il protagonista del film è il lavoro, al centro delle vite delle persone, un lavoro di tipo semischiavistico.
e, sopratutto, la protagonista è Julie, lavoratrice in carne e ossa, madre sola di due bambini, che sta fuori di casa, non dall'alba al tramonto, come gli schiavi, ma da ben prima dell'alba a ben dopo il tramonto, per un lavoro da serva, per un salario da sopravvivenza.
e quando la Francia e Parigi sono in sciopero per un bel po' di giorni di seguito andare e tornare dal lavoro è un'impresa sovraumana.
e Julie è sempre più di corsa, sempre più angosciata.
il regista Eric Gravel riesce a trasmettere una parte dell'angoscia che preme su Julie, e a noi che vediamo il film sembra intollerabile, chissà per lei, che per lavoro e per i bambini deve essere sempre gentile e sorridente.
quando il film finisce non sappiamo cosa Julie farà dopo, in questo mondo malato non a misura di lavoratrici e madri.
forse non servirà a niente, ma speriamo che il futuro sorrida a lei e ai suoi bambini.
un piccolo grande film, in 27 sale in tutta Italia, eppure anche Julie è una supereroina.
buona (imperdibile) visione, tutta d'un fiato - Ismaele
…L'eccellente regia di Eric Gravel asseconda il ritmo
affrettato e la preoccupazione costante di Julie, facendoci fare il tifo per
lei dalla prima all'ultima scena, ma anche ricordandoci quanto tutti noi
viviamo di corsa, inseguendo lavori sempre meno pagati e sempre più stressanti.
La sceneggiatura, sempre di Gravel, è estremamente precisa e riconoscibile, mai
esagerata, mai mesta o strappalacrime, anche se davvero c'è da commuoversi per
la lotta impari della sua protagonista.
Il cuore pulsante del film è Laure Calamy che dà alla sua Julie pathos e
leggerezza, autentica disperazione e altrettanto autentica dolcezza, creando il
ritratto assai contemporaneo di una donna capace e piena di risorse costretta a
saltare dentro i cerchi infuocati e sempre più ristretti della modernità.
Julie è una (super)eroina dei nostri tempi, una madre coraggio senza retorica e
senza piagnistei, una centometrista del lavoro. Nonostante la fatica sa
mantenersi piena di inventiva, sa ancora sorridere, e sa rimanere umana,
contrariamente ad alcune delle persone che le mettono i bastoni fra le ruote…
…Éric Gravel scrive con raffinata
sobrietà e dirige con una tensione da thriller. Il pubblico vive in prima
persona la vita di Julie, grazie anche all’interpretazione concreta, sincera,
senza fronzoli dell’eccezionale Laure Calamy. Gravel ritrae minuto per
minuto la tenacia di una donna che vuole il meglio per i suoi figli, ma anche
per sé stessa e fatica a trovare un equilibro tra le esigenze di tutti. Perché
là fuori, fuori dalle 4 mura domestiche è una guerra urbana, senza armi, per i
più di sopravvivenza per mettere insieme il pranzo con la cena…
…va certamente riconosciuta al regista la capacità di
accompagnare lo spettatore in un gorgo infernale e in un progressivo, quasi
invisibile, cambiamento di toni: non che esordisca come una commedia, ma il
dipanarsi della vicenda porta il film a picchi che forse non ci attenderemmo o
che, pare suggerirci Gravel, non vogliamo attenderci mentre sono già lì,
conseguenze di un già accaduto,
di qualcosa che è già andato a rotoli. Così risulta molto intelligente il
finale, che sta allo spettatore dirimere fino in fondo: cosa accade veramente risulta una scelta di visione,
sentimentale ma anche politica.
… Sempre in
accelerazione, Full Time. Al cento per cento è
una corsa contro il tempo continua che non lascia tregua né respiro. La regia è
ritmica, incalzante, in un susseguirsi di stacchi sui gesti quotidiani che si
ripetono e che opprimono, restituendo l’immagine di una routine asfissiante
alla quale sembra impossibile a chiunque riuscire a stare dietro senza
cedimenti. Julie (interpretata da un’ottima Laure Calamy) vive in apnea
costante, e noi con lei. Al suo secondo lungometraggio, Éric Gravel mette in
scena un dramma privato che s’innesta nel cinema sociale in linea con quello
dei fratelli Dardenne. Il film si muove sul doppio binario della lotta
personale e della lotta collettiva, e su come quest’ultima, pur rimanendo sullo
sfondo, non mostrata, possa stravolgere in modo decisivo la quotidianità del
singolo.
Senza l’aiuto della
famiglia, Julie si appoggia a colleghe e conoscenti. Ma soprattutto, fa
affidamento su se stessa e la propria meticolosità. La riflessione si apre così
non tanto alle risorse private necessarie a far fronte ad una quotidianità
incessante, quanto più al bisogno di staccare, di prendersi una pausa e
decidere finalmente come riempire “il tempo pieno” delle nostre vite. Il
licenziamento diventa per Julie occasione per stare coi figli e prendersi cura
di sé, per andare finalmente “in vacanza”, come dice ai bambini, lei che quelle
vacanze può solo sognarle, di notte, immersa nella vasca da bagno, nell’unico
momento di relax che si concede. Gravel invita a fermarsi, letteralmente. A
prendere fiato prima del salto definitivo, prima della tragedia e guardare alla
crisi come opportunità di cambiamento, di svolta positiva, in cui concedersi il
privilegio della scelta.
A Tiempo
completo es una película dura. Dura porque habla de
nuestras vidas de esclavos. Es el reflejo de algo a lo que tememos echar ni
siquiera una mirada. Por eso resulta una película tan atrevida como necesaria.
¿Despertará alguna vez Julie de su pesadilla?
… La historia se centra en Julie, que hace todo lo
posible para criar a sus dos hijos pequeños en una casa de campo, mientras
mantiene su trabajo en un hotel de lujo de Paris. Cuando finalmente consigue
una entrevista de trabajo para un puesto que ha estado esperando desde hace
mucho tiempo, empieza una huelga nacional que paraliza todo el transporte
público en Francia. Es entonces cuando Julie tiene que comenzar una carrera
frenética contra el tiempo para poder llegar a todo.
La película no te deja ni un solo respiro de principio a fin, su ritmo es
frenético, sus planos con la cámara en mano son asfixiantes, al igual que las
carreras de la protagonista.
El ruido de la ciudad también es fundamental en la película. Todo ello hace
que la protagonista se desquicie y provoca en el espectador un sentimiento de
angustia, y que hará suya toda la carga y el estrés que soporta Julie…
https://welovecinema.it/2022/04/04/full-time-recitazione-laure-calamy/
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