domenica 7 luglio 2024

La morte di Mario Ricci - Claude Goretta

un vecchio giornalista deve intervistare per la tv un intellettuale ritirato in campagna, in Svizzera, e proprio quei giorni avviene un fatto grave che turba quel villaggio, e il giornalista Fontana non può ignorarlo.

ottimi attori, Gian Maria Volontè è sempre il migliore, nelle mani di un grande regista.

non perdetevelo.

buona (svizzera) visione - Ismaele

 

 

QUI  il film completo, in francese

 

QUI  il film completo, con sottotitoli in inglese

 

 

La magnifica interpretazione di Gian Maria Volonté basta a far sì che questo film resti per me indimenticabile. Il regista e sceneggiatore Claude Goretta racconta due vicende che in comune hanno solo il fatto di svolgersi nello stesso luogo. Sono però osservate e in parte vissute da uno stesso personaggio, Bernard Fontana, un giornalista televisivo giunto sul posto per intervistare Henri Kremer, celebre studioso impegnato nella lotta contro la fame nel mondo. Deluso dagli esiti delle sue battaglie, l’esimio professore si è ritirato ad Etiolaz, classico rifugio dorato svizzero, e da tempo rifiuta di concedersi ai mass-media. Fontana e il suo assistente sono costretti a soggiornare nella cittadina, in attesa che il loro interlocutore decida di uscire dal silenzio. Quasi contemporaneamente, la piccola località elvetica viene scossa da un brutale incidente stradale nel quale ha perso la vita l’operaio italiano Mario Ricci. Tra i colleghi della vittima e alcuni abitanti del villaggio riaffiorano sentimenti ostili, fanno capolino spinte xenofobe. La dinamica del presunto incidente verrà chiarita in modo poco onorevole per gli autoctoni, il professor Henri Kremer accetterà un nuovo incarico nel Terzo Mondo, mentre Bernard Fontana e il suo assistente se ne andranno senza aver ottenuto la loro intervista…

da qui

 

Un tema importante come la fame nel mondo, oggetto di una intervista ad un importante studioso, viene gradualmente messo in secondo piano da un fatto certamente più minimale come la morte di un giovane italiano avvenuta presso un villaggio sonnolento della Svizzera. Questa inchiesta parallela viene svelata in maniera particolare da Goretta. Non è un elemento che prende il posto di un altro ma come detto si sviluppa paralleamente al suo tema principale che fungerà da pretesto.
La particolarità di questa inchiesta sulla morte del giovane si sviluppa semplicemente osservando la quotidianeità del piccolo villaggio, dalle chiacchiere percepite, dalle allusioni che racchiudono una sottile inquietudine per una forma di razzismo che cova sotto la cenere e che la morte di Mario Ricci farà emergere.
E' un film dall'andamento lento, senza dubbio, ma è come un quadro ricco di particolari dove bisogna osservare tutto e non solo le figure centrali perchè proprio in questo film è il contesto l'elemento più importante. Goretta agisce molto in sottrazione, specie nelle interpretazioni dove ha un Gian Maria Volontè a cui basta un semplice sguardo per esprimere un'emozione o un concetto.

da qui

 

Il giornalista cinquantenne Fontana, rimasto claudicante a seguito di un incidente automobilistico, si reca in un piccolo villaggio della Svizzera francese accompagnato dal suo operatore, per un'intervista televisiva a uno scienziato tedesco, specializzato sui problemi che riguardano la fame del mondo, un uomo molto riservato, che ormai da parecchi anni non ha pubblicato più nulla e che vive ritirato e isolato, non molto lontano dal villaggio in volontario "eremitaggio", a causa di una grave crisi  che si concretizza in un totale senso di avvilente impotenza di fronte ai milioni e milioni di esseri umani che nel mondo continuano a morire di fame nell'indifferenza generale. Fontana è affascinato da questo silenzio nel quale coglie un disagio diverso, ma in fondo molto simile nella sostanza a quello che lo ha "colto" dopo quell'incidente che gli è capitato e che lo ha costretto a un lungo periodo di inattività. Ma questo è solo un elemento della storia. Infatti il giorno prima dell'arrivo del giornalista, un operaio italiano - il Mario Ricci del titolo - che lavorava in un cantiere della zona è stato investito sulla sua moto dall'auto del proprietario di un garage  (e morirà dopo pochi giorni per le conseguenze dell'impatto). Il giornalista, anche se all'inizio sembra non essere particolarmente interessato a questa vicenda, a poco a poco si rende invece conto dell'esistenza di una serie di drammatici eventi anche circostanziali, che potrebbero essere tutt'altro che casuali nell'aver provocato la morte dell'operaio. L'attenzione intuitiva e sensibile di Fontana di fronte a queste due situazioni totalmente sconnesse fra loro, avranno così il risultato positivo di salvare dal suicidio un giovane implicato nella morte di Mario Ricci e di far uscire lo scienziato dalla sua crisi esistenziale. Il film, magistralmente diretto da Goretta, si avvale della straordinaria interpretazione di un Gian Maria Volontè ancora una volta in stato di grazia (giustamente premiato proprio per questo ruolo con la Palma per la migliore interpretazione maschile al Festival di Cannes del 1983) che ci offre un'insuperabile lezione di stile e uno splendido saggio di recitazione, non solo attraverso l'utilizzo della parola che sa trattare "da par suo", visto che) riesce davvero a far "recitare" ogni minimo movimento del suo corpo (atteggiamenti, andatura, muscoli facciali, sguardo che è poi alla fine il vero valore aggiunto di una pellicola già di per sé abbastanza corposa e suggestiva.

da qui

 

 


Nessun commento:

Posta un commento