domenica 21 luglio 2024

Dark Crimes - Alexandros Avranas

un film girato in Polonia, da un regista greco, con attori importanti, una storia contorta, e complicata.

ottimo Jim Carrey, ma in altri film è meglio, come pure Charlotte Gainsbourg.

un caso da riaprire, e può farlo solo Jim Carrey, poliziotto integerrimo, che però viene ingannato.

il film arranca, poteva dare di più.

buona (cupa) visione - Ismaele  


 

 

 

 

 

Il film concede a Jim Carrey un solo momento per dimostrare la sua caratura di attore drammatico con un collasso emotivo nel terzo atto. E comunque arriva alla scoperta della morte di qualcuno che è apparso solo in una scena singolarmente breve, lasciando il pubblico incapace di provare una qualche reazione empatica.

In definitiva, Dark Crimes illustra quello che accade quando una star sa di aver scelto un progetto scadente, ma è contrattualmente obbligata a spendere comunque il minimo sforzo, proprio come fa il resto della pellicola. Costellato di dialoghi prosaici utili solo a mandare avanti le lancette, questo progetto che ha coinvolto malauguratamente Jim Carrey chiede in silenzio di porre fine alle sue sofferenze a ogni battuta. Un sentimento quasi certamente condiviso da chiunque sia stato così avventato da arrivare fino alla ridicola conclusione.

da qui

 

Di questo "Dark Crimes", infatti, ogni svolta è programmatica, ogni smorfia già consumata, ogni epifania annunciata, ogni dialogo corroso dall'eco di mille simili. Quasi catalogo di spunti da corso di scrittura creativa, il film di Avranas denuncia sornione la propria giocosa prevedibilità già nello scherzo della vittima - un depravato battezzato Sadowski, come si fosse in "Invito a cena con delitto" - e ammette il ricorso a un armamentario dozzinale di invenzioni per marcare ancor più, con un ghigno e un ammicco, la sua natura di oggetto-parodia di certo cinema e certo immaginario. Ed ecco, allora, una Polonia ovviamente sordida e incolore, un intreccio che lega un erotismo corrotto - e come potrebbe essere, altrimenti? - a imbarazzi famigliari, uno scrittore arguto e debosciato, dalla penna felice e la mente turbata, un agente segnato da un passato torbido, che potrebbe attendere quietamente il congedo e, invece, si getta in una rete che lo invischia.

Jim Carrey, occhio inquieto e pelo ispido, tradisce una certa inquietudine morale nei gesti; Charlotte Gainsbourg si produce nei consueti tic di nervoso erotismo. In definitiva, nessuno dei due pare aderire più di tanto al personaggio, ma val la pena domandarsi come altrimenti avrebbe potuto essere, date le premesse.

La regia di Avranas, dal canto suo, fa collidere questa parodia del thriller/noir cinico e dissoluto - che ha spesso abitato, con le sue maschere grezze e incarognite, gli schermi delle occasioni festivaliere - con una messa in scena, al solito, raggelata, di quadri fissi e geometrie spigolose. Se, però, con "Miss Violence", il gioco poteva ancora dirsi efficace per l'attitudine del greco alla produzione di immagini sì shockanti, ma tali da fare attrito con le consuete forme di rappresentazione e, dunque, capaci di denunciarne l'irriducibile mediocrità, in "Dark Crimes" esso non viene ad alcuna epifania, al punto che il marchiano epilogo ci appare come la definitiva beffa di un cinema condotto sotto il segno del dispetto.

da qui

 

 

Nessun commento:

Posta un commento