lunedì 18 novembre 2013

Venere in pelliccia - Roman Polanski

Si resta senza parole davanti alla bravura dei due protagonisti, Emmanuelle Seigner e Mathieu Amalric.
Tutto inizia come una routine, un’audizione come tante, poi diventa altro. Thomas, il regista, resta preso nella tela tessuta da Vanda, perde il potere che aveva all’inizio, è lei che guida il gioco.
E non è un gioco, ma una cosa serissima, si rappresentano i rapporti di potere (di classe, dice a un certo punto Vanda), e la seduzione è solo una specie di potere. Vanda sa qualcosa di Thomas che noi non sappiamo, forse.
Mi ha ricordato “La morte e la fanciulla”, sempre di Polanski, anche lì c’è l’essenza di un rapporto di potere, che si inverte rispetto a quello che c’era stato prima.
E come tutti i bei film è impossibile raccontarli, il cinema vi aspetta - Ismaele


Il filo che conduce la commedia non si spezza mai grazie ad una sceneggiatura perfettamente calibrata e alla bravura disumana dei due attori,  Emmanuelle Seigner e  Mathieu Amalric, che si lanciano in una matrioska di personaggi quasi impossibile da descrivere a parole, ma che sullo schermo diventa visione limpida, piacevole e senza intoppi. Il meta-teatro si intreccia abilmente con un'estetica masochista che ricorda vagamente Velluto blu di Lynch, il tutto accompagnato da un irresistibile crescendo erotico che, nonostante l'assenza di contatto fisico tra i due, incombe costantemente durante la narrazione; non si mettono a nudo i corpi ma le anime, in tutte le proprie dicotomie e contraddizioni…

…“Venere in pelliccia” è travolgente quanto la sua Vanda, personaggio che seduce e intimidisce sia sulla carta sia su quel grande schermo, dove è interpretato da una Emmanuelle Seigner decisa a prendersi una bella rivincita. L’attrice, da sola, spesso in primo piano e con pochi abiti addosso, forte della sua maturità, ci dimostra di essere Vanda, anzi di più, una donna e una interprete, brava, magnetica, sensuale e intrigante. Al suo fianco un Mathieu Amalric, tramutato nel fragile Thomas, dalle sembianze e dalla fisicità molto simili a un Roman Polanski ringiovanito, ma con una capacità di convincerci che ci fa subito dimenticare i parallelismi con l’uomo che magistralmente sta dietro la macchina da presa…

A l’écran, Vanda incarne Wanda, Thomas incarne Severin, mais les rôles finissent par s’inverser, quand ce ne sont pas Vanda et Thomas qui prennent le dessus sur leur personnage. Mais c’est également, de façon troublante, Mathieu Amalric dans la peau de Roman Polanski et Emmanuelle Seigner dans celle de Mathilde Seigner. Ou pas du tout, Polanski cherchant avant tout à perdre le spectateur et faire ployer ses repères dans un exercice post-moderne et fortement ironique. Le réalisateur ne s’était pas montré aussi malicieux depuis bien longtemps, brouillant les pistes jusqu’à faire revêtir au personnage de Thomas, dont il se prétend pourtant être tout l’opposé, des vêtements qui semble provenir du tournage du Bal des vampires et donc de son propre personnage d’alors. L’exercice est donc terriblement ludique, jamais ennuyeux grâce à sa maîtrise totale de la narration, et quelque part vertigineux tant les pistes n’en finissent plus de s’entrecroiser. Derrière sa simplicité apparente, La Vénus à la fourrure regorge ainsi de trésors qui multiplient les grilles de lecture…

Variety: “Come in Carnage e La morte e la fanciulla, in questo film Roman Polanski porta il teatro di New York al cinema con grande fedeltà, e con il minimo sforzo. Emmanuelle Seigner conquista lo schermo con una performance comica succulenta, che rende giustizia al suo ruolo impegnativo”.
Le Monde: “Questo è grande cinema. Un po ‘comeSleuth: Gli insospettabili, un thriller straordinario che contrappone due personaggi in un luogo chiuso. È una sorta di duello cinematografico tra i due attori al massimo della forma: Mathieu Amalric e Emmanuelle Seigner”.
The Guardian: ha dato al film tre stelle su cinque, con un giudizio meno entusiasta. “Venere in pelliccia è un film giocoso, arguto e a volte morboso sul sesso, l’illusione e la realtà. Nonostante la bravura di Polanski, c’è però qualcosa di un po’ troppo datato e signorile nel suo modo di raccontare questa storia”.
Telegraph: ha dato lo stesso voto al lungometraggio di Polanski. “Questa è una commedia divertente per tutta la sua durata, ma non va mai al di là di questo. Le cose diventano perverse a un certo punto, ma manca spontaneità. E sembra sempre che il regista stia per saltare fuori da un momento all’altro per dire: ‘taglia’!”.

2 commenti:

  1. Mi è piaciuto tantissimo. La Seigner poi, semplicemente strepitosa.

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  2. uno dei rari casi in cui la moglie del regista recita perché è bravissima:)

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