Ben Wheatley non sbaglia un film, meglio per noi.
anche qui succede, come in Down Terrace, che si parta da commedia e si finisce in orrore.
la cosa sconvolgente è la rapidità e la naturalezza con la quale si passa da essere una persona tranquilla, più o meno, a diventare un assassino, come se niente fosse.
come succede in quel piccolo straordinario libro di Max Aub, Delitti esemplari.
a Ben Wheatley piacerebbe molto, quel libro, e Max Aub finalmente avrebbe trovato un regista perfetto per le sue piccole tragiche storie.
non perdetevi il film di questi killer come noi.
buona visione - Ismaele
anche qui succede, come in Down Terrace, che si parta da commedia e si finisce in orrore.
la cosa sconvolgente è la rapidità e la naturalezza con la quale si passa da essere una persona tranquilla, più o meno, a diventare un assassino, come se niente fosse.
come succede in quel piccolo straordinario libro di Max Aub, Delitti esemplari.
a Ben Wheatley piacerebbe molto, quel libro, e Max Aub finalmente avrebbe trovato un regista perfetto per le sue piccole tragiche storie.
non perdetevi il film di questi killer come noi.
buona visione - Ismaele
…Ma quello che considero il più grande
merito di questo regista è il suo sapere mescolare i generi.
Ogni suo film è tante cose, non incasellabile. Ogni suo film sono, se va
male, due generi mescolati tra loro, a volte pure di più. E' un alchimista
Wheatley e in un'epoca cinematografica di catene di montaggio abbiamo tanto
bisogno di alchimisti.
Sightseers qualcuno lo definirebbe commedia nera. Ci mancherebbe, va bene.
In realtà io credo che la parte nera sia enormemente più presente ed
efficace di quella "comica" o dissacrante.
Dirò di più, questo per tematiche è il film più nero di Wheatley, il più
cattivo, il più estremo.
Del resto Chris, il personaggio principale, è una delle persone più
malvagie, inumane e violente dell'ultimo cinema.
Misantropo, probabilmente misogino (che sembrerebbe metonimia della
misantropia ma non è sempre detto), cinico, cattivo…
…Tina e Chris uniscono due profonde
frustrazioni esistenziali che l'una estrinseca in un amore viscerale per i cani
(con alle spalle un forzato senso di colpa) e l'altro nel bisogno di vendicare
qualsiasi affronto che ritenga rivolto al suo modo di vedere il mondo. Chris ha
velleità letterarie e Tina si sente per la prima volta in vita sua la musa
ispiratrice di un uomo che non le lesina attenzioni sessuali. Sembrano una
coppia perfetta ma la loro visione dell'omicidio finirà con il portare in
superficie due modalità opposte di concepire la vita propria e la morte altrui.
Tutto questo, come già sottolineato, con un understatement made in Britain che
fa sembrare 'naturale' e quasi doverosa ogni loro azione criminale in nome del
rispetto delle buone regole del vivere comune. Ad accompagnarli, in gran parte
del viaggio, un cane perplesso in crisi d'identità...
…Wheatley, forte di un gusto macabro, vuole strapparci
una risata coi suoi ammazzamenti e sicuramente sa il fatto suo nell'imbastire
il tutto, miscelando satira e gore, ben aiutato dalla
fotografia di Laurie Rose, sempre alle luci dei suoi film, compreso il prossimo
"A Field in England" (arriverà nelle nostre sale?). A volte il
"gioco" riesce, come nel caso del primo omicidio, a volte meno, come
nella scena violentissima e agghiacciante delle mazzate al rompipalle, anche
perché i trucchi sono così realistici che non sempre l'effetto comico (voluto e
studiato) è raggiunto, nonostante il regista possa contare sulla scelta ad hoc di alcuni brani
musicali (strepitoso l'uso di "The Power Of Love" dei Frankie Goes To
Hollywood nel prefinale) e la riconoscibilità del meccanismo da parte dello
spettatore. L'insistenza sui particolari più cruenti è tale che alla fine non
sai se stai guardando una commedia o un film dell'orrore, che forse è quanto il
regista voleva.
Appena intravisto al cinema l’altra settimana,
e subito scomparso. Eppure questa dark, darkissima commedia inglese gode di
ottima fama e stima internazionale, ha fatto il giro di parecchi festival e
rassegne (a partire dalla Quinzaine di Cannes 2012), è considerata da molti critici
anglofoni una delle cose migliori dell’ultimo biennio. Forse, dico io, un po’
sopravvalutata. Comunque allarmante, disturbante come pochi film usciti
ultimamente. Qualcosa che si riallaccia alla tradizione molto british della
commedia nera con assassini e assassinii, La signora Omicidi e Sangue blu per capirci, e giù di lì, quell’ammazzar ridendo e
facendo ridere di cui a Londra e dintorni detengono la ricetta in esclusiva.
Solo che negli esempi della tradizione il gusto del paradosso, l’aplomb inglese
e una certa eleganza riuscivano a farci ingollare quei gochetti macabri e
scherzi al sangue: stavolta no, resta il sangue, ma manca del tutto ogni filtro
di sottile umorismo, e la mistura rischia di essere francamente indigesta. I
protagonisti sono una classica coppia criminale (sulla scia, per dire, di Bonnie & Clyde o Natural Born Killers), calati però in
un contesto di turpitudini e laidezze quasi insostenibile, due assassini torvi
e truci che ammazzano senza il minimo movente, per assenza di ogni pur minimo
codice etico, per naturale e animale malvagità, per idiosincrasia. Per non si
sa cosa. Il Male al lavoro, ecco. Il che, ne converrete, è sempre uno
spettacolo sconvolgente. Una black comedy senza levità, al grado zero di ogni
morale, al grado massimo di ogni grevità, in ambienti sottoproletari e
degradati di quel tremendo degrado british che abbiamo conosciuto in tanto
cinema di Ken Loach, di Mike Leigh o di Andrea Arnold. Solo che manca ogni
possibile riscatto…
…Il regista sfrutta scenari naturali che riportano alla
tradizione pittorica inglese del paesaggio, ma non documenta, piuttosto
stilizza l’ambiente sfiorando il cartolinesco per poi firmarlo con un rutto o
nel peggiore dei casi con uno schizzo di sangue. Omaggia in una scena il cult
The wicker man, quando all’interno di un camping si svolge un ridicolo rito
sacrificale, deridendo il valore della natura, della vita plein air. Attraverso
le tappe tipiche di una vacanza pseudo culturale, dentro le quali si realizza
l’intromissione violenta di J e Chris, vengono prese a calci tradizioni,
ritualità borghesi, convenzioni benpensanti e ingessate di una terra dove al
solito prevalgono egoismi e rapporti di potere. E roba da non credere, c’è da
divertirsi.
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