Si resta senza parole davanti alla
bravura dei due protagonisti, Emmanuelle Seigner
e Mathieu Amalric.
Tutto inizia come una
routine, un’audizione come tante, poi diventa altro. Thomas, il regista, resta
preso nella tela tessuta da Vanda, perde il potere che aveva all’inizio, è lei
che guida il gioco.
E non è un gioco, ma
una cosa serissima, si rappresentano i rapporti di potere (di classe, dice a un
certo punto Vanda), e la seduzione è solo una specie di potere. Vanda sa qualcosa
di Thomas che noi non sappiamo, forse.
Mi ha ricordato “La
morte e la fanciulla”, sempre di Polanski, anche lì c’è l’essenza di un
rapporto di potere, che si inverte rispetto a quello che c’era stato prima.
E come tutti i bei film
è impossibile raccontarli, il cinema vi aspetta - Ismaele
…Il filo
che conduce la commedia non si spezza mai grazie ad una sceneggiatura
perfettamente calibrata e alla bravura disumana dei due attori,
Emmanuelle Seigner e Mathieu Amalric, che si lanciano in una matrioska di
personaggi quasi impossibile da descrivere a parole, ma che sullo schermo
diventa visione limpida, piacevole e senza intoppi. Il meta-teatro si intreccia
abilmente con un'estetica masochista che ricorda vagamente Velluto blu di
Lynch, il tutto accompagnato da un irresistibile crescendo erotico che,
nonostante l'assenza di contatto fisico tra i due, incombe costantemente
durante la narrazione; non si mettono a nudo i corpi ma le anime, in tutte le
proprie dicotomie e contraddizioni…
…“Venere in pelliccia”
è travolgente quanto la sua Vanda, personaggio che seduce e intimidisce sia
sulla carta sia su quel grande schermo, dove è interpretato da una Emmanuelle
Seigner decisa a prendersi una bella rivincita. L’attrice, da sola, spesso in
primo piano e con pochi abiti addosso, forte della sua maturità, ci dimostra di
essere Vanda, anzi di più, una donna e una interprete, brava, magnetica,
sensuale e intrigante. Al suo fianco un Mathieu Amalric, tramutato nel fragile
Thomas, dalle sembianze e dalla fisicità molto simili a un Roman Polanski
ringiovanito, ma con una capacità di convincerci che ci fa subito dimenticare i
parallelismi con l’uomo che magistralmente sta dietro la macchina da presa…
…A
l’écran, Vanda incarne Wanda, Thomas incarne Severin, mais les rôles finissent
par s’inverser, quand ce ne sont pas Vanda et Thomas qui prennent le dessus sur
leur personnage. Mais c’est également, de façon troublante, Mathieu Amalric dans la peau de Roman Polanski et Emmanuelle Seigner dans celle de Mathilde Seigner. Ou
pas du tout, Polanski cherchant avant tout à perdre le spectateur et faire
ployer ses repères dans un exercice post-moderne et fortement ironique. Le
réalisateur ne s’était pas montré aussi malicieux depuis bien longtemps,
brouillant les pistes jusqu’à faire revêtir au personnage de Thomas, dont il se
prétend pourtant être tout l’opposé, des vêtements qui semble provenir du
tournage du Bal des vampires et donc de son propre personnage d’alors.
L’exercice est donc terriblement ludique, jamais ennuyeux grâce à sa maîtrise
totale de la narration, et quelque part vertigineux tant les pistes n’en
finissent plus de s’entrecroiser. Derrière sa
simplicité apparente, La Vénus à la fourrure regorge ainsi de trésors qui multiplient les
grilles de lecture…
Variety: “Come in Carnage e La morte e la fanciulla,
in questo film Roman Polanski porta il teatro di New York al cinema con grande
fedeltà, e con il minimo sforzo. Emmanuelle Seigner conquista lo schermo con
una performance comica succulenta, che rende giustizia al suo ruolo
impegnativo”.
Le Monde: “Questo è grande cinema. Un po ‘comeSleuth: Gli insospettabili, un thriller straordinario
che contrappone due personaggi in un luogo chiuso. È una sorta di duello
cinematografico tra i due attori al massimo della forma: Mathieu Amalric e
Emmanuelle Seigner”.
The Guardian: ha dato al film tre stelle su cinque, con un giudizio
meno entusiasta. “Venere in pelliccia è un film giocoso, arguto e a volte
morboso sul sesso, l’illusione e la realtà. Nonostante la bravura di Polanski,
c’è però qualcosa di un po’ troppo datato e signorile nel suo modo di
raccontare questa storia”.
Telegraph: ha dato lo
stesso voto al lungometraggio di Polanski. “Questa è una commedia divertente
per tutta la sua durata, ma non va mai al di là di questo. Le cose diventano
perverse a un certo punto, ma manca spontaneità. E sembra sempre che il regista
stia per saltare fuori da un momento all’altro per dire: ‘taglia’!”.
Mi è piaciuto tantissimo. La Seigner poi, semplicemente strepitosa.
RispondiEliminauno dei rari casi in cui la moglie del regista recita perché è bravissima:)
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