lui non interpreta, lui è il tiranno Banderas.
ogni gesto, ogni espressione, ogni movimento, ogni parola è un capolavoro dell'attore.
vedere per credere, con Gian Maria Volonté non è mai tempo perso - Ismaele
…gli
attori non sono sempre eccellenti, fatta eccezione per la performance di
Volonté, di cui non si discute proprio, anche solo per la superlativa
gestualità; non interpreta Banderas … è proprio lui in
persona. Come già accennato anche l'interpretazione di Ana Belen merita. Oltre
a questo il livello del film è tenuto alto dai costumi di Andrea D'Odorico e dalla
fotografia di Fernando Arribas.
Poco di buono si può dire invece della sceneggiatura di Rafael Azcona e José Sànchez – liberamente
ispirata da un capolavoro del '900 – nessuno dei personaggi evolve, ed è un
vero peccato perché l'intera storia comincia prima e finisce dopo un evento
carico di speranze, opportunismi ed emozioni come solo una rivoluzione può essere.
Solo il personaggio di Volonté ha una sua profondità – merito senz'altro
dell'attore, noto per la creatività; tutti gli altri invece sono estremamente
piatti.
Ultimo film interpretato da Gian Maria Volonté, il cui genio è stato riconosciuto persino da maestri del cinema come Ingmar Bergman; morirà l'anno dopo durante le riprese de Lo Sguardo di Ulisse, sappiamo che rinunciò a parti che avrebbero potuto renderlo ricco e portarlo agli altari del cinema mondiale, preferendo sempre quelli che gli piacevano soprattutto per il messaggio politico e sociale. A prescindere dalla sceneggiatura dava ai personaggi da lui interpretati delle modifiche in corso d'opera che soddisfacevano a pieno i registi, tanto che definirlo solo attore sarebbe riduttivo. Per tanto ci piace pensare a Tiranno Banderas come il suo testamento, un messaggio nella bottiglia di quasi 20 anni fa, che visti i tempi sembra essere stato spedito ieri.
Ultimo film interpretato da Gian Maria Volonté, il cui genio è stato riconosciuto persino da maestri del cinema come Ingmar Bergman; morirà l'anno dopo durante le riprese de Lo Sguardo di Ulisse, sappiamo che rinunciò a parti che avrebbero potuto renderlo ricco e portarlo agli altari del cinema mondiale, preferendo sempre quelli che gli piacevano soprattutto per il messaggio politico e sociale. A prescindere dalla sceneggiatura dava ai personaggi da lui interpretati delle modifiche in corso d'opera che soddisfacevano a pieno i registi, tanto che definirlo solo attore sarebbe riduttivo. Per tanto ci piace pensare a Tiranno Banderas come il suo testamento, un messaggio nella bottiglia di quasi 20 anni fa, che visti i tempi sembra essere stato spedito ieri.
dice
il regista:
"Fue un trabajo duro y complicado, pero
hubo algo que lo facilitó: que Gian Maria Volonté entendió a la perfección qué
es el esperpento y que éste requiere una interpretación de carácter
expresionista. Volonté es un actor expertísimo, que domina los géneros del
grotesco italiano y no le fue difícil lograr esta exageración contenida. Además
se enamoró literalmente de Valle Inclán"
Tanta crudeltà gratuita, poco pathos; la storia è un po'
troppo romanzesca e poco concreta. Volontè stesso, qui al suo ultimo film prima
della prematura scomparsa, appare stanco ed annoiato dal personaggio che
interpreta. La storia è decisamente poco fantasiosa e quello che dovrebbe
essere il colpo di scena finale è soltanto quanto di più prevedibile potrebbe
accadere: si fiuta fin dall'inizio del film, e soprattutto lo chiude, senza
ulteriori spiegazioni o sviluppi. Trascurabile.
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