Per le tre o quattro persone che non sanno niente di Woody Guthrie*, questo film è un'ottima base di partenza.
Cantore dei diseredati, dei poveri, dei precari, dei migranti, dei disoccupati, dei raccoglitori di frutta a giornata, quasi schiavi, Woody era uno di loro, sapeva cos'era la fame, e la solidarietà, odiava i fascisti, cantava per Sacco e Vanzetti.
La regia del film è di Hal Ashby, il meno conosciuto e prolifico dei leggendari registi fra New York e la California (Oltre in giardino, con un immenso Peter Sellers, ha la sua firma), Woody Guthrie è David Carradine, perfetto per il ruolo (nello stesso periodo ha lavorato per Ingmar Bergman), tutti gli attori sono bravissimi, anche merito del regista, no?
Il film, del 1976, dura due ore e mezza, ma nessun minuto è di troppo.
Buona (imperdibile) visione - Ismaele
QUI si può vedere il film, in italiano
La crisi americana degli
anni trenta ricostruita sulla base della autobiografia del grande cantante
Woody Guthrie, padre della musica country.
La storia si concentra sul periodo che va dal
1936 al 1940 e Hal Ashby,ricostruisce e ci fornisce, insieme alla storia
dell'artista, un amaro e veritiero ritratto dell'America della depressione con
la crudeltà dei sicari dei padroni, lo sfruttamento dei braccianti agricoli, il
fenomeno degli hobo che viaggiano di nascosto sui treni merci, e la cronaca
degli scontri anche violenti con le forze dell'ordine.
Un indimenticabile David Carradine è
l'appropriato e coinvolto protagonista,assieme a Randy Quaid e Melinda Dillon.
Imperdibile la colonna sonora.
Autobiografia a suon di country music.La vita di Guthrie è
solo la cartina di tornasole dell'America della Grande Depressione,la sua
parabola ,da nullatenente che lascia moglie e figlie per fare fortuna in
California e vi riesce con la musica country (o folk come preferite)dopo aver
fatto molti lavori sfiancanti e mal pagati è la perfetta descrizione di quello
che doveva essere Il Sogno Americano.Il film di Ashby tocca solo tre anni della
vita di Guthrie proletario antelitteram che preferisce la protesta sociale al
suo successo personale,il cui talento non è mai stato in vendita.Ci viene il
dubbio che ci siano anche sfumature agiografiche in questo personaggio tutto
d'un pezzo ma in fondo il suo essere granitico,monolitico,le cui idee non sono
in vendita lo fa diventare ai nostri occhi un perdente,perchè perde i suoi
affetti,moglie e figlie lo lasciano. E il ritratto americano che ci consegna è
un America prostrata ma non disperata,che cerca di riprendersi.Grande prova di
Carradine per un personaggio che,prima di questo film mi era assolutamente
sconosciuto....
Se il 14 luglio 1789, giorno
della presa della Bastiglia, segna la data di nascita della Rivoluzione
francese (rivoluzione che coinvolse anche altri Paesi europei, tanto da essere
ancora oggi considerata l’emblema della libertà e dell’indipendenza dei
popoli), il 14 luglio 1912 - ricorrerà il centenario tra pochi giorni -
segna la data di nascita dell'uomo che rivoluzionò la musica Folk americana (e
non solo), in virtù di una straordinaria capacità di sintesi tra il country dei bianchi e il blues dei ne(g)ri, facendola assurgere a emblema
delle istanze dei diseredati di tutto il mondo.
Precursore della canzone di protesta, Woodrow
Wilson Guthrie fu uno tra i più importanti rappresentanti della cultura hobo, nonché principale fonte d'ispirazione per
una miriade di intellettuali e artisti - sia americani che europei -, a partire
da Robert Zimmerman fino ad arrivare ai Wilco, passando fra Billy Bragg e
Bruce Springsteen (giusto per citare i più noti).
Tormentato dalla sfortuna e dagli incendi (il
primo divampò nella casa di famiglia riducendola in cenere mentre, qualche
tempo dopo, un secondo rogo uccise la sorella Clara quando Woody aveva solo
sette anni e un terzo identico evento ebbe come vittima il padre che si salvò
ma rimase gravemente ustionato. Le reali cause di queste sciagure non sono mai
state accertate e non si esclude che almeno due di queste possano essere state
cagionate dalla madre Nora, afflitta dalla malattia di Huntington - Còrea Maior -,
patologia degenerativa di origine ereditaria che conduce alla demenza e che fu
la causa della prematura dipartita dello stesso Woody, avvenuta agli inizi di
ottobre del 1967 al termine di una lunghissima degenza. Quest'ultima, tragica,
fase della sua vita viene menzionata nel film Alice's Restaurant, nel
quale il figlio Arlo e
l'amico Pete Seeger interpretano
se stessi mentre accorrono al suo capezzale.
In piena epoca maccartista venne, inoltre,
perseguitato dall'FBI di J.
Edgar Hoover a causa del suo attivismo postbellico
e di quello spirito anticonformista e fortemente eversivo nei confronti delle
logiche capitalistiche che lo accompagnerà pervicacemente fino alla fine, senza
cedimenti, e che lo porterà a vagabondare attraverso
gli States in cerca di lavoro raccontando l'immane tragedia umana causata
dalla Grande Depressione armato della sua chitarra, la quale recava, ben
visibile, sulla parte anteriore della cassa armonica l'inequivocabile
scritta THIS MACHINE KILLS FASCISTS.
Scrittore prolifico, oltre alle tantissime
canzoni (più di mille; oggi conservate nella Library of Congress di Washington) Woody Guthrie lasciò in
eredità una raccolta di poesie, disegni e scritti vari chiamata Born to Win, un romanzo (Seeds of Man) e
un'autobiografia intitolata Bound for Glory (Questa
terra è la mia terra), pubblicata nel 1943 e subito
bollata da alcuni come una “riproduzione troppo accurata
della lingua degli analfabeti”. Questo film, firmato da Hal Ashby, è
l'adattamento cinematografico di un estratto di quell'autobiografia e, a parte
qualche peccatuccio veniale (per esempio Woody che canta Deportee nel 1939, quando quella canzone non la
scrisse prima del 1948 dopo che un incidente aereo causò la morte di 28
messicani che stavano per essere deportati, appunto), il risultato è più che
decente. La pellicola riesce a restituire abbastanza bene il clima di quel
periodo tragico e i protagonisti, a cominciare proprio da David Carradine, sono
assolutamente credibili.
Inizialmente, la scelta per interpretare il
ruolo del folksinger originario di Okemah, Oklahoma, era caduta su Tim Buckley
il quale però, disgraziatamente, morì poco prima dell'inizio delle riprese a
causa di un'overdose e, in seguito, Kris Kristofferson rifiutò la parte in
quanto non si sentiva fisicamente adatto.
…The film is faithful to that experience, totally so. There's not a
false moment in it, not a moment when we feel the meaning of Guthrie's life has
been compromised for movie reasons. David Carradine's performance as Guthrie
finds just the right balance between his pride and innate simplicity. And the
film looks right; there can seldom have been a period film with such loving
attention to detail, to the ways cars and dresses and living rooms and roadside
diners looked during the Depression. All of these elements have been handled
carefully, and with respect.
And yet “Bound For Glory” is ultimately a rather slow-moving
experience. Each scene is established so carefully, is framed with such
artistry (Haskell Wexler's cinematography is a series of perfectly-seen
compositions), is played with such weight, that finally the movie seems too
much of a piece.
We want more humor, more irreverence, more of an indication that
Guthrie had acid mixed in with his humanity. That's almost the only criticism I
can make of the film, although it's a fundamental one; anyone who loves movies
or is interested in Guthrie should see “Bound For Glory”, but it'll be a
worthwhile experience that's pretty slow-going…
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