…EMILIE DEQUENNE è semplicemente splendida nel suo
essere straordinariamente normale. nel suo far parte di quella grande massa
silente che piace a qualcuno e non a tutti, nel non appartenere alla bellezza
di canone, indiscutibile. clement se ne accorge, ma all'occhio dello spettatore
avvezzo alle solite storie d'amore non rimane che osservare un buio e vuoto
appartamento. FINE, non c'è altro da dire. niente da aggiungere. clement la cerca
disperatamente probabilmente avendo cercato quella fine, ma oramai, non sapremo
cosa lo aspetta, se non con quasi certezza un suo ritorno a parigi e alla sua
vita di filosofica perdizione nelle tanto decantate occasioni di una notte.
vedere per credere cosa rende enorme un'interpretazione, la scena della
dequenne seduta su di un muricciolo, pietrificata in un sorriso immobile mentre
rimugina allo sfinimento, sull'incontro di poco prima di clement con la
collega.
…Interpretata dalla superba Emilie Dequenne (Premio
per la miglior interpretazione femminile a Cannes per il film d’esordio “Rosetta” di Luc e Jean-Pierre Dardenne),
Jennifer è una frizzante ed entusiasta parrucchiera, già madre, che vive le sue
giornate tra il lavoro, gli splendidi momenti con suo figlio e le serate con le
amiche. Scottata da numerose relazioni che si sono sempre rivelate deludenti e
inconcludenti, decide comunque di intraprendere una passionale relazione con
Clèment, interpretato da Loïc Corbery attore della Comedie Française.
Il divario tra i due si nota immediatamente. L’inizio della
relazione per lui è soltanto un modo per sfuggire alla noia, mentre lei la
prende seriamente e cerca di coinvolgerlo nella sua vita. Ma la differenza più
grande tra i due è senz’altro quella culturale; entrambi parlano di “filosofia”
ma con due consapevolezze completamente diverse, e il peso di questa lontananza
non è possibile da colmare.
…Portatore di una delicatezza
rarissima nelle amorose inchieste che privatamente conducono i due, capace di
registrare con purezza antiretorica l’incontro sessuale, delegato disincantato
tanto all’eleganza della semplicità (le corse verso gli autobus, gli
arredamenti credibili, i vestiti sporchi di sabbia) quanto all’esercizio della
crudeltà (l’umiliazione alla festa di paese). Due personaggi scritti
divinamente abitati da attori spettacolari: Émilie Dequenne che consegna il
diploma d’attrice in almeno due o tre scene in cui non ha nemmeno bisogno di
parlare; e Loic Corbery che è al contempo inetto ed affascinante, gentile e
sdegnoso.
…Il tema delle variazioni sull’amore è forse quello più sfruttato al
cinema ma si rinnova sempre, come ogni film di genere, mettendo situazioni
giuste nei posti giusti e parole sensate in bocca a facce interessanti.
Il film romantico vive di cliché, il brutto film romantico viene affossato dai
cliché.
Belvaux affronta le insidie del banale uscendone benissimo, cucendo la messa in
scena a misura degli attori e della storia. Si prende tutto il tempo che serve
per caratterizzare i personaggi, ci gira attorno e li studia. Il risultato è
che quando questi si presentano l’uno all’altra, sono credibili. Quello che
rende godibile il film è la costante certezza di non essere mai presi per i
fondelli con una storia di amorazzi o di subire ricatti mielosi. La storia è
sobria, tenuta saldamente in pugno anche se dopo tutto è solo una storia
di due che si incontrano e si amano. Come tante altre storie, tutte uguali e
tutte diverse. Come nella realtà, benché questo film non pretenda di fare del
realismo, le diversità di storie uguali risiedono nelle persone, così in un
film romantico gli attori hanno il loro peso nel rendere credibili amori di
fantasia. Il personaggio di Jennifer è forte, molto ben scritto, Émilie
Dequenne è molto intensa nella sua interpretazione, fragile e potente. La
regia di Belvaux è sobria e accompagna i due protagonisti fino alla fine senza
caricare di altri significati una storia che è già di per sé molto chiara.
Merito anche dei dialoghi misurati e ficcanti, sempre puntuali.
Rispetto alle tonnellate di commedie romantiche che arrivano
sullo schermo, questo film è pervaso costantemente da una strana
atmosfera melanconica, liquida, che scorre negli sguardi e scava voragini tra i
corpi distinguendosi proprio per caratteristiche di sottrazione. Qualcosa che è
sospeso tra il melò e la commedia ma rinunciando alle estremizzazioni di
entrambi i generi e trovando un proprio equilibrio agrodolce. Sarà il mio tipo? E altri discorsi sull’amore è
una sorpresa dolce amara, da vedere.
…Cosa rimproverano di fatto queste
signore al protagonista? Sostanzialmente di non accettare legami a lunga
scadenza e di non volere investire più di tanto nelle storie d'amore,
evidentemente soddisfatto della sua carriera di insegnante-filosofo. Ovviamente
per il giovanotto col "cuore in inverno", ma amante del gentil sesso,
le cose stanno per cambiare, complice anche un trasferimento dall'amatissima
Parigi a Harras dove insegnerà in un liceo con studenti poco interessati a
parlare di Epicuro o di Kant (anche se comunque più rispettosi e attenti nei
confronti del proprio prof. di quanto non sarebbe lecito aspettarsi in una
classe vera, almeno di alcune scuole italiane...) non vedendo però l'ora che
arrivi il giovedì per tornare nella capitale. Nel passo di Calais il nostro
farà un incontro che cambierà (anche se fino a un certo punto) le sue idee e
quella che poteva essere l'ennesima variante della formula (ben nota anche da
noi) di "Giù al nord" diventa altro. Conosce infatti la parrucchiera
Jennifer (l'attrice belga Émilie Dequenne), spirito allegro, madre single, appassionata di romanzi rosa, esegeta di Jennifer Aniston e
amante delle serate al karaoke con le amiche. Tra l'intellettuale freddino e la
simpatica ragazza scocca subito la scintilla, nonostante (o forse proprio per
questo) le pochissime cose in comune. Ma Jennifer ha anche un lato più
introspettivo e un passato alle spalle più doloroso di quanto i suoi modi di
fare solari non suggeriscano e quando si renderà conto che dal suo professore
non potrà aspettarsi più di tanto, capirà, come la Ruth dell'almodovariano "Gli amanti passeggeri", che il proprio
benessere è più importante. A Clement, anche se (forse) innamorato di lei e pur
rendendosi conto che rischia di perderla, non resterà che riflettere su quanto
le sue scelte di vita possano essere state, magari, inadeguate…
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