinaggi sentimentali sono difficili nella vita e nell'arte" (T.
Kezich). Girato a Mantova e Sabbioneta. Fotografia di Dario Di Palma. Premio
Fipresci a Berlino.
Le stagioni del nostro amore (1965) from Surf Film on Vimeo.
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